giovedì 5 maggio 2016

Utero in affitto, un'altra Caporetto cattolica

Alla fine Area popolare e tutti i cattolici della maggioranza hanno ottenuto la foglia di fico che permette loro di votare la prossima settimana il testo sulle unioni civili. La Camera mercoledì pomeriggio ha infatti approvato le mozioni sulla maternità surrogata presentate da Pd, M5S, AP e parte di quella di Forza Italia e Sinistra Italiana. Bocciate le altre di Eugenia Roccella, Idea, Lega, Fratelli d'Italia, Conservatori e riformisti, Scelta civica e Des-Cd.
I testi che hanno ottenuto il via libera sono molto più blandi e generici di quelli cassati. In pratica, in base ai testi approvati, il governo risulta impegnato "a fronte del divieto della maternità surrogata previsto dalla legge 40/2004, ad avviare un confronto sulla base della risoluzione del Parlamento europeo; ad attivarsi, nelle forme e nelle sedi opportune, per il pieno rispetto da parte dei Paesi che ne sono firmatari delle convenzioni internazionali per la protezione dei diritti umani e del bambini, ed a promuovere a livello nazionale ed internazionale iniziative che conducano al riconoscimento del diritto del bambino all' identità personale ed alla loro tutela, indipendentemente dalla modalità in cui sono venuti al mondo". 
Tutte bocciate dunque le mozioni che miravano tout court ad impegnare il governo ad assumere iniziative in ambito nazionale e sovranazionale per il contrasto e il sanzionamento di tutte le forme di surrogazione di maternità.
Ovviamente il riferimento del diritto del bambino all'identità personale non va confuso con il diritto alla tracciabilità (che il Pd non ha alcuna intensione di riconoscere).
Il primo è teso solo a garantire l’iscrizione alla anagrafe del nascituro acquisito da una coppia all’estero (diritto al nome e cognome), il secondo invece è volto far riconoscere in modo obbligatorio le origini biologiche del soggetto nato da maternità surrogata, permettendo al nascituro di risalire alla madre e al padre che lo hanno generato.
Dunque, se si guarda bene, la montagna ha partorito un topolino. Ncd e centristi vari si sono accontentati di una generica richiesta di discussione in sede europea. Nessun riferimento al bambino, nessuna condanna dell’atto che porta alla programmazione di un essere umano orfano di padre o di madre, nessun divieto di poter consegnare un neonato nelle braccia di due sconosciuti appena qualche minuto dopo il parto.
Nulla di tutto ciò, anzi nelle premesse della mozione del Pd viene anche fatta distinzione tra la gestazione per altri dietro pagamento e la maternità surrogata portata avanti in modo gratuito come dono ad una coppia sterile. Un linea che è figlia di una visione femminista che pone l’accento solo sulla questione del mercimonio del corpo delle donne più povere.
"Il divieto di maternità surrogata, per essere efficace, andava inserito nel ddl sulle unioni civili” ha ricordato Eugenia Roccella, e invece, grazie al comma 20, quello che permette ai giudici di dare l’adozione del figlio del partner in base al principio della continuità affettiva, di fatto si legittima la commercializzazione della maternità e l' adozione gay.
Ad ogni modo il patto di maggioranza è considerato rispettato: in cambio delle mozioni sull’utero in affitto adesso Area Popolare – ad esclusione dell’on. Alessandro Pagano che ha annunciato il suo ‘no’ – garantirà l’appoggio alle unioni civili. Pochi minuti dopo il voto in aula sulla maternità surrogata Ap ha infatti diffuso una nota in cui annunciava la “piena” condivisione del testo unioni civili così come approvato al Senato, "La nostra battaglia – prosegue il comunicato - l'abbiamo vinta a Palazzo Madama dove, durante l'iter del ddl, sono stati cancellati i riferimenti alla stepchild adoption e oggi alla Camera con l'approvazione delle mozioni contro l'utero in affitto”. 
Insomma chi si accontenta gode…alla faccia dei diritti dei bambini. 

(Fonte: Marco Guerra, La nuova bussola quotidiana, 5 maggio 2016)




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