mercoledì 1 giugno 2011

E ora un bel ministero per la tutela dell’omosessualità!

Chiamate le cose col loro vero nome. Quella che la sinistra vuole approvare alla Camera, con il concorso del ministro Mara Carfagna, non è una legge contro l’omofobia, ma una legge a favore dell’omofilia.
Sarebbe omofobia se i gay non fossero giudicati come gli altri, ma fossero penalizzati per la loro diversità; e una nuova legge riconoscesse loro uguali diritti. Se invece si vuole istituire un’aggravante per i reati commessi nei confronti dei gay, allora si stabilisce per legge l’omofilia, cioè si privilegia la condizione omosessuale rispetto alle altre.
È giusto che costituisca aggravante commettere violenza su un bambino o un vecchio, su un malato o una donna incinta per la loro fragilità fisica; ma perché l’omosessualità deve godere di uno statuto speciale, quasi a tutelarla come un handicap o come un bene paesaggistico?
Applicando la stessa logica invertita si può arrivare a riconoscere l’attenuante ai gay che commettono alcuni reati (ci sono già segnali di questo tipo).
Una società è civile quando considera l’omosessuale una persona come le altre, non più e non meno, con gli stessi diritti e doveri. Lasciando le inclinazioni sessuali alla sfera intima e privata, senza farle pesare come valore pubblico, soggette a tutela speciale.
Quest’aureola di privilegio per i gay può scatenare nelle menti più deboli e più rozze reazioni davvero omofobe. Capisco lo zelo ideologico di taluni e il calcolo furbo di altri, perché sanno che se ti schieri con i gay e la loro lobby ti lavi di ogni peccato. Vi ricordate come massacravano la Carfagna quando le rinfacciavano intimità con Berlusconi? Ora viene riscattata dall’omofilia.
Leggi di questo tipo incoraggiano la demenza progressista, come quella che ha colpito la Regione Toscana che, per promuovere il turismo, ha lanciato una campagna «gay friendly» per attirare il turismo omosessuale. Così la Regione dell’Arte e della Cultura per le sue campagne promozionali non si ispira a Dante e Leonardo ma all’Ikea, con i suoi manifesti omofili. A quando una “sovrintendenza ai beni omosessuali”, considerati come belle arti, e un “ministero per la tutela e la promozione dell’omosessualità”?

(Fonte: Marcello Veneziani, Il Giornale, 23 maggio 2011)

  

1 commento:

Anonimo ha detto...

Che carina che è la Carfagna quando fa la faccia della persona seria.