Negli
ultimi anni, le violenze sessuali su minori da parte di membri della Chiesa,
specialmente da parte dei suoi presbiteri, sono diventate uno scandalo
percepito non solo dai suoi capi, ma anche da molte persone in tutto il mondo.
Da parte sua, il Papa Benedetto xvi ha parlato di questo scandalo, affermando,
fra l’altro: «Furono commessi gravi errori di giudizio e si sono verificate
mancanze di governo» (Lettera pastorale ai cattolici di Irlanda, n. 11). Il
Santo Padre è convinto che la crisi causata dalla rivelazione di queste
violenze dovrebbe generare in tutti i pastori e i fedeli uno «slancio per un
onesto auto-esame e un convinto programma di rinnovamento ecclesiale e
individuale» (ibidem, n. 2).
Il
simposio “Verso la guarigione e il rinnovamento”, tenuto alla Pontificia
Università Gregoriana, a Roma, dal 6 al 9 febbraio 2012, intendeva aiutare
vescovi, superiori religiosi e altre persone in posti di particolare
responsabilità a fare un sincero esame di coscienza, come richiesto dal Papa, e
a stimolare il rinnovamento personale ed ecclesiale. Il simposio voleva essere
un’ulteriore tappa nel lungo e doloroso percorso che la Chiesa ha intrapreso
per affrontare la «ferita aperta» della violenza sessuale (Benedetto XVI).Nel suo messaggio ai partecipanti al simposio, trasmesso dal segretario di Stato, Benedetto xvi incoraggiava ognuno ad accettare questa sfida con un amore ispirato dal Vangelo in modo da offrire a bambini indifesi, a giovani e adulti lo spazio vitale necessario per il loro integrale sviluppo umano e spirituale. Il Papa chiedeva, inoltre, a tutti i partecipanti di perseguire una maggiore comprensione dell’intera situazione affinché si potesse instaurare in tutta la Chiesa una cultura di efficace protezione dei giovani e di sostegno alle vittime. Per concretizzare queste speranze espresse dal Santo Padre, nel settembre del 2010 si decise di organizzare un simposio sulla questione delle violenze sessuali all’Università Gregoriana. Fin dall’inizio l’iniziativa poté contare su un sostegno esplicito e un aiuto concreto da parte di vari dicasteri del Vaticano. Si dovrebbe ricordare, in particolare, l’incoraggiamento della Segreteria di Stato e delle Congregazioni per la Dottrina della Fede, dei Vescovi e dell’Evangelizzazione dei Popoli. Il simposio intendeva anche monitorare e continuare il lavoro avviato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede con la Lettera circolare del 3 maggio 2011, che chiedeva alle conferenze episcopali di tutto il mondo di elaborare linee guida per la protezione dei minori. Di conseguenza, gli invitati al simposio furono anzitutto e soprattutto rappresentanti delle conferenze episcopali a livello mondiale nonché i superiori generali delle congregazioni religiose e di altri istituti di vita consacrata. La scelta dei singoli partecipanti venne lasciata alle conferenze episcopali e alle unioni internazionali dei superiori generali (maschili e femminili).
Al simposio hanno partecipato 110 rappresentanti di conferenze episcopali e 35 superiori generali e, inoltre, rappresentanti delle Chiese orientali in comunione con Roma, rettori di collegi e università, cattolici romani, canonisti, psicoterapeuti ed educatori; in totale, 220 persone provenienti dai cinque continenti. Gli organizzatori assegnarono al simposio il raggiungimento di questi obiettivi: dare voce alle vittime delle violenze e indicare onestamente mancanze, peccati e crimini commessi nella Chiesa; favorire una cultura dell’ascolto e dell’apprendimento, per lavorare insieme in futuro alla ricerca di soluzioni al problema delle violenze; collaborare con i media e far conoscere ciò che si può fare per proteggere le persone più deboli dalle violenze. I relatori provenivano da Filippine, Messico, Brasile, Stati Uniti, Malta, Sud Africa, Argentina, Belgio, Germania e Irlanda. Una tale partecipazione mondiale mostra chiaramente che il problema delle violenze non riguarda solo Stati occidentali, ma il mondo intero, sfidando quindi i cristiani e la società in genere in tutto il mondo.
Il simposio cominciò la sera del 6 febbraio 2012 con un discorso di apertura del cardinale William Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il cardinale sottolineò soprattutto la necessità di un approccio al fenomeno delle violenze sessuali nella Chiesa e nella società da varie prospettive (canonica, teologica, pastorale e psicologica). Dopo la presentazione iniziale, i temi centrali furono affrontati in nove relazioni nelle tre mattinate successive, con discussione da parte di tutti i partecipanti. La prima relazione fu tenuta da Marie Collins, proveniente dall’Irlanda, vittima di violenza sessuale da parte di un prete all’età di tredici anni. Ella parlò delle dolorose conseguenze di quella violenza e anche della rinuncia del vescovo responsabile a trattare con lei e con l’autore della violenza. Fu coadiuvata dalla baronessa Sheila Hollins, psichiatra inglese, che aveva ascoltato i racconti di svariate centinaia di vittime nel corso di sessioni di ascolto tenute nel quadro della visita apostolica alla Chiesa di Irlanda del 2010. Monsignor Stephen J. Rossetti parlò dell’esperienza fatta nel corso di molti anni trascorsi al St Luke’s Institute a Silverspring, Maryland (Stati Uniti) sul trattamento adeguato dei preti autori di violenze. Padre Desmond Nair, un prete del Sud Africa, riferì sul lavoro di educazione e prevenzione svolto dalla Chiesa nel suo paese. Monsignor Charles J. Scicluna, il promotore di giustizia della Congregazione per la Dottrina della Fede, presentò gli aspetti canonici importanti che le conferenze episcopali devono rispettare nella definizione delle linee guida sulle violenze sessuali. Egli affermò che il pieno riconoscimento della verità in questa materia contribuirà alla promozione della giustizia. Perciò la comunità cristiana deve collaborare pienamente con le autorità statali nella lotta contro le violenze sessuali sui minori. Padre Edenio Valle, verbita, proveniente dal Brasile, analizzò le componenti sociologiche e culturali nella valutazione e trattazione pubblica delle violenze sessuali. Il vescovo Jorge Carlos Patrón Wong del Messico, già presidente della Conferenza dei rettori di seminario in America Latina, parlò della necessità di un’accurata formazione umana e spirituale dei futuri preti. L’arcivescovo Luis Antonio G. Tagle di Manila (Filippine) sottolineò che la violenza sessuale non è estranea alle culture asiatiche. Perciò bisogna tener conto del contesto culturale nell’elaborazione di risposte pastoralmente rilevanti ed efficaci in materia di guarigione e prevenzione. Quattro teologi dell’Università Gregoriana (Joseph Carola, Mark Rotsaert, Michelina Tenace e H. Miguel Yáñez) presentarono una riflessione teologica comune sul problema della violenza sessuale. Infine, l’arcivescovo di München und Freising, cardinale Reinhard Marx, illustrò il modo in cui i capi della Chiesa dovrebbero esercitare la loro responsabilità sia verso le vittime che verso gli autori delle violenze, nonché verso i media e la società in generale. Un tale approccio era essenziale per promuovere la credibilità della Chiesa e ristabilire un clima di fiducia. Nei pomeriggi di martedì 7 e mercoledì 8 febbraio furono organizzati gruppi di lavoro su questi temi: “I costi reali della violenza sessuale”; “Pornografia e Internet”; “La prevenzione della violenza sessuale su adulti vulnerabili”. Questi gruppi di lavoro furono guidati da un’équipe di sette persone di Virtus (un’organizzazione del National Catholic Risk Retention Group). Virtus ha organizzato molti programmi del genere per gli impiegati e i capi della Chiesa in oltre 115 diocesi negli Stati Uniti. La sera del martedì e del mercoledì si sono tenute una veglia penitenziale e una celebrazione eucaristica particolare sul tema e sugli obiettivi del simposio.
Nella veglia penitenziale, presieduta dal cardinale Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi, i partecipanti hanno chiesto perdono per non aver difeso i bambini e i giovani. Durante l’Eucaristia del mercoledì, il cardinale Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, ha invocato lo Spirito Santo sui partecipanti e sul loro lavoro di guarigione e rinnovamento. Molte persone hanno contribuito alla programmazione, organizzazione e realizzazione del simposio, facendone così visibilmente un momento di autentica collaborazione ecclesiale fra vescovi, preti, religiosi e laici. Non è possibile ricordare in questa sede tutti coloro che hanno offerto il loro contributo. Gli organizzatori del simposio e i curatori di questo volume desiderano ringraziare i relatori e tutti coloro che hanno offerto con grande generosità tempo ed energie. Siamo molto grati anche a coloro che hanno reso possibile il simposio con il loro contributo finanziario: l’arcidiocesi di München und Freising; la Conferenza episcopale tedesca; Aid to Church in Need, Renovabis, Misereor, le diocesi di Brescia, Pavia e Bolzano-Bressanone e le province italiana, svizzera e olandese della Compagnia di Gesù. Il simposio non è stato concepito come un evento isolato, ma come un importante passo avanti. Tutti nella Chiesa devono promuovere un atteggiamento di perseveranza e impegno nell’accettazione della responsabilità per il passato e della collaborazione per un futuro migliore.
La fondazione del Centro per la protezione dei minori dell’Istituto di psicologia all’Università Gregoriana può essere considerata un ulteriore passo avanti basato sul lavoro del simposio. Questo centro, con sede a Monaco di Baviera, elaborerà per un periodo di tre anni un programma e-learning, cioè una piattaforma di apprendimento su internet in varie lingue. In collaborazione con i partner del progetto in tutti i continenti si spera di incentrare l’attenzione sulla violenza sessuale nella Chiesa e nella società in generale. Questa iniziativa vuole servire anche come strumento per la prevenzione di future violenze sessuali. Gli organizzatori del simposio e i curatori di questo volume sperano che il dibattito favorisca una maggiore determinazione, trasparenza e consapevolezza del dovere di tutti i cattolici di affrontare la difficile questione della violenza sessuale. Confidiamo che questo volume possa essere una fonte di ispirazione e di incoraggiamento nel cammino verso la guarigione e il rinnovamento.
(Fonte:
©L'Osservatore Romano, 11 luglio 2012)
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