mercoledì 19 febbraio 2014

E Vladimiro Guadagno non divenne martire

Ci ha provato Vladimiro Guadagno, ci ha provato in ogni modo, ma non ce l’ha fatta, non è diventato un martire.
Vladimiro Guadagno, detto Vladimir Luxuria come era scritto sul suo volantino elettorale, è andato a Sochi portando con sé una bandiera arcobaleno con scritto in russo “è ok essere gay”. Facendosi poi fotografare e twittare lo scatto commentando “Sono a Sochi! Saluti con i colori della rainbow, alla faccia di Putin!”
Ovviamente è stato fermato dalla polizia locale e subito si è cercato di montare il caso.
“Vladimir Luxuria e’ stata fermata a Sochi – rendeva noto ieri Flavio Romani, presidente dell’Arcigay-Associazione Lgbt italiana, riferendo di aver ricevuto una telefonata da Luxuria – I russi devono lasciarla libera subito. ll suo fermo conferma che la legge contro la propaganda gay è una legge infame, non c’é alcun motivo per non esporre una bandiera rainbow con la scritta ‘essere gay va bene’’”. Poi, come se non bastasse anche Imma Battaglia, presidente onorario di Gay Project, rendeva noto di aver ricevuto una telefonata analoga da Vladimir Luxuria. “É stata arrestata dalla polizia a Sochi mentre assisteva alle Olimpiadi con una bandiera con la scritta in russo ‘Gay è ok’. L’atteggiamento degli agenti é stato brutale e aggressivo. Nessuno parla inglese. Ora si trova da sola in una stanza con luci al neon sulla faccia, presumibilmente in stato di fermo. Chiediamo un intervento immediato del ministro Bonino”.
Quindi Guadagno, dopo essere stato arrestato dalla polizia russa, da quei tremendi cattivoni che ce l’hanno a morte coi gay, è riuscito a telefonare praticamente a mezzo mondo per dichiarare che l’avevano arrestato.
E invece? E invece si era tratto di un semplice controllo di documenti (e per la cronaca sulla sua carta d’identità c’è scritto Vladimiro Guadagno). Niente luci puntate in faccia, niente arresti violenti. Nulla.
Come se non bastasse il suo allarmismo vittimistico ha fatto sì che si attivasse anche l’unità di crisi della Farnesina! Che magari qualcosa di più importante da fare l’avrebbe anche.
Vedi Vladimiro, se vai in un Paese serio a provacare una reazione è ovvio che qualcosa accada. Non siamo in Italia. Solo che le tue sparanze di diventare martire e immolarti per la causa gay non hanno funzionato. Perchè la Russia si è dimostrata, ancora una volta, una Nazione seria, che non perde tempo con i provocatori e dà loro il giusto peso. Nessuno.

(Fonte: Qelsi.it, Silvia Cirocchi, 17 febbraio 2014)

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