venerdì 5 dicembre 2008

Il Vaticano e la depenalizzazione dell’omosessualità

Ci risiamo. Visto che l'Isola dei Famosi è finita, che lo sciopero è previsto tra qualche giorno e che nel frattempo è un po' difficile difendere una multinazionale come Sky che sfrutta il proletariato e che arricchisce i borghesi, è necessario che i compagni trovino un obiettivo per sentirsi vivi. E allora quale migliore occasione per creare un polverone intorno al nemico di sempre, Santa Romana Chiesa? E così eccoci di nuovo di fronte a strumentalizzazioni e a gente che pecoronescamente costruisce trincee, barricate, spara a destra e a manca e poi si chiede di cosa si sta parlando. Questo evidenzia che l’importante non è il pretesto ma l’obiettivo. Quelli di Liberazione, cioè quelli che hanno esaltato la vittoria di Luxuria all’Isola come la vittoria di Obama negli States, hanno indetto il boicottaggio al Vaticano, proteste e quant’altro. Riporto qui di seguito un pezzo dell’articolo di Andrea Tornielli su il Giornale con le parole di mons. Migliore, Osservatore permanente della Santa sede presso le Nazioni Unite:
«Tutto ciò che va in favore del rispetto e della tutela delle persone fa parte del nostro patrimonio umano e spirituale», ha risposto monsignor Migliore, citando il Catechismo della Chiesa cattolica «che dice, e non da oggi, che nei confronti delle persone omosessuali si deve evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione». «Ma qui - ha aggiunto - la questione è un’altra. Con una dichiarazione di valore politico, sottoscritta da un gruppo di Paesi, si chiede agli Stati e ai meccanismi internazionali di attuazione e controllo dei diritti umani di aggiungere nuove categorie protette dalla discriminazione, senza tener conto che, se adottate, esse creeranno nuove e implacabili discriminazioni. Per esempio, gli Stati che non riconoscono l’unione tra persone dello stesso sesso come “matrimonio” verranno messi alla gogna e fatti oggetto di pressioni».
Queste parole sono state prese a pretesto per far credere che la Santa sede sia favorevole alla galera se non addirittura alla pena di morte per le persone omosessuali, come previsto in alcuni Paesi fondamentalisti. Le cose, ovviamente, non stanno affatto così. In Segreteria di Stato c’è preoccupazione per il progetto della Francia: la depenalizzazione, infatti, «non è l’oggetto del documento» spiegano Oltretevere. La dichiarazione «non cerca tanto di combattere la discriminazione dell’orientamento sessuale quanto di promuovere ogni orientamento sessuale e a questo fine di creare una nuova categoria di discriminazione, senza definirla, in modo da applicarla a tutti i diritti umani». Si vuole dunque, dicono Oltretevere «rileggere tutta le legislazione sui diritti umani alla luce dell’orientamento sessuale, introducendo nuove categorie protette e grazie a questa dichiarazione garantire a qualunque orientamento sessuale un trattamento identico a quello riservato alle persone eterosessuali, ad esempio in materia di matrimonio e di possibilità di adottare bambini». Insomma, un progetto che si propone ben altro rispetto alla depenalizzione e che cerca di far passare un principio al quale si possano poi riferire gli organismi di controllo delle Nazioni Unite, senza che questo sia in realtà mai stato discusso e approvato in aula. «Sulla base di quella nuova categoria di discriminazione - spiegano in Vaticano - si potrà cercare di restringere altri diritti e libertà, come quello alla libertà di espressione e di libertà religiosa».
Insomma, in quel documento c’è di tutto e di più e approvarlo in toto, anche se en passant c’è anche la depenalizzazione, significherebbe approvare e promuovere ciò che la Chiesa ha sempre considerato un grave errore. In pratica si chiede alla Chiesa di essere ciò che non è e la si accusa di dire ciò che non ha detto. Niente di nuovo. (2 Dicembre 2008)

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