giovedì 29 settembre 2011

Nel 2011 la Chiesa ha offerto 15 milioni di pasti ai poveri d'Italia dimenticati dallo Stato

Almeno quindici milioni di pasti sono stati distribuiti gratuitamente nel corso 2011 dalla Chiesa attraverso le diverse iniziative di solidarietà, per contribuire ad affrontare le nuove povertà nell’anno della crisi.
La stima viene da Padre Renato Gaglianone, consigliere ecclesiastico nazionale della Coldiretti, all’incontro «Eucarestia Terra Cibo - Nostalgia di Futuro» ad Ancona nell’ambito del Congresso eucaristico nazionale con la partecipazione del presidente nazionale della Coldiretti Sergio Marini.
Solo tra Milano e Firenze sono distribuiti quasi 2,5 milioni di pasti dalla Caritas che è la più attiva ed è peraltro presente capillarmente in tutta la penisola a partire da Roma, mentre la Comunità di Sant’Egidio tra la capitale, Milano, Bologna e Napoli ne garantisce quasi 1,5 milioni e l’Opera San Francesco 700mila a Milano. A queste - sottolinea il Consigliere ecclesiastico della Coldiretti - si aggiungono le migliaia di iniziative spontanee nate sul territorio da enti, comunità e parrocchie che quotidianamente si impegnano per garantire un piatto caldo ai bisognosi in l’Italia dove colpiti da povertà assoluta sono 3,1 milioni, in aumento del 2 per cento secondo l’Istat.
«Siamo di fronte ad un fiume di solidarietà che molto più delle manovre economiche concorre a contrastare la crisi»- ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che «molto di più potrebbe essere fatto in un Paese come l’Italia a causa degli sprechi viene perso quasi un terzo del cibo commercializzato». Le perdite dovute agli sprechi alimentari ammontano - secondo la Coldiretti - ad oltre dieci milioni di tonnellate e sarebbero sufficienti a nutrire decine di milioni di persone.
Oratori, mense per i poveri, assistenza agli ammalati e agli anziani. La Chiesa, in Italia e nel mondo, fa welfare, fa "Stato sociale", laddove il vero Stato è poco presente o addirittura manca del tutto. Senza l’azione delle parrocchie, dei volontari, la crisi avrebbe fatto sprofondare nel baratro della povertà migliaia di persone. Quelle stesse persone che invece hanno trovato sostegno economico, e morale, proprio grazie agli uomini della Chiesa. Il valore, anche economico che le strutture ecclesiastiche hanno sempre svolto, e non solo nei tempi emergenziali della crisi esplosa nel 2008 negli Stati Uniti che poi ha travolto l’Europa. Agire per fare il bene comune: questa è la missione. Come ha ricordato l'economista Claudio Sapelli. «Ecco il bene comune della presenza delle Chiese, delle Chiese, in un libero Stato e che è incommensurabile. Le chiese fanno ciò che lo stato non potrebbe mai fare se non con costi inimmaginabili e sostituiti dalla forza dell'amore e dal sogno della Redenzione che per il cristiano è la certezza di una teodicea salvatrice».
La Chiesa spende ed opera. E sapete perché tutte le opere di carità della Chiesa avvengono nel silenzio più totale? Vangelo secondo Matteo 6,1-6.16-18: «Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa…»
Intanto, la propaganda anticlericale impera. E non vuole ammetterlo.

(Fonte: Sicilia cristiana, 17 settembre 2011)


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