giovedì 18 gennaio 2018

Un libro di Corrado Gnerre: “La Riforma. Evento dello Spirito o grave eresia?” Ottimo sussidio educativo.


«Sulla Riforma quante sciocchezze si dicono a scuola ai nostri ragazzi. La prima sciocchezza – e non è poco – è proprio chiamarla così: “Riforma”, quando invece […] fu una vera e propria “rivoluzione”. Ma si sa, le parole servono non poco a condizionare i giudizi» (p. 11). Così sta scritto nel piccolo e pregevole libro che la penna di Corrado Gnerre e la Casa Mariana Editrice, con La Riforma. Evento dello Spirito o grave eresia? (pp. 80), ci offrono come vero e proprio sussidio educativo. Spicca, infatti, una metodologia pedagogica e proprio per tale ragione il testo sarebbe particolarmente indicato ai genitori, per sé e per i propri figli; agli insegnanti, per sé e per i propri studenti; per i catechisti, per sé e per i propri assistiti. In breve, infatti, vengono spiegate le ragioni filosofiche, teologiche, storiche, culturali per cui è avvenuta una Rivoluzione, che ha avuto in Martin Lutero la sua ideale guida.
Martin Lutero, un personaggio da Paura. È proprio lui che si scrisse: «Quando la Messa sarà distrutta, penso che avremo rovesciato con essa tutto il papismo. Il papismo infatti poggia sulla Messa come su una roccia, tutto intero con i suoi monasteri, vescovadi, collegi, altari, ministeri e dottrine, in una parola con tutta la sua pancia. Tutto ciò crollerà necessariamente, quando sarà crollata la loro Messa sacrilega e abominevole. […] Bisognerebbe arrestare il papa, i cardinali e tutta la plebaglia che lo idolatra e lo santifica, arrestarli come bestemmiatori, e strappare loro la lingua fin dal fondo della gola e inchiodarli tutti in fila alla forca» (Martin Lutero, Contra Henricum, Regem Angliae, 1522, Wittenberg, Werke, Vol. X, p. 220).
Questo “Landru” di Eisleben, nato nella Chiesa agostiniano senza vocazione monastica e sacerdotale e deceduto eresiarca fuori dalla Chiesa, ha seminato la morte, sia spirituale che corporale (le rivolte dei contadini), perché la rivoluzione è sempre dispensatrice di tenebre. I suoi scritti sono carichi di odio e di invettive. I suoi atti sono distruttivi e anticristiani. Animo turpe e bellico il suo. Dissacratore, fondò una religione a proprio uso e consumo, che trovò favore nei principi tedeschi, i quali ebbero gran vantaggio dallo scisma: incamerarono molti beni ecclesiastici e acquisirono autonomia dall’Impero centrale.
Gnerre sfata i miti e ci riporta all’autentico profilo di Lutero, che non fu un riformatore della Chiesa – «“Riformare” significa tornare alla forma originaria (ri-formare); ebbene, Lutero non riformò, ma distrusse tutto» (p. 12) – bensì uno sterminatore. Basti pensare che su 7 Sacramenti uno solo rimase integralmente in piedi, il Battesimo. Il mito del suo essere stato paladino contro le indulgenze e la corruzione della Chiesa è falso. È prova il fatto che egli, come scrisse nel De captivitate babylonica Ecclesiae, riteneva marcio il Papato in se stesso e non questo o quel Pontefice. Egli affermava che il Papa, anche se fosse stato l’uomo più santo del mondo, era comunque un anticristo in quanto la Chiesa di Roma non è la Chiesa di Cristo. Scrisse in una missiva a Papa Leone X, che accompagnava il suo trattato Sulla libertà religiosa: «Mi sono scagliato contro le dottrine empie, e ho severamente criticato i miei avversari, non a causa dei loro cattivi costumi, ma a causa della loro empietà» (p.13).
Altro falso mito che viene divulgato – soprattutto sotto il pontificato di Francesco, il Papa che loda il Luteranesimo, fino ad acquisirne degli “insegnamenti” – è che egli volesse “riformare” la Chiesa per renderla migliore e purificarla. E cosa fece per raggiungere tale obiettivo? Abolì il sacerdozio ministeriale, il Primato di Pietro e il potere temporale. Inoltre dichiarò che alla salvezza si giunge solo attraverso la Fede, senza le opere; che le Sacre Scritture possono essere interpretate soggettivamente; che il Purgatorio non esiste. L’iconografia sacra fu pauperizzata, umiliata, popolarizzata. Sparirono le devozioni alla Vergine Santissima, agli Angeli, ai Santi. E, negando la transustanziazione, soppresse l’adorazione del Santissimo Sacramento.
Il Luteranesimo è stata la malapianta cresciuta in seno alla Chiesa e che la Chiesa ha riconosciuto come tale e per questo l’ha estirpata da sé. Il Modernismo, che San Pio X ha tentato di sradicare dalla Chiesa, crescerà proprio su quelle false dottrine teologiche dell’antica malapianta, che avrà, nel Settecento, humus propizio nelle idee illuministe. Nella storia della Chiesa è sempre stato così, una continua pulizia di eresie più o meno grandi, più o meno pandemiche. E la pandemia oggi ha raggiunto livelli da Paura proprio perché le eresie hanno conquistato la maggior parte della Chiesa, fino a vedere in Lutero una figura da onorare e da seguire.
Egli rinnega la vera Fede e rifiuta la ragione, considerandola una «prostituta del demonio» in quanto non serve ad avvicinarsi a Dio, ma per allontanarsi. Ecco che aborrisce la filosofia aristotelica e San Tommaso. «La ragione è il peggior nemico che la fede abbia: non viene mai in aiuto delle cose spirituali, al contrario […] combatte contro la rivelazione divina trattando con disprezzo tutto ciò che proviene da Dio» (p. 17).
L’efficace trattatello proposto da Gnerre snocciola tutte le tematiche inerenti Lutero e il Luteranesimo. La personalità del monaco smonacato viene presentata nella sua veridicità e ne esce un personaggio spregevole, perverso e viscido. Non è un’idea dell’autore, ma è proprio l’eresiarca che emerge quale è, attraverso ciò che scriveva di sé e della Chiesa, che voleva morta e sepolta: «Come Mosè ha distrutto il vitello d’oro, così dobbiamo fare noi con il papato, fino a ridurlo in ceneri. […] Vorrei abolire tutti i conventi, vorrei farli sparire, raderli al suolo […] affinché di essi non rimanga sulla terra neanche la memoria» (p. 41).
Non perdetevi questo prezioso lavoro! Per come è stato concepito sarebbe piaciuto molto a San Giovanni Bosco: era suo uso procedere contro le menzogne e gli inganni dei Protestanti – in particolare i Valdesi, molto presenti nel Piemonte del suo tempo – proprio con tali incisivi strumenti.

(Fonte: Cristina Siccardi, Scriptorium, Riscossa Cristiana, 13 gennaio 2018) https://www.riscossacristiana.it/scriptorium-recensioni-rubrica-quindicinale-di-cristina-siccardi-130118/


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