giovedì 21 febbraio 2008

I nuovi quarantenni: smania di perenne adolescenza


Non è che si rifiutano di crescere, semplicemente. È che sono convinti nell’intimo di poter prolungare l’adolescenza fino all’arrivo dei capelli bianchi. E anche oltre. Sono i nuovi quarantenni. Potremmo chiamarli: second teen, se soltanto fossimo su Second Life. Ma la verità è che non c’è bisogno di andarli a cercare nella realtà virtuale di un pc. I quarantenni adolescenti, quasi dieci milioni di italiani, sono in mezzo a noi. Se vogliamo possiamo aggrapparci al primo esempio che ci capita a tiro, per capire: il film di Federico Moccia, «Scusa ma ti chiamo amore». In questo caso è un quarantenne bello come Raoul Bova che perde la testa per una teenager in carne ed ossa. Ma possiamo andare indietro di un paio d’anni per sbirciare i quarantenni ben più cupi di Gianluca Tavarelli: «Non prendere impegni stasera», un flash su una generazione ancora alla ricerca di tutto. Se invece ricordiamo appena qualche mese fa, ecco un altro film che ha sbancato i botteghini: «Sms. Sotto mentite spoglie ». Qui il regista Vincenzo Salemme segue genitori quarantenni che è davvero difficile distinguere dai loro figli. Nelle mode. E, soprattutto, nei modi. E’ infatti un sms mandato alla persona sbagliata che fa nascere una storia d’amore, improvvisa e clandestina. Quale è la differenza con un adolescente? Nessuna, nemmeno a guardare i numeri dell’Istat. Cosa ci dicono? Che più di un quarantenne su due usa il computer per mandare messaggi nelle chat, ad esempio. Per la precisione: il 52,9% di quella fascia d’età che va dai 35 ai 44 anni non esita ad ammettere di chattare con regolarità e uno su tre (il 29,1%) di usare i file sharing per scambiarsi musica e film. Non solo. Cosa fanno nel tempo libero i quarantenni? Vanno al cinema, è ovvio (il 58,2%). Ma più di uno su quattro (25,9%) ammette, candidamente: vado in discoteca. Già, quando non allo stadio (il 41,3% dei maschi e il 20,9% delle donne). E se invece rimane a casa a leggere? Un quarantenne su due legge romanzi (52,6%), ma uno su quattro (24,5%) li sceglie umoristici, mentre uno su tre (31,8%) consulta guide turistiche e più di uno su dieci (11,7%) legge i fumetti, come quando erano ragazzini. Vogliamo parlare di politica? No, risponde secco quasi uno su tre (il 28,1% dice infatti di non parlarne proprio mai). Ma c’è di più: uno su cinque (il 20,5%) non si informa proprio di nulla di quanto avviene nel panorama politico, mentre quelli che si informano lo fanno praticamente solo attraverso la televisione (il 91,5%), ovvero quasi il doppio di quanti leggono i quotidiani (55%). C’è poco da stupirsi. «In fondo la vita si è allungata tanto, oggi viviamo circa il doppio dei nostri trisavoli ed è normale che succeda così», dice Domenico de Masi, sociologo. E commenta, bonario: «Questa adolescenza prolungata mi sembra un modo davvero poetico. Meglio, molto meglio i giovani prolungati, dei vecchi precoci. E poi anche i soldi non vogliono pensieri: ora che ne abbiamo di più ce li vogliamo godere». Soprattutto in vacanza, viene da dire. Sarebbe stato sufficiente andare l’estate scorsa in quelle meravigliose isole a nord di Messina, le Eolie. Oppure seguire il flusso delle isole greche e prendere posto ai confini con la Turchia, a Patmos, il luogo dove si narra che San Giovanni abbia scritto l’apocalisse. C’è stato uno strano passaparola che deve aver percorso il nostro Paese in lungo e in largo ed alla fine ha fatto raggruppare in queste isole la più alta percentuale di single italiani quarantenni mai concentrata in uno stesso luogo. Che ripercorrevano le loro estati dei vent’anni, con tanto di balli in discoteca fino all’alba e subito dopo i cornetti al cioccolato. Chiedete a Dario Cassini come funziona. Attore comico di teatro e cabaret è lui, quarantenne, l’autore del libro: «E’ vent’anni che ho vent’anni» (Mondadori), una quasi autobiografia scritta al grido di: «Aiuto, sono un ragazzino di diciotto anni catturato nel corpo di un adulto di trentanove». Lui che non esita a confessare di essere «semplicemente terrorizzato dai rapporti stabili, salvo quello che ha personalmente sviluppato con il suo televisore al plasma». E alla fine, sì, ci siamo arrivati ancora una volta: sono i maschi quarantenni che, ben più delle femmine, vogliono vivere come eterni ragazzini. In fuga dal matrimonio. I numeri? I single maschi fino a 44 anni sono circa il doppio delle donne: il 9% contro il 5,4%. E di questi sono ben tre su quattro (il 73,4%) che non si sono mai sposati, contro il 26,5% di separati e lo 0,1% di vedovi. (Alessandra Arachi, Corriere della sera 21 febbraio 2008)

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