sabato 24 luglio 2010

Roma, giro di vite del Cardinale Vallini sui preti “forestieri”

Roma, la capitale del cattolicesimo mondiale, è da sempre la città dove preti e religiosi di tutto il mondo si incontrano e vivono fianco a fianco, non solo negli uffici del Vaticano ma anche nei collegi e nelle parrocchie del centro e della periferia.
Sono migliaia i preti che arrivano per formarsi nelle facoltà teologiche della Capitale, e spesso vivono e prestano opera pastorale in una delle centinaia di Chiese dei quartieri. Ma tutto questo, secondo quanto hanno raccontato numerosi parroci romani consultati dall'Asca, sarebbe sul punto di finire, o quantomeno di venire fortemente ridimensionato.
Il vicario del Papa per la città di Roma, il Cardinale Agostino Vallini, in carica da due anni, da dodici mesi a questa parte ha messo in atto una rigorosa politica nei confronti dei preti che arrivano da fuori la Capitale: non solo nei confronti dei cosiddetti “preti girovaghi” - quelli che arrivano da una diocesi senza un incarico determinato, spesso perché in rotta di collisione con il proprio vescovo, e trovano posto in una delle Chiese, istituti e cappellanie della Città Eterna -, ma anche di quelli che vengono a Roma per studiare all'ombra del Vaticano. Si tratta in prevalenza di sacerdoti extra-comunitari, dai Paesi dell'Africa, dell'Asia e del Sudamerica, dove le vocazioni sono ancora abbondanti e per i quali un riconoscimento da parte del Vicariato e' necessario per ottenere il permesso di soggiorno in Italia.
Vallini ha annunciato in più occasioni la sua volontà di non “incardinare” (ovvero, dare cittadinanza ecclesiastica) preti di fuori Roma. Inoltre, a tutti i sacerdoti forestieri verrà permesso di restare nella città solo con una lettera del vescovo della loro diocesi di origine, da rinnovare ogni anno, che spieghi la necessità del prete di vivere a Roma e il tempo previsto del soggiorno. Infine, il parroco o il rettore dell'istituto dove il prete vive, dovranno ogni anno certificare, con una lettera, la sua “buona condotta”.
L'accoglienza a Roma - spiega infatti un documento del Vicariato su “Accoglienza in strutture direttamente dipendenti dalla Diocesi di Roma di presbiteri secolari incardinati in altre Diocesi” - sarà concessa temporaneamente e comunque solo per il tempo strettamente necessario al completamento degli studi, precisando da subito se si tratti di Licenza o Dottorato (e quindi esattamente per gli anni previsti dall'ordine degli studi, così come risulta dal certificato d'iscrizione). Un'accoglienza a tempo indeterminato non è ammessa: va specificato sin dall'inizio un limite temporale, rimanendo di norma possibile valutare caso per caso l'eventualità di un rinnovo.

(Fonte: Petrus, 17 luglio 2010)

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