Il testo esce con il consenso unanime di tutti i vescovi del Triveneto, e gli autori sottolineano che lo stile è “propositivo, mai polemico”; la scelta di rendere pubblico il testo alla vigilia della Giornata per la Vita indetta dalla Chiesa italiana vuole dimostrare “la volontà di offrire a tutti una riflessione ad ampio raggio e un contributo ‘positivo’, evitando il più possibile ogni contrapposizione polemica”. Questo perché – ripetono gli autori – l’unico intento è “quello di contribuire al bene comune”.
La Nota si apre con la memoria della crisi attuale, e la Chiesa vuole essere vicina “A chi ha perso lavoro, alle famiglie che non arrivano a fine mese, ai giovani” che non trovano lavoro. E anche ai giovani sposi, il cui desiderio di generare figli “resta mortificato per la carenza di adeguate politiche familiari, per la pressione fiscale e una cultura diffidente verso la vita”.Ma è soprattutto sulle questioni educative che i vescovi del Triveneto sentono oggi il bisogno di parlare, in sintonia con le parole di papa Francesco, secondo cui “Il compito educativo è una missione chiave”.
I vescovi si riferiscono a elementi ben precisi: “Al dibattito sugli ‘stereotipi di genere’ e sul possibile inserimento dell’ideologia del gender nei programmi educativi e formativi delle scuole e nella formazione degli insegnanti, ad alcuni aspetti problematici presenti nell’affrontare in chiave legislativa la lotta all’omofobia, a taluni non solo discutibili ma fuorvianti orientamenti sull’educazione sessuale ai bambini anche in tenera età, alle richieste di accantonare ‘padre e madre’ in luogo di altri considerati meno ‘discriminanti’, e, infine, al grave stravolgimento – potenziale e talora purtroppo già in atto – del valore e del concetto stesso di famiglia naturale fondato sul matrimonio fra un uomo e una donna”.
I vescovi si sentono obbligati a parlare, anche tenendo conto delle parole del Papa, secondo cui i Pastori “hanno il diritto di emettere opinioni su tutto ciò che riguarda la vita delle persone”. La Nota ricorda e riafferma la dignità e il valore della persona umana, e lanciano un allarme contro il “grave pericolo che deriva per la nostra civiltà, dal disattendere o stravolgere i fondamentali fatti e principi di natura che riguardano i beni della vita, della famiglia e dell’educazione, confondendo gli elementi obiettivi con quelli soggettivi veicolati da discutibili concezioni ideologiche della persona”. I presuli riconoscono, usando le parole di papa Francesco “la ricchezza insostituibile della differenza”, specialmente quella fondamentale “fra maschile e femminile”, e la famiglia come “unione stabile dell’uomo e della donna nel matrimonio”.
Ricordano in questo campo sia la Costituzione, che la Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo: “Siamo infatti consapevoli che la differenza dei sessi è elemento portante di ogni essere umano ed espressione chiara del suo essere ‘in relazione’”. “Ribadiamo…il rifiuto di un’ideologia del gender che neghi il fondamento oggettivo della differenza e complementarità dei sessi, divenendo anche fonte di confusione sul piano giuridico”.
Fatte queste premesse, sul piano operativo i vescovi invitano tutti “A non avere paura e a non nutrire ingiustificati pudori o ritrosie nel continuare a utilizzare, anche nel contesto pubblico, le parole più dolci e vere che ci sia mai dato di pronunciare: ‘padre’, ‘madre’, ‘marito’, ‘moglie, ‘famiglia’, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna”. E soprattutto ribadiscono di voler difendere e promuove “il carattere decisivo – oggi più che mai – della libertà di educazione dei figli che spetta di diritto al padre e alla madre…E rigettiamo ogni tentativo ideologico che porterebbe ad omologare tutto e tutti in una sorta di deviante e mortificante ‘pensiero unico’, sempre più spesso veicolato da iniziative delle pubbliche istituzioni”.
È un testo certamente importante, anche perché negli ultimi mesi non sono state numerose le prese di posizione della Chiesa in Italia in questo campo, mentre sembrano moltiplicarsi le iniziative e le prese di coscienza da parte di diverse organizzazioni di laici, sull’esempio della mobilitazione in corso in Francia.
(Fonte:
Marco Tosatti, Vatican Insider, 30 gennaio 2014)
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