giovedì 13 dicembre 2007

Vangelo di Giuda, smascherati gli errori di traduzione


Non cessa la discussione scientifica sul Vangelo gnostico di Giuda, pubblicato nell’aprile del 2006 per la National Geographic Society, e subito oggetto privilegiato della fantareligione, perennemente protesa – sulla scorta del successo di Dan Brown – a confezionare pastoni storicamente traballanti, per non dire ridicoli, e a presentarli con i crismi dell’autorevolezza, magari appigliandosi a elementi accessori serviti da oscuri pseudostudiosi in cerca di notorietà.
In questo clima da New Age da supermercato una simile sorte non poteva risparmiare Il Vangelo di Giuda, opera gnostica fortemente inficiata nelle proprie strutture esegetiche e nella propria creatività narrativa da teorie di filosofia neoellenistica, in cerca di un punto di incontro con una religione oramai ecumenica e dotata di un Canone già ben definito (siamo nel III secolo).
Finalmente, a più di un anno della pubblicazione di uno scritto tanto discusso, sul New York Times uno studio rigoroso di April DeConick, docente di Studi biblici alla Rice University – studio intitolato Il tredicesimo Apostolo: ciò che realmente dice il Vangelo di Giuda – smonta in modo convincente le tesi fondanti dell’editio princeps, troppo affrettatamente impugnate contro l’autorevolezza dei Vangeli canonici e in polemica con la Chiesa ufficiale; tesi subito sposate da chi invece ritiene il cristianesimo primitivo una nebulosa magmatica e indifferenziata di esegeti e padri della Chiesa per lo più in contrasto tra loro.
DeConick fa rilevare un’impressionante serie di svarioni nella traduzione e nell’interpretazione del testo in lingua copta, commessi (quanto scientemente?) nel corso di un lavoro «troppo veloce per ben ponderare le insidie di un’opera così complessa». Si fa rilevare come, a fronte dell’interpretazione da parte del National Geographic di Giuda come eroe, una lettura più attenta evidenzi che non solo l’Iscariota non è ritenuto un eroe, ma che è un daimon: «E la traduzione di daimon, secondo il pensiero della setta gnostica dei Cainiti, non può che essere demone e non spirito, solitamente espresso anche in copto con il termine greco pneuma», osserva DeConick. Inoltre il testo dice espressamente che «Giuda è separato dalla Santa Generazione» e non, come traducono gli esperti del National Geographic, «preservato per essa».
Poi, da Gesù Giuda riceve sì i Misteri del Cielo, ma non perché è per lui possibile entrarci, semplicemente perché il Messia vuole che l’apostolo-traditore sia informato e che, se decide di tradirlo, lo faccia scientemente: «In realtà questa affermazione sostiene in modo evidente il libero arbitrio, concetto-cardine del pensiero cristiano ortodosso», fa notare DeConick. E ancora: il National Geographic ha omesso una negazione, contenuta in una frase sull’ascensione di Giuda, che capovolge il senso originario: l’ascensione di Giuda alla Santa Generazione sarebbe stata maledetta. La casa editrice ha ammesso l’errore ma in ritardo e non con un’evidenza tale da far cambiare nell’opinione pubblica un concetto ormai radicato. (Aristide Malnati, Avvenire, 8 dicembre 2007)

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