mercoledì 22 giugno 2016

La strage di Orlando fa comodo a chi lotta per la dissoluzione

Si alza sempre più in questi giorni il coro di voci proveniente dal mondo dello spettacolo, che nell’intento ufficiale di rendere omaggio alle vittime della discoteca Pulse di Orlando, strumentalizza a più non posso quanto accaduto.

Primo fra tutti pare proprio essere stato l’ormai ottuagenario Paul McCartney al concerto di Berlino, tenutosi il 14 giugno scorso, dove l’ex Beatles ha omaggiato le vittime presentandosi sul palco con una bandiera arcobaleno avvolta addosso, e postando il tutto sul profilo Facebook con il classico slogan “We stand together with Orlando“.
Ha seguito quasi in concomitanza la voce grossa del massimo esponente gay del mondo musicale, che compra “figli” tramite utero in affitto, pagando profumati quattrini. Si sta ovviamente parlando di Elton John, il quale nel concerto all’ Echo Arena di Liverpool dello scorso martedì, al termine di una canzone, ha voluto esprimere e condividere il proprio dolore con i fans:
“Quando si manifesta un orrore come questo massacro a Orlando, una grande sofferenza investe il mondo come uno tsunami. E un grande lutto. Siamo shockati, arrabbiati e ci sentiamo devastati nel profondo per le vittime e per i loro cari che li piangono.
Ciò che trovo straordinario, e che mi dà davvero forza e speranza, è che immediatamente dietro quell’onda ne è arrivata un’altra, diversa. Un’onda arcobaleno di amore, da Istanbul a Tel Aviv, dalla Opera House di Sydney alla Torre Eiffel, passando per l’Empire State Building e la Casa Bianca… Così, stasera, allo stesso modo in cui vorrei onorare e piangere la perdita della comunità LGBT a Orlando e di tutti coloro che sono stati vittime di odio e stigmatizzati dalla società, vorrei dire che stiamo avendo la meglio sul pregiudizio. L’arcobaleno che si vede in tutto il mondo mi dice che possiamo vincere contro queste persone e lo faremo.”
Durante questo prolungato discorso Elton John ha voluto ricordare anche Lady Gaga – icona gender-fluid delle correnti Lgbt – facendo riferimento al lungo pronunciamento da lei fatto nei giorni scorsi a Los Angeles, durante una veglia in ricordo delle vittime dell’efferata strage. In particolare Elton John ha voluto accennare a  “Love Bravery“,  un progetto sostenuto con lei e che consiste in una collezione di abiti per Macy’s, realizzata per raccogliere fondi per la “Born This Way Foundation” e la “Elton John AIDS Foundation” – progetti dichiaratamente limitati e costruiti su misura per il mondo omosessuale.
Non è mancata all’appello nemmeno la mascotte gender Adele, la cantante pop che veste il figlioletto- maschio di tre anni da principessa, e che fa baciare le coppie gay durante i suoi concerti, inscenando fastidiose richieste di “nozze” tra persone dello stesso sesso.
La cantautrice britannica, che ha dedicato i suoi ultimi concerti alle vittime di Orlando, in quello di Antwerp, in Belgio, ha così parlato al suo pubblico dell’accaduto, scoppiando poi in un pianto inesauribile:
“Dedico l’intero spettacolo di stasera a tutti quelli che erano nel locale gay di Orlando la scorsa notte. La comunità LGBTQ è come se fosse la mia anima gemella da quando ero molto giovane, quindi sono molto toccata da quello che è accaduto. Non so perché sto piangendo! La maggior parte delle persone questa sera è già abbastanza infelice perché le mie canzoni sono fottutamente tristi. Avrò un paio di canzoni che sembrano felici, ma non lo sono!”
Ultima, solo per ordine di elencazione, è stata la cantante Christina Aguilera, già resasi famosa per questi tematiche in tempi non sospetti, quando compose la canzone “Beautiful“, che mostrava la “bellezza” della cosiddetta diversità: nel video si vedevano infatti omosessuali intenti a baciarsi e transessuali in procinto di truccassi, messi lì, in mezzo a tutti i presunti emarginati della società.
Dopo essere sparita di scena per almeno 3 anni, Christina Aguilera se ne esce con l’inedito “Change“, dedicato alle vittime del locale gay:
“Mando amore e preghiere alle vittime e alle loro famiglie” – dice la Aguilera – “io voglio essere parte del cambiamento che deve avvenire in questo mondo per farlo diventare un posto bellissimo dove l’umanità può manifestare il suo amore con passione e libertà”.
In un particolare punto del brano viene detto inoltre:
Waiting on a change to set us free/ Waiting for the day that you can be you and I can be me” (“Aspettando in un cambiamento che ci renda liberi, aspettando per il giorno in cui tu potrai essere tu e io potrò essere me”).
I proventi ricavati dalla vendita del disco verranno devoluti al “National Compassion Fund“, che raccoglie fondi per le vittime e le famiglie della sparatoria al Pulse.
Siamo davanti ad un buffo spettacolo, che farebbe persino ridere, se solo non ci fosse da piangere. Non vi è bisogno di far notare che tutte queste voci “compassionevoli” sono le stesse che – strage o non strage – assecondano, si battono e finanziano le cause LGBT. Sono sempre i medesimi che approfittano perlopiù di queste vicende per urlare ancora più forte, dai bassifondi della loro presunzione, i “diritti” per tutti. Per inventarsi che esiste l’ “omofobia”, che servono leggi di maggior tutela in tutti gli stati, quando poi da oltreoceano si viene a sapere che il fanatico e pazzo killer non si sa per quale preciso movente abbia agito, visto che forse – e lo dice l’ex moglie e chi lo ha conosciuto su ambigue chat-line – era pure omosessuale, o perlomeno con qualche tendenza.
Non si può tacere che, davanti a queste palle al balzo, i fautori della dissoluzione gioiscano quasi, ottengano ciò che vogliono, per poi chiedere ancor più di quanto non abbiano già ottenuto pervertendo il mondo e imbestialendo il genere umano.

(Fonte: Cristiano Lugli, Riscossa cristiana, 21 giugno 2016)


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