Ci risiamo. E’ lecito, certo, che accada, ma non riusciamo ad abituarci al suo accadere. Il pronunciamento da parte di organi d’informazione cattolici e di esponenti della gerarchia ecclesiastica contro la pillola Ru486 è stato accolto con livore da parte dei laicisti, tanto a sinistra che a destra. E i pulpiti da cui sono stati lanciati i soliti anatemi non sono stati solo i giornali storicamente schierati, come Repubblica o Il manifesto, ma anche testate quali Libero o Il giornale, lette comunemente dall’elettore di centro destra.
Quando si tratta di laicismo si verifica un’interessante trasversalità.
Sul Manifesto hanno fatto gli spiritosi, intitolando "Impasticcati" un fondo contro papa e vescovi, i quali avrebbero travisato completamente il messaggio del Fondatore. “Non fu l’etica – spiegano questi nuovi teologi – la priorità del fondatore” e aggiungono che questioni “morali” sono la fame nel mondo e l’immigrazione. C’è uno strano corto circuito, nel ragionamento. Prima si dice che non conta l’etica, poi si indicano questioni morali prioritarie. Ma insomma, che cosa voleva veramente il Fondatore? Glielo spieghiamo semplicemente noi: che l’uomo non pretenda di sostituirsi a Dio, perché quando lo fa si rende subito responsabile di orridi delitti, che siano l’aborto, lo sfruttamento della povera gente e, insomma, tutti i mali che combiniamo sulla terra.
La Chiesa ricorda alle donne e ai medici che fanno ricorso alla pillola abortiva che anche in quel modo ci si attira addosso la scomunica? Ebbene, il Manifesto risponde: “Viviamo in uno stato democratico e la scomunica può essere reciproca”. Passando così da un provvedimento essenzialmente spirituale e interno alla Chiesa ad un minacciato intervento nella sfera pubblica, politica. L’hanno fatto i loro progenitori lo scorso secolo, lo rifaranno loro.
Su Libero, adesso, dove Giancarlo Lehner [nella foto, giornalista, deputato di centrodestra, già condannato per diffamazione aggravata] inizia il suo pezzo così: “Il 20 settembre Roma fu strappata allo Stato pontificio. E la Città eterna potè diventare capitale d’Italia. La breccia di Porta Pia segnò anche la fine del potere temporale dei Papi, ma non è bastato per affrancare il Vaticano dalle risorgenti tentazioni talebane”. Ora, di fronte ad un incipit di tale grandezza epica, di tale sincero entusiasmo per la Roma umbertina, di tanta storica capacità di giudizio, cosa si deve dire? Davanti alla garibaldina invocazione di una “nuova breccia di Porta Pia” per “rischiarare le idee ai nostalgici del Papa Re”, cosa aggiungere? Lehner cita un pezzettino delle dichiarazioni rilasciate da Mons. Fisichella, una battuta: “Non possiamo restare passivi” e ci scherza su con un umorismo da grande giornalista: “A che tanta muscolarità? Ci scatenerà contro le guardie svizzere?”. Me lo vedo mentre ride tronfio e imbecille.
Questi due esempi tanto per dire il livello della controffensiva laicista. Ovviamente non pretendete che gente dal cervello tanto ristretto riesca a confrontarsi seriamente con certi passaggi molto più serie e impegnativi che c’erano nell’articolata posizione di mons. Fisichella (che non è proprio l’ultimo arrivato), tipo il seguente: “L'assunzione della Ru486 non rende meno traumatico l'aborto, solo lo rinchiude ancora di più nella solitudine del privato della donna e lo prolunga nel tempo”; oppure: “L'aborto è un male in sé perché sopprime una vita umana; questa vita anche se visibile solo attraverso la macchina possiede la stessa dignità riservata a ogni persona. Il rispetto dovuto verso l'embrione non può essere da meno di quello riservato a ognuno che cammina per la strada e chiede di essere accolto per ciò che è: una persona”; o anche il passaggio in cui si richiama l’urgenza educativa “perché i giovani comprendano l'importanza di fare propri dei valori che permangono come patrimonio di cultura e di identità personale”. Non sono proprio delle cretinate su cui sorvolare ridendo come un beota.
Infine, ieri leggo sul Giornale il pezzo di tal Filippo Facci [giornalista e opinionista politico di Unità, Repubblica, Avanti] che, riassumo, comincia così: la pillola Ru486 è stata inventata in Francia dove la usano da 22 anni; è in uso in quasi tutta l’Unione Europea; da dieci anni ce l’hanno anche gli USA; è stata oggetto di “infinite sperimentazioni”, ma l’Italia, per qualche ragione (poi si capirà che la ragione è la presenza del Vaticano) fa “storia a parte”. E’ un po’ come dire: c’è una nuova bomba che è stata inventata e che funziona benissimo, molti già ce l’hanno, perché non la adottiamo anche noi?
L’accusa del Facci è che certi politici nostrani, succubi del Vaticano vogliono in realtà che “l’aborto resti una pratica il più possibile pubblica, ospedaliera e traumatica culturalmente e fisicamente”. Se ne deduce che lui vuole un aborto il più possibile privato (se la veda la donna col problema), casalingo e facile, culturalmente e fisicamente. Tanto l’aborto (chirurgico o chimico che sia) mica lo fa lui. Lui ci mette solo il pisellino. Il resto lo fa la donna.
Avrete notato che nessuno di costoro si pone il problema dell’aborto in sé e per sé. Tutti hanno rimosso la realtà dell’aborto, ciò che è, il male che è. Che lo si faccia bene, presto, da soli e senza troppi problemi morali. Così lo Stato sarà finalmente laico.
Se non è demenza questa...
(Fonte: Gianluca Zappa, La Cittadella, 11 agosto 2009)
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