giovedì 20 novembre 2008

Se “Amici” è più avanti, forse nelle scuole statali c’è qualcosa che non va.

C’è già una scuola ambitissima dai giovani, severissima, che costringe a una disciplina sfiancante, che dopo massacranti prove e giudizi aguzzini sforna vincitori e vinti. è Amici, di Maria de Filippi. Lo studente Domenico Primotici ne è stato sospeso per un mese per aver insultato l’insegnante, con la possibilità di esservi riammesso solo dopo aver superato un regolare esame di ammissione. Esattamente quello che è stato sottratto alla scuola di tutti: eliminare e demonizzare selezioni, impegno, disciplina, rispetto, competizione, valutazioni, è stato presentato come una vittoria. Il risultato è che troppi ragazzi sono oggi smarriti e arrabbiati. In genere non si sanno neppure descrivere: non si conoscono. La conversazione, arte che in adolescenza dava forma alle tensioni ideali, è pressoché ignota, a furia di sentire e pronunciare sentenze non motivate. Resi incapaci di guardare, vedere, sentire, ascoltare, descrivere, pensare, i giovani, poveri di vocaboli, sono diventati poveri di pensieri e sensazioni. Le sfumature sono ingoiate dal sistema binario dei contrari e tutto diventa uguale, uno scivolo per la droga. Così, chiedendo a un ragazzino perché sia bello il videogioco a base di massacri, mi sento rispondere che è bello perché è bello. Ma perché? Perché dà emozioni forti. Quali? Uccidere e scappare. Ti piacciono i cadaveri? Ma no, che c’entra! E fare una scoperta, salvare qualcuno, compiere un viaggio avventuroso? Boh. Non parliamo della cultura. Mai sentito nominare Quasimodo (corso universitario)? Quelli, diligenti, alzano la mano: è il gobbo di Notre Dame. Per maggiori informazioni, chiedere alle Iene. L’intelligenza è uno scrigno di talenti. Li sotterri, e li perdi tutti. I becchini, facile vederli, stanno sfilando in corteo. (Federica Formando, psichiatra, Tempi, 4 novembre 2008)

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