giovedì 6 marzo 2008

“Voti Binetti, e ti porti a casa Veronesi”

Veltroni sembra proprio troppo impegnato ad andare a scuola dai Simpson, per presentarsi come l'amico buono della porta accanto, che ti piomba in casa con mazzo di fiori e scatola di cioccolatini.
Intanto però imbarca i radicali. Commento ironico di don Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana: “Con questa legge elettorale, nove candidati radicali passano di sicuro: voti la Bindi e porti a casa la Bonino”. I Simpson e lo spot del Dixan.
D'accordo, le primissime priorità sono la monnezza di Napoli, la legge elettorale, il deficit economico, le famiglie che non ce la fanno ad arrivare alla fine del mese, la sicurezza… Però gradiremmo sapere anche dove il Pd va a parare su certi argomenti che ci stanno particolarmente a cuore...
Come cattolico, è noto, non sono mai riuscito a capire la posizione di quei cattolici che portano acqua ad una cultura della morte, qual è quella espressa dalla sinistra. Gente come la Binetti per me è, mi si perdoni l'espressione blasfema, un mistero della fede. La Bindi no, non è più neppure un mistero. Ma la Binetti, che si è trovata a combattere, in occasione del referendum sulla 40, nel fronte opposto a quello di Veronesi, ora chiederà un voto che andrà a favorire proprio il principale sponsor della cultura della morte. Lo slogan di don Sciortino potrebbe anche suonare così: “Voti Binetti e ti porti a casa Veronesi”.
E, se permettete, qui non si ride neanche più.
A cosa è servito votare la Binetti? A portare al governo, con Prodi, la famigerata Livia Turco, quella che ha fatto tutte le pratiche come si devono per introdurre in Italia la pillola RU486. Tra l'altro entrando pure in conflitto con la 194, di cui è paladina. Cosa vuol dire RU486? Vuol dire privatizzazione dell'aborto, aborto fatto in casa, senza che i medici si sporchino più le mani. Vuol dire donne ancora più sole, ancor più abbandonate a se stesse. Bene, quella pillola (grazie al governo Prodi, grazie a Livia Turco, grazie a D'Alema, grazie a Fassino, alla Finocchiaro, insomma, a tanta gente che ora milita a fianco di Veltroni), ha trovato la sua corsia preferenziale anche in Italia.
Che senso ha allora votare ancora la “teodem” Binetti?
Mi si dice che nella rossa Toscana, d'ora in avanti, i farmacisti che per obiezione di coscienza non vendono la pillola del giorno dopo, saranno invece obbligati a farlo, se non vorranno essere accusati di interruzione di pubblico ufficio. Non gli lasciano più nemmeno la libertà di coscienza.
Come si fa a non parlare di queste cose? Com'è possibile stendere un velo di omertà per una pura convenienza elettorale? E com'è possibile portare acqua a questa gente?Ieri a Radio Uno c'era un dibattito sui rapporti tra cattolici e politica. È l'argomento del giorno. Non mi ha stupito tanto Gavino Angius che ripeteva il solito ossessivo ritornello sull'ingerenza del Vaticano negli affari dell'Italia (è solo un'ossessione: il “Vaticano” parla a tutti i cattolici, i quali poi in prima persona riflettono e si regolano di conseguenza). M'impressionavano piuttosto gli interventi di certe radioascoltatrici che telefonavano in diretta e facevano questo tipo di ragionamento: “Io sono cattolica, ma non capisco perché la Chiesa si debba occupare delle leggi. La fede va vissuta nell'interiorità, non va imposta agli altri. E bisogna avere pietà delle persone, e bisogna portare la propria silenziosa testimonianza” etc. etc. Ecco, penso, questa è gente che vive su una nuvola, e che non ha nemmeno capito qual è la posta in gioco. La Chiesa, cioè noi cristiani, non deve occuparsi delle leggi? E chi se ne deve occupare, allora? Il cristiano deve avere pietà e compassione? E perché, non è pietà quella nei confronti di quelle quasi cinque milioni di vite soppresse in 30 anni di aborto legale? È un'imposizione della propria fede il combattere perché la barbarie dell'aborto scompaia dalla società?
Ci sono in giro cattolici che la pensano a quel modo. Costoro (che vivono la loro religiosità nel silenzio della sacrestia) hanno bisogno di silenzio, hanno le orecchiucce delicate. Loro testimoniano, con una retta condotta di vita, col sorrisino sulla bocca. E lasciano ad altri il compito di legiferare. Loro non si fanno problemi a dare il proprio voto alla Binetti, perché, in fin dei conti, è una brava persona.
Che il loro voto serva ai Veronesi, alle Bonino, ai Viale, è tutto sommato secondario. Quando c'è la fede… (Adattamento di Mario da: Gianluca Zappa, La Cittadella, 29 febbraio 2008)