Tutti
contro Carlo Giovanardi. Rosy Bindi lo ha accusato di “mancanza di pudore”, di
“becero maschilismo” e di “pochezza”. Anna Paola Concia, altra Pd, di “omofobia
di Stato”, nonché di “violenza, inaudita e sconcertante”. Ignazio Marino, terzo
Pd in pista, ha definito le sue dichiarazioni “incommentabili”. Fabrizio
Marrazzo, portavoce del Gay Center, gli ha consigliato uno psichiatra. Franco
Grillini dell'Idv ha bollato tutto come “stupidaggini omofobiche” e
“castronerie psichiatriche”. E via elencando.
Ma
perché tanto accanimento? Cos'ha detto di tanto terribile l'ex-Sottosegretario
con delega alla Famiglia? Nulla di speciale, in realtà. E' solo stato tra i
pochi, che abbiano commentato pubblicamente il tentativo politico -e non
tecnico- del tecnocraticissimo ministro del Welfare, Elsa Fornero, pronta, anzi
prontissima, col collega all'Istruzione, Francesco Profumo, ad introdurre
l'omosessualità nelle scuole, servendosi del cavallo di Troia della
“diversità”, nuovo moloch, nuovo “valore”, da imparare sin “da piccoli”. Da qui
il rammarico del ministro Fornero, nel constatare un “grave ritardo culturale,
di apertura mentale” del nostro Paese in merito. Premesse pericolosissime -come
già evidenziato dal giornalista Riccardo Cascioli sul giornale on line “La
Bussola Quotidiana”, poiché tali da condurre al “definitivo disfacimento della
famiglia”.Ma Bindi ed allegra brigata sono come il fu Scalfaro: non ci stanno. E picchiano duro sul povero senatore Giovanardi, “reo” solo d'essersi ben reso conto di quanto l'andazzo rischi di condurre la politica nazionale verso una china pericolosa in fatto di Valori.
Certo, con toni forse forti e sopra le righe, ma concreti, il parlamentare del Pdl ha messo in guardia su due punti fondamentali: innanzi tutto, il fatto che non spetti ad un governo di tecnocrati ridisegnare l’etica sessuale degli Italiani, né tanto meno legittimare le coppie gay, pena “la rivolta del Parlamento”. In secondo luogo, biasimare quanti vogliano “spettacolarizzare” con disgustosa ostentazione le proprie pratiche omosessuali. In quest’ottica, analogo è il senso di fastidio derivante dal veder urinare in pubblico o dall’assister nostro malgrado ad un bacio saffico: in questi termini fu posta la domanda al senator Giovanardi, in questi termini egli ha risposto. Forse non ottemperando al “politicamente corretto”, sicuramente però ottemperando al buon senso. E facendo apparire davvero peregrine reazioni degne di peloso ed inconcludente moralismo. Bindi e Concia in testa. Parlar di omofobia, in questi casi, è smodatamente fuori luogo. Come han dimostrato i “Giovani Democratici” di Modena con l’idea del bacio gay collettivo per le strade o sotto casa di Giovanardi: farse di questo tipo sviliscono quegli stessi concetti, sventolati da taluni come bandiere, offendono la ragione e mortificano il confronto. Ammesso che questo possa esserci. Ed ammesso che certi “paladini” dell'omosessualità tout court, tanto suscettibili quanto stizziti, il confronto, davvero lo vogliano...
(Fonte:
Mauro Faverzani, Riscossa cristiana, 20 febbraio 2012)
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