martedì 20 settembre 2011

Umberto Eco, la rana dalla bocca larga, al Papa: “non è un grande teologo”

«Non credo che Ratzinger sia un grande filosofo, né un grande teologo, anche se generalmente viene rappresentato come tale». Lo ha affermato, a due giorni dall'inizio del viaggio in Germania di Benedetto XVI, Umberto Eco intervistato dal quotidiano tedesco «Berliner Zeitung» in edicola ieri.
«Le sue polemiche, la sua lotta contro il relativismo sono, a mio avviso, semplicemente molto grossolane — ha commentato Eco riferendosi ancora a papa Ratzinger — nemmeno uno studente della scuola dell'obbligo le formulerebbe come lui. La sua formazione filosofica è estremamente debole».
Per argomentare il suo giudizio Eco fa riferimento proprio alla questione del relativismo, che è stata il cuore dell'approccio di Ratzinger al declino della cultura occidentale e in particolare europea. In una risposta diretta al suo intervistatore Eco ha detto: «In sei mesi potrei organizzarle un seminario sul tema. E può starne certo: alla fine presenterei almeno venti posizioni filosofiche differenti sul relativismo. Metterle tutte insieme come fa papa Benedetto, come se ci fosse una posizione unitaria è, per me, estremamente naïf». Eco, infine, ha fatto anche un paragone con Giovanni Paolo II, sostenendo che dopo papa Wojtyla era difficile per Ratzinger essere una «big star».
«Naturalmente Eco è un grande filosofo ed un grande teologo!», commenta con una punta d'ironia Jorg Bremer, vaticanista della «Frankfurter Allgemeine Zeitung», che pochi giorni fa ha intervistato il Papa a Castelgandolfo. «Sono stato da Sua Santità e ho visto in anteprima insieme all'editore Manuel Herder la mostra che, organizzata con la Libreria editrice Vaticana, per la prima volta mette insieme le copertine di 600 diverse edizioni di opere pubblicate in 25 paesi nei 50 anni di attività scientifica dal teologo Joseph Ratzinger, un'esposizione che si sposterà presso la sede della casa editrice a Friburgo, in occasione della visita che il Papa compirà in Germania da giovedì a domenica. Mi chiedo: è questo il teologo e il filosofo con un'educazione troppo debole?». Bremer, che pure è di religione protestante, sostiene «che i due pilastri del pensiero di Ratzinger sono da una parte la teologia del dogma cattolico, dall'altro il metodo e la ratio di Platone» (il quale combatté tutta la vita per demolire l'edificio relativista dei sofisti e sostituirlo con un sistema che rendesse possibile una conoscenza certa).
La lotta contro il relativismo e le sue conseguenze che rendono «senza radici» la costruzione dell'Europa è stato il leitmotiv di tutto il pontificato di Ratzinger che già il 18 aprile 2005 nell'omelia della Missa pro eligendo Pontifice affermava: «Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare "qua e là da qualsiasi vento di dottrina", appare come l'unico atteggiamento all'altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie» (Maria Antonietta Calabrò, Corriere della Sera, 20 settembre 2011)

«Ma come annoiano questi ex: ex cattolici, ex presidenti di Azione Cattolica… A volte si direbbe che sono così pieni di sé che persino puzzino.
L’ultima esternazione di Umberto Eco, a proposito di Benedetto XVI, ha passato il segno. Per lui non è né buon teologo né tantomeno buon filosofo. E dovrebbe imparare da lui, il vero pozzo di scienza, dalle infinite qualità. Rileggendo le parole della sua intervista, mi è venuta in mente quella storiella della rana dalla bocca larga, che non solo è vanitosa, ma alla fine anche codarda. È un peccato quindi che il nostro cada (soprattutto in questo caso, più che in tantissimi altri) nel vizio terribile dei presuntuosi: è incapace di riconoscere il valore di chi pensa diversamente da sé. E invece di sapersi confrontare, per comprendere le ragioni dell’altro, non sa fare di meglio che negargli la qualità di interlocutore. Vecchia tattica, segno, purtroppo, di meschinità». (Gabriele Mangiarotti, La rana dalla bocca larga, Cultura Cattolica, 20 settembre 2011)

(Mario, 20 settembre 2011)



Nessun commento: