giovedì 31 dicembre 2015

Follia gender. A Madrid sfilano i Re Magi donna

A Madrid arrivano le Regine Maghe. Melchiorra e Gasparra sfileranno per le vie della capitale spagnola. Non è un anticipo di carnevale, bensì l’ultima trovata di Ahora Madrid, partito di area levantina che vuole introdurre le quote rosa anche nel famoso trio dei Re Magi. Dalla mascherata gender è scampato Baldassarre perché tradizione vuole che sia nero e quindi il politicamente corretto non poteva femminizzare anche costui. Gli asiatici e i caucasici invece posso anche darsi al transgender.
E così il prossimo 5 gennaio, una giorno prima dell’Epifania, nei distretti capitolini di Puente de Vallecas e San Blas-Canillejas la tradizionale Cabalgata de los Reyes Magos vedrà almeno uno dei Re Magi essere impersonato da una donna, seppur con abiti di foggia maschile. Se le Regine Maghe sono le benvenute, non così si può dire per gli 800 studenti del collegio cattolico Arenales che avrebbero voluto partecipare alla sfilata con un proprio carro e a proprie spese, ma che si sono visti rispondere picche dall’amministrazione comunale. Il motivo? Nell’istituto sono previste classi di soli maschi e classi di sole femmine. Poco importa poi che tale tipo di educazione divisa opportunamente per sessi riguardi solo il 10% di tutti gli studenti. Bastano dieci reprobi su cento giusti perché – secondo il principio rovesciato che determinò la distruzione di Sodoma e Gomorra -  un’intera scolaresca sia messa al bando. Le Regine Maghe non vengono mica per i baciapile. 
L’iniziativa dei trans Re Magi ha suscitato un bel polverone mediatico e politico soprattutto perché alla sfilata assistono molti bambini che potrebbero rimanere a dir poco confusi a vedere Melchiorra e Gasparra sui cammelli a posto dei loro omologhi maschi. Ma il sindaco Manuela Carmena tende a minimizzare: «Il bello del travestimento è che si tratta di un gioco, un gioco molto dignitoso». Provassero quelli della giunta comunale madrilena a giocare con i simboli e i personaggi dell’Islam. Nell’agone della polemica sulle Regine Maghe è sceso anche il sinistrorso quotidiano El Pais, elencando alcuni motivi per cui è bene che i Re Magi lascino spazio alle loro consorti durante la Cabalgata per le vie di Madrid. 
Il primo motivo fa riferimento al fatto che nei Vangeli non è esplicitato il sesso dei Magi. Forse è più cretino che falso sostenerlo, ma riguardo a quest’ultimo punto i Vangeli usano il sostantivo plurale maschile (e l’originale greco di Matteo usa “magoi”, appunto il nominativo plurale maschile), potendo usare il sostantivo plurale femminile se fossero state delle Regine a recarsi a Betlemme (cosa poi da escludere dato che per “magio” si intende una via di mezzo tra uno scienziato e un sacerdote, cariche a cui in linea di massima erano escluse le donne nel lontano Oriente). El Pais poi scrive che dato che nella sfilata compaiono un po’ di soggetti bizzarri, tra cui personaggi dei fumetti, fatine e bande musicali, non si vede perché scandalizzarsi per la presenza di donne nelle veci dei Re Magi. 
Insomma, dato che è una carnevalata possiamo buttarla in burla su tutta la linea. E infatti il sindaco Carmena ha tenuto a precisare che «il Natale è una festa sigillata da una cultura millenaria, una festa simultaneamente cristiana e pagana». Facile rispondere che il Natale è festa solo cristiana che sicuramente è stata paganizzata da chi cristiano non è, ma adora altre divinità come il consumismo con cui campa anche Madrid. Che la giunta comunale madrilena non nutra simpatie filo cristiane lo si era capito già ad ottobre quando il primo cittadino annunciò che voleva abolire il tradizionale allestimento del presepe a Plaza Cibeles perché «il Comune non è dei cattolici». Il Comune non sarà stato dei cattolici, ma dato che le tradizioni religiose invece sono dei cristiani, il sindaco dovette far marcia indietro di fronte alle proteste che suscitò la sua decisione e quindi fu costretta a dare il proprio placet al presepe seppur in forma ridotta. 
Ma la giunta presieduta dalla Carmena ha preso di mira anche la Settimana Santa, equiparandola al ramadam e al capodanno cinese. L’amministrazione comunale, infatti, sborserà l’anno prossimo 150 mila euro per contribuire ad ognuno di questi tre eventi, tanto per tentare di svilire nella coscienza collettiva l’importanza della Pasqua di Nostro Signore. Ma torniamo a Melchiorra e Gasparra. Come avevamo già appuntato da queste colonne, il presepe da anni è luogo di devastazione ideologica, opportunità da sfruttare per pubblicizzare le proprie idee a favore del femminismo, del gender, dell’omosessualità e così via. 
Dire che se ne fa un uso strumentale è bene poco. In realtà è un uso sacrilego, è fare violenza al sentimento religioso dei più, anche di chi non è frequentatore abituale della messa domenicale, perché insultare le statuine del presepio è offendere la sensibilità di tutti quelli che vedono, seppur in modo a volte solo epidermico, in questa popolare opera d’arte qualcosa comunque di sacro, di trascendente, di puro ed innocente. Nelle mani invece dei novelli Erode la strage dell’innocenza continua ancor oggi al fine di sfrattare dalla capanna la Sacra Famiglia e far entrare a suo posto la Dissacrata Famiglia composta da gay e travestiti.

(Fonte: Tommaso Scandroglio, La nuova bussola quotidiana, 31 dicembre 2015)


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