lunedì 3 maggio 2021

Povera Italia!


 Non è grave che un cantante di canzonette si creda in grado di pontificare su tutto. È grave che ci sia chi lo considera un interlocutore. Stiamo davvero grattando il fondo…


 Come sarebbe bello se ognuno facesse, possibilmente bene, il proprio mestiere. Invece in questi giorni ci siamo dovuti sorbire l’ennesima commediola da Paese allo sfascio.

Un signore che si fa chiamare Fedez, che si occupa di canzonette – con le quali ha fatto un sacco di soldi – ricoperto di tatuaggi da far invidia a molte tribù primitive, non da oggi è convinto di essere anche un “opinionista”, una sorta di guida di pensiero.

Quando si fanno i milioni si può essere ciò che si vuole, soprattutto se si è perfettamente integrati nel Sistema. Del resto, se non si è integrati, è assai difficile fare i milioni.

Lo stesso Fedez, se non sbaglio, qualche tempo fa si era esibito anche nel dare pareri di tipo teologico. Adesso, a riprova di quanto sia un disciplinato ingranaggio del sistema, si occupa anche di difendere a spada tratta il ddl Zan, quello che vuole fare degli aderenti LGBT una categoria superiore, degna di tutela particolare e assolutamente incriticabile.

Questo tatuatissimo opinionista ha le basi culturali, giuridiche e filosofiche, per affrontare l’argomento? Che domanda sciocca! Ormai le opinioni le danno quelle che una volta si chiamavano “soubrette” (oggi non so come si chiamino), i cantanti, magari anche i calciatori. La necessità di capire qualcosa delle cose di cui si parla è stata ampiamente superata. Forse era un retaggio di bieco fascismo.

Questo signore tatuato ha fatto non so che polemica con la Rai che, pagandolo per fare uno spettacolo, pretendeva di dargli delle indicazioni circa il fatto di non straparlare troppo.

Il signore tatuato – e qui siamo davvero al surreale – ha rivendicato la sua libertà “di artista”. “Artista”, si noti bene. Che nostalgia di un Edoardo Bennato che cantava “Sono solo canzonette”. Boh!

E poi leggo che un altro signore, questo senza tatuaggi, anzi, lui è profondo, pensoso e molto molto colto, di nome Enrico Letta, che è tornato precipitosamente da Parigi per salvare l’Italia, assumendo la segreteria del PD e spiegandoci che senza lo “ius soli” saremo rovinati, questo signore senza tatuaggi, dicevamo, ha assunto d’ufficio la difesa del tatuato e ha espresso addirittura “gratitudine” al signor Fedez (quello tatuato). Seguono poi le prese di posizione di altri giganti del pensiero politico, da Di Maio, a Conte, eccetera.

Mamma mia, ma a che livello siamo scesi?

Un canzonettista che pontifica, dei “politici” (si fa per dire), che pretendono di guidare il Paese e si mettono a discutere con il canzonettista.

E se ognuno tornasse a fare il proprio mestiere – ammesso che ne abbia uno – non sarebbe meglio?

 

PS: ho letto che il signore Fedez ha donato molti quattrini per la cosiddetta “emergenza covid”. È stato generoso e ciò va a suo onore, comunque il fatto in sé stesso non vuol dire niente. Nei ruggenti anni del proibizionismo, uno dei più generosi benefattori, sempre pronto a fare ingenti donazioni a orfanotrofi, ospedali e strutture di assistenza era un certo signor Alphonse Gabriel “Al” Capone, detto Scarface. Interessante, vero?

 

(Fonte: Michele Majno, Il nuovo Arengario, 2 maggio 2021)

Povera Italia – Il Nuovo Arengario

 

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