venerdì 2 settembre 2011

Se un prete si vende per avere un applauso

Ci risiamo. Il solito prete-spettacolo si presenta su un palcoscenico e spara contro la Chiesa. Il prete è don Antonio Mazzi, il palcoscenico scelto stavolta è la Festa nazionale del Partito Democratico, a Pesaro. Non si discute il luogo: si può andare ovunque se lo scopo è annunciare il Vangelo. Ma lo scopo, per certi preti, è quello di essere simpatici, accettati dal mondo, raccogliere un applauso, così si va alla festa del Pd per dire la solita parola maligna contro la Chiesa, contro il Papa e anche contro i propri confratelli.
Stavolta il tema è quello dei preti pedofili e don Mazzi dice che è tutta colpa dei seminari, quelli minori anzitutto. Lui si vanta di essere diventato prete senza essere stato in seminario, eppure se c’è un solo argomento in difesa dei seminari questo è proprio don Mazzi: se senza si diventa come lui, molto meglio tenerli aperti. Ma a parte questo, colpisce davvero come il sacerdote si metta a disquisire dei seminari davanti a una platea molto attenta, che poi alla fine si lascia andare a un grande applauso. Tutto ci aspettavamo meno che la base del Pd fosse così interessata al dibattito sulla formazione nei seminari, argomento che invece fatica a trovare audience nel mondo cattolico.
In realtà, però, si ha l’impressione che le persone non abbiano capito granché di cosa abbia detto nello specifico don Mazzi, ma hanno capito l’unica cosa che importava: era una critica alla Chiesa e al Papa. E allora giù applausi.
E questo è già un motivo di amarezza: a costoro non interessa nulla né dei bambini vittime né del problema pedofilia, interessa soltanto che si parli male della Chiesa. E ci sono preti che si prestano volentieri a questo giochino.
Se si fosse minimamente onesti si dovrebbe riconoscere che mentre la Chiesa cattolica considera gravissimo il problema dei preti pedofili, la stessa Chiesa è solo in minima parte coinvolta nel problema pedofilia nel mondo che invece interessa tutte le categorie di persone, e tutte le religioni. Non solo, il mondo è così disinteressato al problema pedofilia che sulla stampa è passata totalmente sotto silenzio la notizia che abbiamo dato appena due giorni fa sulle manovre internazionali di esperti e attivisti per rendere la pedofilia un orientamento sessuale come gli altri. A nessuno interessa davvero che nel giro di due anni si possa arrivare a considerare normale l’adescamento di minori, con il beneplacito di psicologi e psichiatri e, ovviamente, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Perché altrimenti ci sarebbero paginate piene di sdegno sui nostri giornali e lunghi servizi e approfondimenti nei TG; e magari ci sarebbero anche interrogazioni parlamentari e mozioni al Parlamento Europeo. Invece nulla di tutto questo, silenzio.
In attesa del fatto compiuto: allora ci sarà qualche polemica, ma quelli che oggi scrivono sdegnati sui preti pedofili saranno in prima linea per difendere le nuove frontiere del politicamente corretto. Allora anche per la Chiesa sarà un problema poter affermare che la pedofilia è un peccato: si rischierà l’accusa di discriminazione e violazione dei diritti umani, come accade oggi per l’omosessualità.
La realtà è che il problema pedofilia interessa i media – e i poteri che vi sono dietro - solo quando c’è di mezzo la Chiesa cattolica, perché è un pretesto, un’arma in più per combattere il nemico di sempre. Che un prete – dicasi un prete - presti il proprio volto noto, la propria capacità di stare davanti al pubblico, per unirsi a questo attacco è cosa che amareggia prima ancora che provocare sdegno. Perché davvero il nemico – come ha detto Benedetto XVI – è prima all’interno della Chiesa che fuori.

(Fonte: Riccardo Cascioli, La Bussola Quotidiana, 2 settembre 2011)



Nessun commento: