La priorità è rendere efficiente la macchina tagliando costi e posizioni di potere. In discussione ci sono l’accorpamento dei dicasteri e la nomina di un «moderatore della Curia». Troppi gli enti che si dividono le stesse competenze, soprattutto in materia di economia (Prefettura, Apsa, Governatorato) e di Welfare (Giustizia e Pace, Sanità, Migranti). Troppe le consulenze affidate ad esterni, soprattutto in Segreteria di Stato, allo Ior e nella comunicazione. È allo studio una «spending review» che sfrondi le rendite di posizione della «casta» ecclesiastica.
La Curia deve essere un aiuto alla fede, non un ostacolo. Quindi chi segue logiche di carrierismo dovrà lasciare i Sacri Palazzi per tornare ad incarichi nelle parrocchie. Intanto lo Ior, annuncia a Radio Vaticana il suo presidente Ernst von Freyberg, è «pronto a ispezioni sulla gestione» e anche le ambasciate che hanno un conto Oltretevere dovranno «adeguarsi agli standard internazionali di trasparenza finanziaria». I lavori del G8 si svolgono nella Biblioteca privata dell’appartamento papale, rimasto vuoto il 28 febbraio alla partenza di Ratzinger.
I temi affrontati sono ad amplissimo raggio sul governo della Chiesa e la riforma della Curia. Alla pastorale della famiglia sarà dedicato uno specifico Sinodo. «Per anni sono state convocate riunioni interdicasteriali per stabilire responsabilità e compiti di dubbia attribuzione tra diversi ministeri - spiega un ex ministro -.Ci sono congregazioni e pontifici consigli che non ha più senso mantenere in vita. Si sono combattute guerre interne persino per ottenere competenze in più, come quelle sui seminari sottratte dal Clero all’Educazione cattolica. La riforma di Francesco taglierà i rami secchi e trasformerà la Curia in un organismo finalmente utile alla Chiesa universale».
(Fonte:
Giacomo Galeazzi, Vatican Insider, 2 ottobre 2013)
Nessun commento:
Posta un commento