giovedì 5 settembre 2013

“Inchiesta su Maria” di Corrado Augias e Marco Vannini

Ci mancava proprio questo testo di Corrado Augias e di Marco Vannini sulla Madonna, anche se, francamente, non ne sentivamo alcun bisogno; come non ci mancavano le entusiastiche parole di recensione di Vito Mancuso, che, da par suo, continua nella demolizione del cattolicesimo (forse giustificando così, di fronte a sé e al mondo, la sua personale scelta di vita).
È strana l’impressione che si ha leggendo questo articolo di Repubblica: è come se ci si trovasse di fronte alla cronaca di una partita di calcio scritta da uno che non se ne intende affatto, e il cui unico riferimento siano i giochi della pallacorda ai tempi che precedevano la rivoluzione francese.
Così si assiste da un lato alla critica di una certa Mariologia che ha certamente fatto il suo tempo, e dall’altro alla sistematica dimenticanza di ciò che costituisce la coscienza attuale della Chiesa (e non è un caso che, nell’articolo, non ci sia neppure un accenno al Concilio Vaticano II, che concludeva la Costituzione sulla Chiesa Lumen gentium con una trattazione esauriente della figura di Maria – e mi pare che proprio tale riflessione abbia avuto negli autori citati da Vito Mancuso dei convinti assertori).
Inoltre sembra che, nel furore iconoclastico di Mancuso e compagni, sia completamente assente la realtà, quella della autentica riflessione mariologica dei nostri tempi recenti e la realtà di un popolo che oggi, nel nostro presente, ha trovato in Maria ragioni di vita e di speranza.
Ci sembra di essere proprio di fronte ai soliti intellettuali nemici e dispregiatori del popolo, quegli snob che trovano la loro forza nella derisione di quanto dona agli uomini una speranza affidabile; quei professorini che, incapaci di costruire quei grandi edifici umani e concettuali dei geni della storia, si beano del loro cinico disprezzo.
Sembra di essere di fronte alla volpe che, davanti alla succosa uva, se ne va con il suo disperato commento: «Nondum matura est – andiamocene via, è ancora acerba».

 

(Fonte: Don Gabriele Mangiarotti, Cultura Cristiana, 2 settembre 2013)

 

1 commento:

Nicola de Liso ha detto...

Ottimo libro. Vorrei suggerire agli autori che Giuseppe, sposo di Maria è il vero padre di Gesù. La Madonna era vergine solamente al momento del fidanzamento, non successivamente. Tuttavia, poichè San Giuseppe aveva già 4 figli, ossia Giacomo il giusto (ucciso nel 62 d.C.), Giuseppe, Simone e Giuda, figli di una precedente moglie, (Giuseppe, come riportano alcuni vangeli apocrifi era vedovo),i quali erano più vecchi non solo di Gesù, ma della stessa Madonna. Infatti San Giacomo il giusto era nato nel 34 a.C. e quindi era più vecchio di Gesù, nato il 25 dicembre del 2 a.C., e della Madonna, nata intorno al 18 a.C., che aveva 16 anni quando partorì Gesù; pertanto non poteva essere suo figlio. Lo stesso vale per gli altri 3 fratelli di Giacomo, i quali pur essendo più giovani di Giacomo, erano comunque tutti più vecchi di Gesù e della Madonna. Sulla questione della verginità c'è da dire che la Madonna partorì solo Gesù, suo unico figlio. Fu Sant'Ignazio di Antiochia (vescovo di Antiochia dal 68 d.C.), dopo la morte di San Pietro e San Paolo a Roma nel 67 d.C. che inventò il parto verginale per motivi teologici. Tale concepimento miracoloso venne aggiunto al Vangelo di Matteo, prima della morte di Ignazio di Antiochia del 106/107 d.C. Ma il Vangelo di Matteo all'origine scritto nel 41 d.C., riportava solo i detti di Gesù e nessun racconto storico della vita di Gesù. Lo stesso riguardava il Vangelo di Marco, scritto nel 43 d.C. a Roma. Anch'esso non riportava alcun racconto del concepimento miracoloso di Gesù. Luca stesso, che scrisse il suo vangelo nel 48 d.C., riportò il miracolo in stile ebraico, ossia come Santa Elisabetta aveva partorito miracolosamente in tarda età San Giovanni Battista, così Maria aveva concepito Gesù in giovanissima età, in quanto aveva problemi di sviluppo sessuale. Dio aveva compiuto il miracolo di renderla fertile, come antichi racconti di concepimenti miracolosi biblici.
nicolaantonio.deliso@beniculturali.it cell. 3450041888