mercoledì 6 luglio 2011

Vito Mancuso: un “cattolico democratico” senza essere cattolico

Commentando la nomina del cardinale Scola a Milano, ha spiegato che “la questione è politica” (curioso modo di considerare la Chiesa): siccome la Curia di Milano è stata per trent’anni nell’orbita di Martini e della sua corrente, secondo Mancuso tale doveva restare.
Invece con Scola il “cattolicesimo democratico” avrebbe subito – a suo dire – “un’umiliazione pesante” perché avrebbe perso “l’unico punto di riferimento nazionale”.
Benedetto XVI – afferma l’intellettuale di Repubblica – scegliendo Scola ha scelto di “contrastare frontalmente” la linea “cattolico democratica”. Testualmente scrive: «ai cattolici progressisti di questo paese è stata tolta anche l’ultima possibilità di avere un punto di riferimento nella gerarchia, e non so se questo sia davvero il volere dello Spirito Santo che ha sempre amato il pluralismo visto che di Vangeli ne ha ispirati quattro, e non uno solo”.
In pratica, se così stessero le cose, dovremmo concludere che il papa ha deciso di restituire a Milano il cattolicesimo tout court, senza aggettivi. E ci sarebbe solo da rallegrarsene.
Ma la chicca dell’articolo di Mancuso è quella in cui si apprende che egli è il confidente segreto dello Spirito Santo. Evidentemente lo Spirito Santo ha detto a Mancuso che sarebbe stato meglio Ravasi.
La singolare idea del cattolicesimo che ha Mancuso è stata bocciata duramente, mesi fa, da Civiltà Cattolica e da Vincenzo Vitale nel libro “Volti dell’ateismo”.
Quelle pagine mostrano che Mancuso sarà anche all’interno del “cattolicesimo democratico”, ma – visti tutti i dogmi di fede che nega (quali peccato originale, immacolata concezione, immortalità dell'anima, eternità dell'inferno) – sta sicuramente al di fuori del cattolicesimo autentico.
Mancuso, per esempio, nega la dottrina del peccato originale;  a suo dire sarebbe stato inventato nel V secolo da S. Agostino e nel 418, al Concilio di Cartagine, la Chiesa avrebbe reso dogma questo pensiero. Egli ignora il pensiero di San Paolo, all’origine del cristianesimo, e quindi molto prima di Agostino. A suo dire in san Paolo vi sarebbe soltanto il parallelismo fra Adamo e Cristo. Possibile che un sedicente teologo cattolico non abbia presente che San Paolo ha scritto, all’incirca nell’anno 58, la fondamentale Epistola ai Romani e che nel capitolo quinto di tale Epistola si trova già espressa nel dettaglio la dottrina del peccato originale? Non contento di quella topica Mancuso nega che il peccato originale sia una condizione dell’uomo e insiste nel dire che la Chiesa imputa agli uomini un peccato non commesso. Mah, c’è da invitare Mancuso a leggersi almeno il Catechismo della Chiesa Cattolica dove sta scritto a chiare lettere che il peccato originale è stato da noi “contratto”, ma non “commesso”, e che è “condizione di nascita e non atto personale” (n. 76).
Chissà a quale vangelo allude Mancuso, quando parla del “suo” vangelo: esiste forse un vangelo “cattolico democratico” o “progressista”? E dei quattro che abbiamo, quale sarebbe in particolare?

(Liberamente tratto da Antonio Socci, Libero, 26 giugno 2011)

1 commento:

mafaldella ha detto...

un cretino in poche parole!! si come piace al parrucchino di augias;-) anzi al tirobacio del signor luminare illuminato illuminicchio augias;-))