venerdì 23 maggio 2008

Ripartire dalla famiglia

Il Forum delle Associazioni familiari ha depositato qualcosa come più di un milione di firme di cittadini che chiedono allo Stato italiano una politica più giusta per le famiglie. Noi abbiamo votato PDL perché in campagna elettorale il suo leader si è impegnato formalmente a dare una svolta alla politica italiana proprio in questo settore.
L'Italia è in tremendo ritardo, non è un Paese serio (per dirla alla Travaglio su un argomento di cui a Travaglio non frega proprio un bel niente) e risulta in gravissimo ritardo rispetto, per esempio, a Germania e Francia. Nella prima, le tasse per una famiglia con due figli sono la metà rispetto alle nostre; nella seconda addirittura un ottavo. In Italia metter su famiglia e fare figli è un autentico lusso. Scandaloso. Ma, evidentemente, questo problema non rientra nelle priorità di certi predicatori di piazza che vanno per la maggiore.
Un milione di firme è un grido di popolo. Ma non se ne parla più di tanto La notizia non merita approfondimenti e talk-show televisivi o vaffanculi in piazza. Le famiglie con figli, con i loro gravissimi problemi quotidiani, non fanno scalpore come le associazioni gay che reclamano diritti per minoranze numericamente marginali. Questo è un dato allarmante, il segnale di un'informazione che distorce la realtà del Paese.
Le famiglie hanno lanciato il loro, forte, grido di dolore. Ed ora si aspettano che il Governo le ascolti. E noi ci aspettiamo proprio questo. Non abbiamo mandato al Governo il PDL solo perché colpisca l'immigrazione clandestina e criminale o perché tolga l'ICI sulla prima casa o risolva la questione dei rifiuti a Napoli o faccia il federalismo. Qui c'è un'emergenza vera ed immediata, ed è l'emergenza famiglia, di quella comunità educante che tutti chiamano in causa quando le cose non vanno, ma che nessuno aiuta. Che un single con 30mila euro di reddito sia un benestante e una famiglia con le stesse entrate e tre figli debba sopravvivere, è uno scandalo che non può più essere sopportato. Si deve cominciare dalle deduzioni del costo di mantenimento di ogni familiare a carico, per arrivare al quoziente familiare.
Bisogna ripartire dalla famiglia. Noi vogliamo che l'attuale Governo dia un chiaro segnale. E attenzione, non è tanto e solo un problema economico, ma di cultura. Bisogna far capire agli italiani che lo Stato tiene alla famiglia, valorizza la famiglia, sostiene la famiglia. Ora è possibile, perché le forze al governo del Paese hanno un background culturale che condivide questa impostazione, laddove invece il governo di centrosinistra era in ostaggio di forze che non avevano nessuna volontà di dare il giusto rilievo alla famiglia. Anzi, diciamocelo chiaramente, c'è una vera e propria cultura contro la famiglia tradizionale, come del resto dimostra il fatto che in questo caso i problemi reali della gente non trovano spazio sui mezzi d'informazione.
Noi ci auguriamo che la politica di sostegno alla famiglia ottenga una corsia preferenziale, rientri tra le reali priorità di questo Governo. Se così sarà, il centrodestra avrà fatto il bene del nostro Paese e potrà anche mantenere il consenso dell'elettorato. In caso contrario, sarà l'ennesima occasione buttata al vento, e una grande delusione per chi ha creduto in un progetto davvero innovativo e rivoluzionario.
Intanto ci sono lì quel milione e passa di firme col loro grido di dolore. Non ascoltarlo sarebbe un errore madornale. (Gianluca Zappa, La Cittadella, 17 maggio 2008)

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