lunedì 11 ottobre 2010

I molti lati oscuri del nobel ad Edwards

Quattro milioni di bimbi nati in provetta. 41 milioni di embrioni buttati via, inutili o non attecchiti. Il fallimento della tecnica messa a punto da Robert Edwards, proclamato Nobel per la medicina 2010, sta tutto in questi numeri a dir poco agghiaccianti. Numeri che, ovviamente, la stampa di tutto il mondo e anche quella italiana, impegnata nella glorificazione dell’Edwards come un benefattore dell’umanità, si è ben guardata dal diffondere.
I verdetti del Comitato di Stoccolma sono da tempo molto discutibili e appaiono del tutto sbilanciati verso una tecno-scienza che non di rado muove imponenti business. Tra l’altro si adducono motivazioni che nemmeno rispondono a verità, come il caso stesso di Edwards dimostra: lo scienziato è stato presentato come colui che “ha reso possibile la cura dell’infertilità”. Ma la fecondazione in vitro non è una cura, semmai un modo per bypassare il problema. L’infertilità rimane, non c’è nessuna guarigione. La Fivet è solo una soluzione tecnologica per aggirare i problemi di una coppia. Tutto qui. E il fatto grave è che la sua diffusione su scala mondiale non fa altro che togliere risorse e sostegno a tutti quegli scienziati che invece si spendono per trovare delle cure vere e proprie. La Fivet blocca la ricerca seria sull’infertilità. Non c’è di che rallegrarsi, non c’è di che plaudire, non si capisce perché bisogna assegnare un Nobel.
Torniamo alle cifre iniziali. Sono spaventose. Parlano di una vera e propria ecatombe. Le può guardare con indifferenza solo chi si è abituato a considerare come un semplice grumo di materia un embrione umano. Ma chi considera la cosa senza le facili distorsioni ideologiche, non può non rabbrividire. Mettiamo a fuoco una situazione in particolare. Negli USA sono stati collocati in utero, solo nel 2007, 206.000 embrioni. Sono nati vivi solo 39.000 bambini, gemelli inclusi. 167.000 embrioni non ce l’hanno fatta. Ad essi bisogna aggiungere il numero di quelli che non sono stati trasferiti in utero perché “non idonei” (è la cosiddetta selezione embrionaria, che altro non è che una pratica eugenetica) o soprannumerari. Oltre ai gravi problemi etici connessi a questi dati, c’è una considerazione di base: la procreazione artificiale è un fallimento scientifico, data la bassa percentuale di successo (la media parla di 10-12 successi su 100 tentativi).
Dunque, sterminio, distruzione, o addirittura congelamento di embrioni; basse percentuali di successo (il 36% delle pazienti abbandona dopo un tentativo fallito di fecondazione in vitro, per non sottoporsi di nuovo allo stress che questa tecnica comporta); riduzione della vita umana a materiale da laboratorio; diffusione di una mentalità eugenetica; diffusione della mentalità del “diritto al figlio”, della pretesa di poterlo chiedere ed ottenere dalla tecno scienza; intralcio alle ricerche scientifiche sulla cura dell’infertilità. Non male come elenco di conseguenze della scoperta del nuovo premio Nobel per la medicina! Ad esse aggiungiamo fenomeni aberranti, come le mamme-nonne, il business dell’utero in affitto, il business degli ovuli (donne pagate fino a tremila euro per cicli disumani di donazione di ovuli), l’aumento dei parti plurimi e della prematurità.
In più c’è un dato inquietante: c’è un aumento del 30-40% nell’incidenza di malformazioni congenite dopo la Fivet. Il rischio è tale che, per esempio, nel Regno Unito l’autorità inglese che sovrintende alla fecondazione assistita impone per legge l’obbligo d’informazione alle coppie sulle possibili conseguenze di questa tecnica.
A fronte di tutto ciò (e scusate se è poco), suonano davvero stonati i peana cantati dagli intellettuali nostrani sui giornali di tutti i colori, di tutti gli schieramenti. Uno su tutti, a titolo esemplificativo. Edoardo Boncinelli sul Corriere della sera ha affermato che “la tecnica ci ha reso più liberi”. Ovviamente, poi, è stata una gara ad insultare e criticare la Chiesa per avere espresso dubbi (fondati e logici, come si è visto) su questo Nobel. Qui qualcuno si è gasato, ha dato il meglio di sé, come Miriam Mafai su Repubblica (e dove, sennò?): “Si chiudano dunque i laboratori. Dietro ogni scienziato chino sulle sue provette è riconoscibile il Maligno. In particolare quando lo scienziato si permette di indagare su quello che per millenni è stato un mistero imperscrutabile, il mistero della procreazione”. Tanta retorica, poca serietà ed onestà di giudizio. Nessuna capacità di confrontarsi con i dati scientifici e con i problemi reali.
Sul Nobel ad Edwards restano tutti i dubbi. Sul modo in cui è stata diffusa la notizia, resta il rammarico di un’informazione lacunosa e sbilanciata. Potenza della tecno scienza alleata al business e ai grandi centri del Potere mondiale.

(Fonte: Gianluca Zappa, la Cittadella, 8 ottobre 2010)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Una domanda ... ma allora perchè la fecondazione assistita si fa anche negli ospedali ecclesiastici? Magari convenzionati con la Regione e remunerati a fior di migliaia di euro? Potrei ribattere punto su punto questo scritto ... mi limito a dire di chiedere al vostro Dio quanti embrioni non fecondati o non attecchiti butta via ogni mese una donna naturalmente. Chiedetelo e vedete cosa vi risponde!

Roberto ha detto...

"...quanti embrioni non fecondati o non attecchiti butta via ogni mese una donna naturalmente."

Quel "naturalmente" è fondamentale.