mercoledì 26 giugno 2013

I “matrimoni” fra gay sono una tappa della “IV rivoluzione”

Durante le lotte giovanili del 1968 a cui partecipai con “eroico furore” all’università e nelle piazze di Milano, alcuni amici mi passarono un libretto intitolato “Rivoluzione e Controrivoluzione” il cui autore - Plinio Corrêa De Oliveira, pensatore brasiliano - aveva studiato filosofia, storia e politica alla luce del Magistero della Chiesa e delle opere di molti autori cattolici specie dei secoli XIX e XX. Lo lessi e lo meditai portandomelo nello zaino e nella tasca della giacca a vento militare, mentre osservavo, confrontavo e verificavo quanto di “vecchio” e di “nuovo” accadeva sotto i miei occhi in quel periodo convulso e “accelerato” della nostra storia. Così mi convinsi che lo “schema” proposto in quelle pagine era rispondente alla realtà e appresi che la “Rivoluzione” consisteva, in ultima analisi, nel rifiuto del Decalogo e, particolarmente in epoca moderna, nel “processo” di scristianizzazione e allontanamento dalla Chiesa, cominciato da Lutero nel 1517; proseguito, poi, nel 1789 dalla rivoluzione in Francia; quindi da quella sovietica del 1917; e, infine, dalla rivoluzione del “Sessantotto”, detta “culturale” o “dei costumi” che, dopo le “tre” precedenti, può chiamarsi, a buon diritto, “IV Rivoluzione”.
Quest’ultima, per usare parole di San Paolo, poi riprese da Sant’Agostino, si situa “in interiore homine”, cioè nel cuore e nell’anima dell’uomo e ne permea pensieri e azioni: così - in estrema sintesi - se la 1ª era stata solo “religiosa” contro la Chiesa di Roma; la 2ª fu “religiosa” e “politica” con la persecuzione e l’uccisione di molti preti e suore, distruzione di artistiche abbazie, la soppressione dei corpi intermedi nella società e, da ultimo, l’assassinio rituale del Re nel 1793; la 3ª, “religiosa”, “politica” ed “economica” con l’abolizione della proprietà privata, la riduzione a numeri delle persone e la cancellazione completa della Religione, da Marx detta - appunto - “oppio dei popoli”; la 4ª, che emblematicamente si fa iniziare dal 1968 (ma si preparava da decenni e ancora oggi è in atto), conserva, aggiornati e riveduti, i tratti e le “conquiste” delle “tre” che l’hanno preceduta, in nome della “libertà assoluta” e del “relativismo” spinge al massimo grado le pulsioni e le tendenze disordinate, sempre esistite nella natura umana, e pretende, infine, - qui sta la novità enorme! - che lo Stato apponga ad esse il timbro della legalità elevandole a “leggi” codificate. Tutto ciò ha per fine la “ri-creazione” di un “uomo e un mondo nuovi” mediante la distruzione della Famiglia, da secoli difesa e pilastro portante dei singoli e delle società: nel “68”, infatti - oltre che di marxismo-leninismo, già bocciato dalla Storia - si parlò di cose che in Italia si sentivano allora per la “prima” volta: “divorzio”, “aborto”, aborto “post-natale”, “femminismo”, “liberazione della donna”, “rivoluzione sessuale”, “amore di gruppo”, “liberazione dei figli dalla famiglia e dalla scuola”, “fuga dalla famiglia”, “liberalizzazione delle droghe” e, perfino, “diritto dei fanciulli ad avere rapporti sessuali con adulti”…, e si invocarono “leggi” che li coonestassero e li legalizzassero.
Nel precedente “schema” delle “quattro” Rivoluzioni, il termine più ricorrente - come ognuno vede - è l’aggettivo “religioso” proprio perché esse sono legate da uno stesso filo rosso: la lotta alla Chiesa Cattolica e a ciò che resta della Cristianità.
Oggi, nel lungo lavorio demolitorio della Famiglia, la tappa attuale della “IV Rivoluzione” consiste nella introduzione del “matrimonio” fra persone dello stesso sesso e conseguente diritto di queste alla adozione di bambini (due papà e due mamme, cancellazione degli stessi nomi di “padre” e di “mamma”: una vera e propria rivoluzione antropologica mai vista prima, con conseguenze drammatiche!): in tal modo ciò che per millenni è stato ritenuto aberrante perché innaturale, vogliono farlo diventare naturale e, quindi, legittimo con qualsiasi mezzo; infatti a questo scopo vengono propalate a man salva, specie da televisioni e giornali, tante menzogne supportate da una gigantesca propaganda in cui i “padroni del mondo”, palesemente o da dietro le quinte, profondono montagne di dollari alla faccia della povertà, della fame, della sete, delle malattie e dei problemi veri e reali che affliggono l’umanità intera. Non conosciamo le tappe future; ma possiamo intuire che altre ve ne saranno non essendosi ancora toccato il fondo dell’imbuto: la “Rivoluzione”, infatti, è un “processo continuo” che non può fermarsi, pena la sua stessa fine!
Domanda: ma, in ultimo, cosa ci guadagna la Rivoluzione nel demolire il Diritto Naturale che, ormai, soltanto la Chiesa Cattolica difende?
La risposta/spiegazione non può che essere “religiosa”: coloro che dall’alto organizzano e propagandano il disordine morale nel mondo, non hanno alcun guadagno “materiale” o in moneta sonante (è l’unica volta che quei “padroni” monetieri della grande finanza mondiale non abbiano un tornaconto di soldi!) Il loro guadagno è solo e soltanto “spirituale” e “metafisico”; esso non consiste nella “liberazione” delle persone omosessuali che attualmente subirebbero discriminazione dalla società etc. etc. (tale “liberazione” è una delle tante favole raccontate per gli ingenui: a lorsignori non è mai importato nulla del “dolore”, vero o presunto, delle persone!), ma il loro “guadagno” sta nella soddisfazione superba, diabolica, prometeica e superumana di contrastare il Disegno di Dio; succede, però, che non potendo aggredire Dio, puro spirito che non vedono e non toccano, si rifanno sull’uomo che è Sua creatura e immagine: in passato, a tal proposito, si parlava di “misterium iniquitatis”; ora, però, il vocabolo “iniquitas”, troppo duro (e in latino poi!), non si usa più, ma la parola “mistero” resta tutta intera e chiede di essere comunque spiegata. Mi rendo conto che l’argomento diventa “difficile” anche per molti buoni fratelli cristiani che frequentano chiese e oratori non più abituati a simili discorsi; sicuramente fa sorridere gli intellettuali boriosi (professori, filosofi, gazzettieri di giornali, giullari, teatranti, cantastorie e sparaparole e applauditori a comando…) che dicono magari di essere atei, ma in realtà sono solo neopagani; ridono, infatti, i politici come Zapatero e Hollande (nonostante Parigi venga invasa a ondate da milioni di dimostranti contro le sue decisioni!); ridono i caudatari politicanti nostrani, ministri di governo, presidenti di qualcosa, sparsi trasversalmente nei vari partiti pure cosiddetti di “destra” e che scalpitano già pronti all’“azione” anche in Italia, piccoli esecutori di ordini calati dall’alto. Io, invece, immagino che i loro “superiori” stiano assisi nei sinedri di logge massoniche e non ridano affatto; costoro, anzi, credono in Dio (anche il Diavolo ci crede, e come!) ma Lo odiano insieme al Suo Disegno, al Suo Vangelo, alla Religione, alla Chiesa Cattolica e, in definitiva, all’uomo stesso.

Chi di noi va a messa ogni Domenica (ma anche chi non ci va) e che, frastornato da tante chiacchiere, non sa spiegarsi il perché di molte cose che sembrano “accadergli” intorno come fulmini improvvisi e, soprattutto, sbalordisce per quell’odio, questi, oltre alle parole di Gesù (“Sarete odiati da tutti per causa mia” Lc 21, 17 o “ Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me” Gv 15, 18), dovrebbe sapere che la “Rivoluzione” è un processo di secoli di cui il “matrimonio” gay è soltanto l’ultimo (per ora!) segmento e che, per capirci qualcosa di più, dovrebbe ripassare anche il capitolo della Storia dell’Umanità che qualcuno chiama “Prologo in Cielo”: quello dove si parla di “Angeli ribelli”, di Michele, di Lucifero, di “inimicizia con la Donna”, di “peccato originale”… In caso contrario, senza la interpretazione/spiegazione di quell’“antefatto” misterioso e lo studio/conoscenza di quel processo secolare, volendo leggere e magari, per carità verso se stesso e il prossimo, reagire al “Male”, rischia di dare inutili calci al vento!
Ad ogni buon conto, io, ultimo “quidam de populo” (leggi: “signor nessuno”), sono felice di trovarmi su questo argomento, per dir così, “metafisico”, in ottima e autorevole compagnia: Papa Francesco, infatti, quando era cardinale a Buenos Aires, a proposito di legalizzazione dei “matrimoni” gay che la brava presidentessa argentina, signora Kirchner, stava attuando, così ha risposto a delle suore che gli chiedevano lumi: “Questa non è semplicemente una lotta politica, ma un tentativo distruttivo del disegno di Dio. Questa è una “mossa” del padre della menzogna che cerca di confondere e ingannare i figli di Dio”.
A questo punto perché aggiungere altre mie povere parole ad un discorso già chiarissimo?


(Fonte: Carmelo Bonvegna, Miradouro.it, 30 maggio 2013)
 

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