Viviamo
nell’epoca dei diritti e delle iniziative di solidarietà: non passa giorno che
non venga attivato qualche numero verde affinché chi lo desideri possa donare
qualche euro a favore di associazioni con scopi benefici. Gli obiettivi di tali
iniziative tendono generalmente alla difesa o al sostentamento delle fasce più
deboli della popolazione mondiale, come i bambini, gli anziani, i poveri ed i
malati.
Tutto
bene allora, verrebbe da dire. Eppure, oltre a risultare sospetta più d’una di
queste campagne di solidarietà che ad esempio mirano a combattere la fame e la
povertà attraverso la promozione della contraccezione e dell’aborto, c’è da
rilevare lo stridente contrasto tra tale attitudine generalizzata a fare leva
sui buoni sentimenti e le stragi silenziose perpetrate dagli stati nazionali e
sovranazionali ai danni proprio dei più deboli ed indifesi.Negli ultimi quarant’anni le legislazioni abortiste di tutto il mondo hanno mietuto miliardi di vittime innocenti, assassinate nel ventre materno nella sostanziale indifferenza generale mentre la pratica diffusa dell’eutanasia attiva e passiva ha colpito non solamente i malati e gli incoscienti ma addirittura i bambini, secondo una logica perversa che tende a far passare la pietosa eliminazione di coloro i quali vengono considerati un peso per loro stessi e per gli altri come una conquista di civiltà.
L’ennesima ipocrita iniziativa benefica giunge dal Parlamento Europeo che ha patrocinato la campagna L’Europa per un sorriso, una parata di big della musica italiana che si sono esibiti per una raccolta fondi a favore di Telefono Azzurro, organizzazione no profit che si batte per la tutela dei minori vittime dell’adescamento sessuale e della violenza. L’iniziativa è stata presentata a Reggio Emilia alla presenza di importanti personalità del mondo politico dal Presidente del Parlamento Europeo che ha inviato un proprio testo in cui ne ha esaltato l’importanza e le finalità.
Proprio qualche giorno prima dell’evento euro solidale lo stesso Parlamento Europeo varava a schiacciante maggioranza una risoluzione che definisce l’aborto uno degli obiettivi necessari da perseguire al fine di combattere la diffusione dell’Aids.
La risoluzione B7-0615/2011, Sulla lotta all’Aids nell’Unione Europea e nei Paesi limitrofi, è una disposizione che di fatto impone ai Paesi membri di garantire il diritto all’aborto in ragione dello stretto legame tra salute e “diritti riproduttivi e sessuali” da un lato e virus dell’HIV dall’altro. In altre parole, i programmi di prevenzione contro la malattia del secolo diventano parte integrante dell’assistenza sanitaria riproduttiva e sessuale che include l’aborto libero, legale e gratuito.
Ancora una volta viene a galla la strategia perversa e diabolica delle lobby europeiste che guardano con favore alle cosiddette gare di solidarietà e se ne fanno essi stessi promotori o enti patrocinanti al fine di distogliere con maggiore facilità l’attenzione dalle loro continue malefatte; a facilitargli il compito il clima avvelenato dal relativismo etico e morale imperante per cui le persone tendono ad assegnare pari peso e importanza a valori che in realtà non dovrebbero essere posti sullo stesso livello.
A beneficiarne sono i piani criminali di chi invece conosce bene il diritto naturale tanto da volerne attuare il completo sovvertimento.
(Fonte:
Alfredo De Matteo, Corrispondenza Romana, 13 dicembre 2010)
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