giovedì 18 febbraio 2016

Sdoganamento della sodomia e papocchi sul ddl Cirinnà. Lettera aperta a Maurizio Lupi

Caro Lupi, ieri sera, erano circa le 20, ho sentito l’intervista che hai rilasciato al programma “Zapping” di Rai1. Inevitabilmente, il discorso verteva sul tema del giorno, le unioni civili e il ddl Cirinnà.
Ho scaricato la tua intervista dal sito di Rai1. Si può ascoltare cliccando qui. Più o meno al minuto 1 e 34 secondi tu affermi che è venuto il momento in cui il Parlamento deve riconoscere i “diritti e doveri di coloro che, pur appartenendo allo stesso sesso, vogliono vivere liberamente la propria affettività”. E affermi che questa “assunzione di coscienza” è una conquista di civiltà. Non sto facendo manipolazioni o interpretazioni. Basta ascoltare le tue parole.
Caro Lupi, un’affermazione di questo tipo comporta un riconoscimento della sodomia come “normalità” e, anzi, come “normalità” meritevole di specifica tutela giuridica. Se ne deduce che la sodomia ha quella rilevanza di interesse pubblico per cui la legge deve darne una precisa regolamentazione.
Scusa, caro Lupi, ma tu non sei, o almeno eri,cattolico? Non costituisce per te alcun ostacolo il fatto che il peccato contro natura sia uno dei quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio?
Ti prego, non rispondermi dicendo che la sodomia esiste, che le coppe di pervertiti sono sempre esistite. Potrei obiettarti che sono sempre esistite le rapine e i rapinatori (e tu, da buon cattolico, sai bene che una rapina è molto meno grave di un atto di sodomia), ma nessuno si è mai sognato, almeno per ora, di proporre una legge che regolamenti diritti e doveri dei rapinatori, o degli assassini, o dei ladri, e compagnia bella. Ma se vogliamo uscire dal campo criminale, conosco un gruppo di ottime persone che ogni sabato, alle 17, in un bar vicino a casa mia, si ritrovano per giocare a biliardo. Ti assicuro che alcuni di loro sono dei veri campioni. A quando una legge che regolamenti diritti e doveri dei giocatori di biliardo? Già, perché se basta che un fenomeno “esista” per essere degno di tutela giuridica, entriamo in un discorso infinito. Possiamo invocare la tutela dei salumieri,degli appassionati di uncinetto, dei collezionisti di figurine, dei dog-sitter, eccetera, eccetera, eccetera.
Ma non scherziamo, questi sono argomenti tragicamente seri.
È inutile, caro Lupi, che nel seguito della tua intervista tu ti affanni a dire che però tu e il tuo gruppo parlamentare affermate con forza che le “unioni civili” sono cosa diversa dal matrimonio e che non accetterete mai la “stepchild adoption”. Non sei un ragazzino e sai benissimo che il ddl Cirinnà è solo l’anticamera per far digerire con garbo e vaselina i passi successivi, grazie anche all’ausilio di una magistratura che, Corte Costituzionale in testa, ha un’onorevole tradizione di conformismo da difendere.
Dunque per te è cosa ovvia, anzi, è una conquista di civiltà che la “legge” – e sai benissimo che nella mentalità comune, ciò che è “legale” diviene poi anche “giusto” – dia un riconoscimento all’omosessualità.
In occasione del Family Day, presente al Circo Massimo, avevi affermato quanto segue su Twitter: “Al circo Massimo con due milioni di amici per dire che la famiglia è una sola: padre, madre e figli”. E: “Familyday 2016 contro le ideologie non contro le persone: per un bambino avere un papà e una mamma è un diritto”.

Bene. “La famiglia è una sola”. E allora il pasticciaccio brutto della Cirinnà cosa va a creare, se non una simil-famiglia? Se tu eri al Circo Massimo, non eri tra quelli che manifestavano per dire “No” al progetto devastante della Cirinnà? Mi sembra che ci sia un tantino di confusione.
E torno all’unica domanda che davvero mi interessa: ma tu non sei, o eri, cattolico?
Vado al tuo sito internet e leggo una lettera che tu hai scritto al direttore del settimanale Tempi (clicca qui). Mi limito a riprendere, anche qui, alcune frasi dette da te:
Io faccio politica con due criteri: lavorare per costruire il bene comune in base all’ideale di bene che ho incontrato e che continuo a vivere in un’esperienza di popolo. E, secondo, rispondendo responsabilmente alla realtà, alle condizioni che la realtà oggi mi pone”.
L’ideale, non lo nomini. Poi, scusa, forse sono tonto, non riesco davvero a capire cosa mai voglia dire che questo “ideale”, che pudicamente non nomini, lo vivi in una “esperienza di popolo”. Boh.
E poi:
Per essere chiari: ci sta veramente a cuore una buona legge sulle unioni civili (che dobbiamo fare in ossequio a una sentenza della Corte costituzionale) che non assimili il nuovo istituto al matrimonio e che non permetta l’adozione alle coppie omosessuali. O in realtà ci interessa solo – e le unioni civili sono il pretesto – la caduta del governo?
Mi fermo qui con le citazioni, tanto basta leggere per intero la lettera linkata sopra, in cui non manca la spiegazione sul perché tu e i tuoi continuate a dare l’appoggio a questo governo.
Da questa lettera io credo di poter dedurre che, oltre che considerare la sodomia degna di tutela giuridica, tu in ogni caso ti senti “obbligato” ad agire in un determinato modo in obbedienza alla Corte Costituzionale.
E insomma, con molta franchezza voglio dirti una cosa. Dato che è una cosa spiacevole, permettimi di fare una piccola premessa:
·         Mi sento di parlarti in modo spiacevole perché entrambi proveniamo dalla stessa esperienza, ossia dall’educazione ricevuta da un vero cattolico, un uomo di una Fede indiscutibile, don Giussani.
·         E mi sento di parlarti in modo spiacevole perché lo scorso anno, quando i tuoi amici di quel governo che ti ostini a sostenere ti estromisero con una vera manovra mafiosa, io fui uno dei pochi ad alzare la voce in tua difesa (clicca qui).
Non cambio una virgola di quanto scrissi a suo tempo in tua difesa. Ma ora posso solo constatare che anche tu ti sei gettato a capofitto in quel gioco del massacro che è la perenne illusione di poter fare chissà quali astutissime manovre per “limitare i danni”, magari per arrivare all’inevitabile “male minore”, salvo poi presentare il pasticcio come una vittoria.
Che tristezza, caro Lupi! Sei andato in piazza contro il ddl Cirinnà ma comunque tu non volevi bloccare ad ogni costo la proposta sciagurata. Basta leggere la tua lettera al direttore di Tempi. Quindi, scusami il parlar chiaro, non ti pare di aver preso in giro le tante persone del Circo Massimo?
Che tristezza! Il tuo “bacino di voti” è Comunione e Liberazione che è, o meglio dovrebbe essere, un “movimento ecclesiale”. D’accordo che l’attuale Comunione e Liberazione non hai più nulla a che vedere con l’insegnamento di Don Giussani, ma è davvero deprimente che tu non abbia nemmeno il coraggio di nominare la Fede cattolica e ti rifugi in un gioco di parole del tipo “’ideale di bene che ho incontrato e che continuo a vivere in un’esperienza di popolo”. Ma che mai vuol dire?
A giustificazione del tuo agire tu parli della Corte Costituzionale. Stupendo. E cos’è la Corte Costituzionale? È un consesso di signori che non detengono la verità, lo sai meglio di me.
Ma se la Corte Costituzionale emette una sentenza contraria alla legge di Dio, tu per chi scegli? Per la legge di Dio o per l’ossequio alla Corte Costituzionale?
La risposta è nei fatti, caro Lupi, ed è una risposta molto triste.
Vorrei aggiungere un’ultima considerazione. Tu non sei un parlamentare “qualsiasi”. Sai benissimo che tante persone, perlopiù tanti ciellini, ti vedono come l’esempio del “far politica” di un cattolico. Hai una responsabilità enorme, perché sei un personaggio pubblico.
E quale esempio tu hai dato? Un cattolico che non ha il coraggio di dire in Parlamento: “Cari signori, qui si sta legiferando in totale spregio della Fede cattolica, dei diritti di Dio, quindi si può andare solo alla rovina. Quindi mi ritiro, perché non voglio condividere le tragiche responsabilità che vi state assumendo”.
Non credo che tu sia così ingenuo da credere ancora di poter fare chissà quali astutissime manovre per sistemare tutto. Sai perfettamente che la strada del disastro è già tracciata e decisa. Scusami, ma dov’è finita, per te,la regalità di Cristo? Non dovrai anche tu, come tutti noi, rendere conto a Cristo giudice?
Ritorno all’inizio dell’articolo per chiederti: come può un cattolico “sdoganare” tranquillamente la sodomia, uno dei quattro peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio?
Ti sei assunto delle responsabilità pesanti, caro Lupi. Inoltre hai gettato ulteriore confusione nel “popolo” ciellino, e davvero non ce n’era bisogno. Ci pensa già Don Julian Carron, che come creatore di confusione non teme concorrenti.
E per chiudere mi rifaccio alla tua lettera al direttore di Tempi: pensi davvero che per conseguire il bene comune si possa andare contro la legge di Dio?

(Fonte: Paolo Deotto, Riscossa Cristiana, 16 febbraio 2016)


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