L’anno che si sta concludendo è stato segnato «dalla persecuzione, dalla discriminazione, da terribili atti di violenza e di intolleranza religiosa», soprattutto a danno dei cristiani. Ma accanto a questi tragici episodi emerge anche la presenza di «forme più sofisticate di ostilità contro la religione», quelle dei governi laicisti che in certi Paesi dell’Occidente «fomentano l’odio e il pregiudizio» contro il cristianesimo.
Sono forti le parole che Benedetto XVI scrive nel messaggio per la prossima Giornata mondiale della pace, che sarà celebrata il 1° gennaio 2011. Il tema scelto, quest’anno, è «Libertà religiosa, via per la pace». Il Papa attira innanzitutto l’attenzione sulle persecuzioni e sulle gravi violazioni della libertà religiosa in quelle regioni del mondo dove non è possibile professare ed esprimere liberamente la propria religione, se non a rischio della vita o della libertà personale.
«Nonostante gli insegnamenti della storia e l’impegno degli Stati, delle Organizzazioni internazionali a livello mondiale e locale - scrive il Papa - nel mondo ancora oggi si registrano persecuzioni, discriminazioni, atti di violenza e di intolleranza basati sulla religione. In particolare, in Asia e in Africa le principali vittime sono i membri delle minoranze religiose, ai quali viene impedito di professare liberamente la propria religione o di cambiarla, attraverso l’intimidazione e la violazione dei diritti, delle libertà fondamentali e dei beni essenziali, giungendo fino alla privazione della libertà personale o della stessa vita».
Ma Benedetto XVI si sofferma anche sull’ostilità che si va affermando in Occidente, su quelle «forme più sofisticate di ostilità contro la religione, che nei Paesi occidentali si esprimono talvolta col rinnegamento della storia e dei simboli religiosi nei quali si rispecchiano l’identità e la cultura della maggioranza dei cittadini».
Queste forme, spiega il Papa, «fomentano spesso l’odio e il pregiudizio e non sono coerenti con una visione serena ed equilibrata del pluralismo e della laicità delle istituzioni, senza contare che le nuove generazioni rischiano di non entrare in contatto con il prezioso patrimonio spirituale dei loro Paesi».
Nel messaggio Ratzinger afferma anche che «la dimensione pubblica della religione deve essere sempre riconosciuta» e che «le leggi e le istituzioni di una società non possono essere configurate ignorando la dimensione religiosa dei cittadini o in modo da prescinderne del tutto». Questa dimensione religiosa della persona, infatti, non è «una creazione dello Stato» e dunque «non può essere manipolata», dovendo piuttosto ricevere «riconoscimento e rispetto». Ecco perché «anche la società - dice Benedetto XVI - in quanto espressione della persona e dell’insieme delle sue dimensioni costitutive, deve vivere e organizzarsi in modo da favorirne l’apertura alla trascendenza».
Il Papa ribadisce dunque quello che la Chiesa cattolica ritiene essere la vera nozione di libertà religiosa, che «non va intesa solo come immunità dalla coercizione, ma prima ancora come capacità di ordinare le proprie scelte secondo la verità». Una concezione che esclude «la strada del relativismo, o del sincretismo religioso», che sono fenomeni diversi dal dialogo sincero tra le religioni portato avanti nella fedeltà alla propria identità. La vera libertà religiosa, spiega Benedetto XVI, permette di evitare sia il fondamentalismo che il laicismo: «Non si può dimenticare che il fondamentalismo religioso e il laicismo sono forme speculari ed estreme di rifiuto del legittimo pluralismo e del principio di laicità. Entrambe, infatti, assolutizzano una visione riduttiva e parziale della persona umana, favorendo, nel primo caso, forme di integralismo religioso e, nel secondo, di razionalismo». «La società che vuole imporre o, al contrario, negare la religione con la violenza - conclude il Pontefice - è ingiusta nei confronti della persona e di Dio, ma anche di se stessa».
(Fonte: Andrea Tornielli, Il Giornale, 17 dicembre 2010)
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