giovedì 26 marzo 2009

Siamo orgogliosi di appartenere alla “Chiesa del no”

“La Chiesa del no”. È il titolo di un recente volumetto del vaticanista della Repubblica Marco Politi, scritto con evidenti intenzioni critiche e anti-ecclesiali. L’autore se la prende ovviamente con Papa Benedetto XVI perché, a suo giudizio, continua imperterrito a dire i suoi “no” categorici.
Facciamo notare subito come quasi mai, purtroppo, la qualifica di “vaticanista” coincida con un conoscitore autentico delle cose di Chiesa. Un motivo in più, questo, per non continuare a confondere semplicemente, anzi semplicisticamente, il Vaticano, ossia lo Stato della Città del Vaticano, con la Chiesa, realtà infinitamente superiore quanto l’universale disegno di Dio, che ha posto nelle mani della Chiesa e dei suoi legittimi Pastori, la chiave della verità e della grazia.
Forse il nostro “vaticanista” di turno non sa, o non vuole sapere, che la Chiesa cattolica si è sempre distinta proprio per i suoi “no” che hanno segnato la storia. Il primo “no” è uscito dalla bocca stessa degli Apostoli, i quali all’ingiunzione categorica del sinedrio di Gerusalemme di non predicare più Gesù e il suo Vangelo, opposero immediatamente un secco: “Noi non possiamo tacere …” (At 4,20). Non bastarono i flagelli e la prigione a far recedere gli Apostoli da questo “no”.
Un altro celeberrimo “no” è quello che oppose il vescovo di Milano, Sant’Ambrogio, nientemeno che all’Imperatore Teodosio. A costui, che si era macchiato di un terribile delitto di strage e pretendeva, come al solito, di assistere ai Sacri Riti, Ambrogio oppose il suo irremovibile “no”, obbligandolo a lasciare il tempio, impedendogli la partecipazione al rito che il vescovo presiedeva.
Un altro “no” la storia lo recensisce sulle labbra del Papa Clemente VII, il quale, richiesto ripetutamente dal re d’Inghilterra Enrico VIII di emettere a suo favore una sentenza di divorzio, oppose il “no” da cui scaturì quello scisma d’Inghilterra che perdura tutt’ora.
Potremmo aggiungere il celebre “non possumus” del beato Pio IX, il quale rifiutò di riconoscere, come legittima, l’invasione dello Stato Pontificio e la dichiarazione di Roma capitale d’Italia, dando così origine a quella “questione romana” che solo nel 1929 Papa Pio XI coraggiosamente dichiarò conclusa.
Sì - è una gioia riconoscerlo -, la Chiesa cattolica è sempre stata la Chiesa del “no” e non potrebbe non esserlo ora che sul soglio di Pietro siede un meraviglioso e prudentissimo Pastore, il quale, in fatto di dottrina e di morale, è illuminato come pochi.
Sì, la Chiesa di Gesù dice di no a quell’orrida pedagogia di morte, che soltanto poche settimane fa ha celebrato i suoi trionfi con Eluana, per difendere ad oltranza, rimanendo spesso da sola, il diritto alla vita di ogni essere umano, dal suo inizio al suo naturale compimento.
La Chiesa dice di no a quella indegna ecatombe di embrioni umani congelati e fatti servire - orrore! - alla cosiddetta “ricerca scientifica”. La Chiesa dice di no a tutto ciò che in qualsiasi maniera leda la dignità di ogni essere umano, per quanto piccolo ed umile esso sia. La Chiesa di Gesù dice di no all’oppressione dei deboli da parte dei potenti e dei forti. La Chiesa di Gesù dice di no alla indegna violazione dell’innocenza dei piccoli, per i quali è spalancato il regno dei cieli. La Chiesa dice di no ad ogni ingiusta discriminazione, in nome della razza, del colore della pelle, del censo, della religione, della nazionalità.
La Chiesa dice di no a quella planetaria ingiustizia che mentre vede i pochi gavazzare nell’abbondanza e nello spreco, lascia morire di fame e di epidemie milioni di esseri umani. La Chiesa dice di no allo sfascio della famiglia eterosessuale, monogamica e indissolubile. La Chiesa dice di no ad ogni forma di corruzione e di lesione della giustizia fondata sulla legge divina.
La Chiesa, in definitiva, dice di no, sempre e comunque, a tutto ciò che è male, riconosciuto come tale secondo la divina legge e la coscienza bene informata, contro ogni relativismo di comodo.
Questa e non altra è la Chiesa che Gesù ha voluto e fondato. Questa è la Chiesa sapientemente guidata, oggi, da Benedetto XVI. Questa è la Chiesa a cui gioiosamente e orgogliosamente apparteniamo.

(Fonte: Petrus, 10 marzo 2009)

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