sabato 20 dicembre 2008

Il cattivo gusto non va in vacanza

Il cattivo gusto non va in vacanza e non si ferma davanti a nulla. Nemmeno a Natale. In Messico, per la copertina dell'edizione locale di Playboy, per festeggiare il giorno santo per i Cristiani, hanno pensato di mettere una modella nuda, naturalmente, con un velo bianco in testa. Se questo particolare non fosse chiaro, il titolo non lascia equivoci:"Ti adoriamo, Maria". Come se non bastasse, la rivista è stata fatta uscire, in occasione straordinaria, il giorno prima della ricorrenza del luogo dedicata alla vergine della Guadalupa.
Non può essere messo come al solito nella classica discussione tra cattivo gusto e libertà di satira, tra blasfemia e tolleranza. Ci deve essere un limite a questa campagna becera e intollerante nei confronti della fede cristiana. Si, dobbiamo dirlo senza vergogna, esiste un razzismo culturale nei confronti dei cristiani e della Chiesa Cattolica. Lo hanno detto i vescovi europei un mese fa, ma è sotto gli occhi di tutti senza nessun scandalo, anzi, quasi come emblema di libertà e di laicismo.
Emblematico quello che hanno deciso in Gran Bretagna, dove la Bbc bandisce tutte le battute sull'Islam, perché si rischia di irritarli, mentre per il cristianesimo, i cattolici e il Papa continueranno ad essere ammesse e pubblicizzate. Thompson, direttore generale della rete, motiva questa scelta con la tiepidezza e la non reattività dei cristiani inglesi.
Pare proprio che il proverbio "scherza con i fanti, ma lascia stare i santi" sia sacrosanto solo per le religioni non cristiane. Mentre in Daminarca c'è una vera e propria rivolta contro la satira a vignette su Maometto, "un abuso di libertà, un gesto provocatorio e superficiale, che non ha valutato possibili gravi conseguenze" secondo l'iman Khaldi, nel web il Papa viene beffeggiato in ogni modo e contro ogni rispetto. Mentre l'autore dei "Versetti Satanici" continua il suo esilio blindato, le librerie si riempiono sempre più di saggi contro la Chiesa Cattolica con falsi scoop e inchieste a dir poco ridicole e lacunose.
Non è una questione di religione e nemmeno di fantomatica censura; non è ingerenza o tentativo di ostacolare la libertà di espressione e di pensiero, ma se vogliamo percorrere la via della convivenza, della diversità, del rispetto, della libertà, della pace, partiamo subito dalle cose più importanti e grandi, da quello che per qualche miliardo di persone è un valore significativo per la loro vita. (© L'italoEuropeo, 16 dicembre 2008)

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