“Domani il Papa va in vacanza e ci saranno anche due gatti... che gli strapperanno un sorriso, almeno quanto i proverbiali quattro gatti, forse un po’ di più, che hanno ancora il coraggio e la pazienza di ascoltare le sue parole”.
Questo è quanto ha detto, in un suo servizio sul TG3, un tal Roberto Balducci. vaticanista. Da oggi non più vaticanista: è stato rimosso dall’incarico e addetto a qualcos’altro, nonostante Padre Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, avesse dichiarato chiuso l’incidente già la sera stessa del maldestro servizio giornalistico.
Sui siti e i blog vicini al Papa è tutto uno sperticarsi in lodi per il Balducci, che aveva in passato più volte espresso la sua professionalità, e un non capire il perché della sua rimozione dall’incarico. Si disapprova il gesto, ma li si può capire: un cattolico oggi deve incassare i cazzotti e starsene pure zitto, sennò si parla subito di ingerenza del Vaticano nella politica italiana, di ritorno dell’Inquisizione e via con cretinate del genere.
Noi, che siamo più liberi di dire quello che ci pare, non possiamo non approvare il provvedimento preso. Perché il commento del Balducci è una vera e propria porcata, una frase cattiva e piena di livore, più di una semplice “cazzata”, come l’ha definita Roberto Giachetti del PD. Altro che una battuta per dare un tocco leggero, un po’ frivolo, ad un servizio di “colore”. Qualcuno dice che, a risentire il nastro, il tono della voce fa capire di più quella che voleva essere una battuta, molto più che a rileggere il testo così come lo abbiamo trascritto. Sarà, ma una cosa è certa: non ricordiamo “battute” così pesanti e irriverenti nei confronti di un personaggio di tale livello in un tiggì nazionale (perché un conto è una trasmissione di Santoro, un conto un tiggì).
E sì che, volendo, i giornalisti italiani avrebbero potuto farne molte. Restando in tema di “quattro gatti”, per esempio, ogni volta che c’è un congresso o una manifestazione dei radicali il numero complessivo dei partecipanti sfiora davvero quel numero. Quando parla Pannella (che il look da vecchio pontefice ce l’ha pure) ad ascoltarlo ci sono davvero quattro gatti. Ma nei resoconti giornalisti non si fa lo straccio di una battuta. Telecamere rigorosamente strette, inquadrature sui particolari, obbiettivi che vanno a cercare il posticino un po’ più pieno della sala.
Dico, ve l’immaginate un giornalista del TG3 che faccia una battuta di questo genere: “Pannella va in vacanza col suo gatto, che gli ricorderà quei quattro gatti che gli stanno ancora appresso”? O magari una battuta del genere, sul congresso del PD: “Sono quattro gatti e per giunta si dividono”? Forse la troverete su Libero, ma di certo non su una rete nazionale. Ve l’immaginate un inviato al G8 di L’Aquila che avesse parlato dei quattro gatti no-global che hanno manifestato contro?
No, io non riesco davvero nemmeno a concepire delle battute del genere. Ma quando si è trattato del Papa, la battuta è stata fatta. Strano, veramente strano per un vaticanista competente. Forse è che a Roma, di questi tempi, il caldo si fa particolarmente sentire e il sole picchia. Ma nelle stanze del TG3 hanno l’aria condizionata.
Io non so se il Balducci volesse dire, in modo davvero maldestro (quindi poco consono ad un vaticanista esperto), che il Papa dovrebbe essere ascoltato di più. A me quelle parole (“coraggio e pazienza di ascoltare”) fanno immediatamente pensare ad un vecchietto un po’ rincoglionito che parla parla e la gente lo sta ad ascoltare per forza e con un po’ di sofferenza. Insomma, che a stare ad ascoltare quello che dice questo Papa ci vuole davvero “coraggio” e una buona dose di “pazienza”. E questo, beninteso, lo si può dire anche col sorriso sulla bocca. Se Balducci voleva dire altro, non è stato davvero capace. E del resto bastava aggiungere una frasetta conclusiva per rendere meno contorto il suo pensiero.
Detto questo, e approvato il provvedimento che destina il suddetto Balducci ad altro compito, va aggiunto che l’ex vaticanista deve essere ringraziato, perché prima di cambiare lavoro ci ha lasciato un compito ben preciso: avere la pazienza e il coraggio di ascoltare quello che dice Benedetto XVI. Ci vuole la pazienza per leggere la succosa ultima enciclica e il coraggio di lasciarsi interpellare e giudicare da certi passaggi (come quelli dei paragrafi 74-76) che aprono questioni fondamentali.
Quanti lo faranno tra i cattolici? E quanti tra gli agnostici, atei, non credenti che magari si gasano coi libri di Odifreddi? Saranno davvero solo quattro gatti a leggere le parole del Papa? Vi confesso di avere le stesse sensazioni del giornalista rimosso.
(Fonte:Gianluca Zappa, La Cittadella, 12 luglio 2009)
Nessun commento:
Posta un commento