giovedì 11 ottobre 2012

Un libro da leggere e meditare: “Credo in Gesù Cristo” di Mons. Brunero Gherardini

Si è svolta presso la Fondazione Lepanto [cui ho partecipato con grande soddisfazione] la presentazione del testo Credo in Gesù Cristo. Meditazione teologica sul Cristo della Chiesa (Edizioni VivereIn, Roma 2012, pp. 321 , € 22,00 ) di Mons. Brunero Gherardini, uno dei più noti teologi contemporanei. Sono intervenuti, oltre all’autore, Mons. Renzo Lavatori e il prof. Roberto de Mattei. Il dibattito è stato aperto dal prof. de Mattei, con una riflessione sul ruolo dei teologi: la difesa delle verità della Fede contro gli errori del loro tempo.
In questo senso, individuando nella Teologia la vera Scientia Fidei, la figura del teologo corrisponde indubbiamente a quella di uno scienziato, che deve tuttavia presupporre un sostrato più profondo e imprescindibile: essere uomo di fede. Oggi la Fede attraversa una crisi profonda e di ciò sono corresponsabili i teologi stessi che hanno portato più confusione che chiarezza nei fedeli. Da questo punto di vista l’opera di Gherardini è una luminosa eccezione. I suoi ultimi testi, ben inseriti in una produzione complessiva di parecchie decine di pubblicazioni, hanno il pregio di offrire un orientamento definito, perfettamente coerente con quella che già Benedetto XVI, nel discorso pronunciato il 22 dicembre 2005, ha definito «ermeneutica della continuità».
Ha quindi preso la parola Mons. Renzo Lavatori, docente presso l’Università Urbaniana, che ha subito precisato la natura del libro oggetto della conferenza. Un lavoro che pur essendo scientifico, rappresenta anzitutto una dichiarazione di adesione totale e incondizionata alla Divina Rivelazione. Non un puro trattato cristologico, né una manifestazione di fede inconscia, bensì un’immersione consapevole e critica nel Mistero, attraverso una meditazione – come richiamato nel titolo stesso del libro – che ci accompagna nella contemplazione di quella realtà stupenda che è Cristo. Un Cristo presentato al lettore al di fuori di ogni soggettivismo, che troppo spesso ha contraddistinto la teologia degli ultimi decenni. È il Signore Gesù letto con la lente della tradizione e non secondo l’ermeneutica di una corrente o di un autore, ma secondo l’insegnamento della Chiesa.
Ulteriore grande merito di Gherardini è il superamento della discussione su quale sia prevalente tra natura umana e divina in Gesù. Il Salvatore rappresenta infatti un unicum perfetto: Egli è perfettamente Dio e perfettamente uomo all’un tempo e guardando a Lui ciascuno realizza più a fondo a cosa l’uomo debba tendere. Questo testo assume allora una triplice dimensione: antropologica, teologica e cristologica. Siamo posti di fronte al vero Gesù della Fede, contemplato e meditato dalla teologia della Chiesa da sempre e per sempre, il Gesù dei Cieli disceso sulla terra e non quello della terra elucubrato dai moderni.
La parola è quindi passata allo stesso Mons. Gherardini, il quale, ringraziando ed apprezzando l’analisi di Lavatori, ha ritenuto di aver poco altro da aggiungere, salvo specificare la genesi peculiare che il testo ha avuto. Ha ammesso di aver dovuto vincere una certa soggezione nell’accostarsi ad un soggetto tanto complesso. E poi, cosa scrivere? Nella contemplazione del Cristo tutto è insufficiente. La soluzione è allora quella di rifarsi alla Chiesa. Semplicemente e docilmente alla Chiesa. Seguendo questa via, l’autore ha confidato di essersi trovato a scrivere di getto, quasi sotto dettatura, tanto naturale e fonte di gioia gli è stato lo scrivere. È un libro nato in brevissimo tempo con cui “Gherardini trasmette”, per riprendere le parole di Lavatori, «il frutto di anni di sacerdozio oltre che di studio». Una lettura sicuramente da consigliare; fonte di scienza e spunto di riflessione per l’intelletto e per l’anima.

(Fonte: Andrea Giannotti, Uno studio di Mons. Gherardini che si fa contemplazione, Corrispondenza Romana, 10 ottobre 2012)

 

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