Circa l’editoriale di Beppe del Colle su Famiglia Cristiana, va detta una cosa molto chiara: è un brutto editoriale. Troppo breve, forse, per non dare l’impressione di essere molto superficiale. Del Colle taglia con l’accetta. Ma forse non è questione di mancanza di spazio. È questione di un sano manicheismo che vige dalle parti della rivista dei Paolini, notoriamente sbilanciata verso sinistra.
Posso sbagliare perché non ne sono un appassionato lettore, ma non ricordo mai di aver letto qualcosa su quella rivista che desse a Berlusconi il giusto plauso quando magari ce n’erano tutti i motivi da un punto di vista cattolico. Sempre a denti stretti, sul Berlusca, sempre malgrado tutto. Sempre lì a fare distinguo, a dire ai cattolici “attenti che vi frega con le questioni della bioetica”. Manicheismo, puro. Non un invito a riconoscere l’albero dai frutti, ma pregiudiziale avversione contro qualcosa che è stato ormai identificato come l’incarnazione del male. Come in questo ultimo, avvilente e goffo editoriale.
Primo punto, prima accusa: a Berlusconi non gliene frega niente della Costituzione. Bene, e questo perché? Per aver detto una cosa lapalissiana, semplicissima: se non ci sono più le condizioni per governare, si torna alle urne. Mi si spieghi dov’è il problema. Mi si spieghi cosa sta succedendo: un tempo, se un leader andava in crisi con la sua coalizione, se ne prendeva atto e si andava a votare. Questo, per esempio, è quanto successo a Prodi nella sua ultima legislatura. Questo è quanto richiesero le forze all’opposizione. Perché questo è normale. Invece qui abbiamo un leader in crisi, ma l’opposizione non vuole le urne. E se il leader, giustamente, ventila la possibilità di rimettersi al giudizio del popolo (cosa molto democratica), quelli all’opposizione (con Famiglia Cristiana in testa) rispondono che il popolo non c’entra niente e che bisogna fare un governo di transizione, un governo allargato, un inciucio, insomma. Mi si spieghi in base a quale complicato ragionamento uno dovrebbe vedere Berlusconi come uno che attenta alla Costituzione, mentre Del Colle e famiglia come dei fedeli custodi ed immacolati difensori.
Secondo punto:entrando in politica Berlusconi ha spaccato in due il mondo cattolico. Seconda cretinata. Il mondo cattolico è spaccato in due perlomeno dagli anni Settanta, dalla stagione dei referendum. Da una parte i cattolici che hanno mitizzato la sinistra (il termine cattocomunismo non l’ha di certo inventato Berlusconi) e si sono appiattiti sulle sue posizioni culturali; dall’altra quelli che hanno costruito un’alternativa politica e culturale. Le “vie substantive” di cui parla Del Colle, sono state da subito occasione di spaccatura, perché su quelle i cattolici di sinistra (con la scusa del dialogo, della comprensione, della scelta religiosa) si sono bellamente calati le braghe. E noi, che quella stagione abbiamo vissuto, non ce lo dimentichiamo. Oggi Berlusconi spacca il mondo cattolico? Ridicolo! Basta pensare alle belle candidature della Bresso e della Bonino alle ultime regionali. Sono state proposte due persone che sembrano fatte apposta per non essere votate dai cattolici. Chi è che spacca? E ve lo ricordate il governo Prodi e la sua sciagurata politica, che generò l’imponente manifestazione del Family Day? Ripeto: chi è che continua a spaccare?
Terzo punto: il berlusconismo. Non mi piace. Come mi fa veramente schifo, ribrezzo l’antiberlusconismo. Entrambi sono manifestazioni di minorità intellettuale. E noi, da quando Berlusconi è tornato al governo, abbiamo purtroppo visto pesanti manifestazioni di entrambi i fenomeni; più virulente, continue, noiose (a dire il vero) quelle degli antiberluscones, come, appunto, Beppe Del Colle. Il quale ha fatto il furbetto citando il caso Boffo, che non c’entra assolutamente niente, ma che è buttato appositamente là con lo scopo di metterlo sullo stesso piano del caso Fini. Qui veramente Del Colle diventa penoso. E penoso è dire poco.
“Chi dissente va distrutto”. A parte che lo slogan ricorda i metodi di certa sinistra italiana, è inaccettabile che lo stupido attacco fatto dal Giornale all’ex direttore dell’Avvenire (stupido, pretestuoso, infondato e tra l’altro rivolto ad una persona che nemmeno dissentiva) sia paragonato all’inchiesta dello stesso quotidiano sul caso Fini (ben più grave in quanto a materia e a dimensioni, al di là delle posizioni politiche del Presidente della Camera). A meno che non si sostenga che i giornali devono fare le inchieste solo sugli amici di Berlusconi e sugli esponenti in linea con lui. È questo che vuole Del Colle? E, a proposito di dissenso, che giudizio dà di un Presidente della Camera che si comporta come un leader politico? Che rispetto ha Fini (che adesso fonderà il proprio partito) per la carica che ricopre e quindi per la carta costituzionale?
No, davvero: un brutto, bruttissimo editoriale. Un volantino di Rifondazione Comunista. Un rigurgito di cattocomunismo, manicheo e bacchettone. Questo è il meglio di certa intellighenzia cattolica...
(Fonte: Gianluca Zappa, La Cittadella, 25 agosto 2010)
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