venerdì 23 maggio 2008

Roma: il Sindaco Alemanno, il Papa e i collettivi studenteschi.

“È importante che in questo momento storico ci sia una figura come quella di Papa Ratzinger. Il fascino che emerge da questo pontificato è quello di un mite rigore e della capacità di trasmettere rigore nella bontà e nella mitezza”. Lo ha detto il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno (nella foto con il Santo Padre), nel corso del suo intervento alla presentazione del libro 'Benedictus', scritto dal vaticanista Giuseppe De Carli, dedicato appunto al Santo Padre. Alemanno ha proseguito il suo intervento affermando che ''se Papa Wojtyla è stato colui che ha sconfitto spiritualmente il comunismo, mi auguro che questo Papa sconfigga l'edonismo, la società molecolare e consumistica che non ha identità da trasmettere ai giovani”'.
Alemanno ha quindi ricordato due momenti che lo legano a Benedetto XV: “il primo lo ricordo con molto affetto ed emozione: ero con mia moglie Isabella in Piazza San Pietro quando ci fu l’elezione. Ma ho anche un ricordo brutto: quando il consiglio comunale non riuscì a esprimere solidarietà al Papa dopo la vicenda della Sapienza”'.
Alemanno, infine, raccontando la fin qui breve esperienza da Sindaco, ha detto che “'questa città sta cercando un'identità profonda che non può essere costruita nella ipocrisia sociale, non ci può essere integrazione senza un baricentro in cui far sentire l'anima di Roma”'. “'Lunedì aprirò il consiglio comunale e in quell'occasione inviterò il Pontefice in Campidoglio per cancellare l'offesa ricevuta all'apertura dell'Anno accademico della Sapienza”', ha poi annunciato Alemanno, che ha parlato di ''un'offesa ricevuta dal Papa a cui l'allora consiglio comunale non riuscì a trovare una maggioranza per dare la più elementare solidarietà”.
Come al solito il coordinamento dei collettivi studenteschi della Sapienza si oppone, continuando a difendere l’ignobile gazzarra camuffata da difesa al oltranza della “laicità della scienza”: «Una provocazione inutile e strumentale» tuonano. «Il sindaco Alemanno è libero di invitare in Campidoglio chiunque voglia: ma troviamo inaccettabile che Alemanno leghi il suo invito a un fatto che non ha niente a che fare con il Comune, facendo passare gli studenti contestatori come dei facinorosi che offesero il pontefice. Tutto ciò che rivendicammo era la laicità dell’università e il diritto democratico di dissentire». Critiche alle affermazione di Alemanno arrivano anche dagli studenti della Rete per l´Autoformazione, che in una nota precisano che «le affermazioni provocatorie del primo cittadino non sono altro che un modo per demonizzare i collettivi studenteschi e i docenti che si opposero alla visita di Ratzinger». Una posizione facilmente prevedibile.
Del resto sembra che questi “collettivi” non abbiamo nient’altro di meglio da fare. Sapevo che l’università era la cattedrale del sapere, dell’educazione, della civiltà, dell’apertura mentale… ma oggi invece, scusate, si ha l’impressione che sia ridotta a punto di convergenza di prepotenti ignoranti, imbottiti di slogan e di luoghi comuni, purché “rivoluzionari”, che hanno come risultato concreto quello di dimostrare alla società la loro pochezza intellettuale di nullafacenti.

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