mercoledì 20 febbraio 2013

Sanremo: fatuo esibizionismo inutile


Più di 13 milioni di italiani sono rimasti incollati alla televisione per vedere il Festival.
Ok, ci sta, perché “Sanremo è Sanremo”, ma adesso penso che sia anche giunto il momento di farsi qualche domanda su questa kermesse impalcata dalla RAI e strombazzata all'inverosimile (almeno quanto l'avvertimento-minaccia del rinnovo del canone).
La prima domanda è la solita: che senso ha una gara di cui già si sa... dal primo giorno, il vincitore (che, puta caso, si è anche esibito per primo nella prima serata)?
La seconda: ma chi cavolo sono questi big? A parte i fan di Amici e di X Factor, chi li conosce questi “grandi”, quali meriti hanno?
La terza: ma che cavolo è questo festival che sembra solo la finale della finale dei suddetti Amici e X Factor (con inclusi i tuttologi del giorno dopo, che continuano, parlando con i cantanti, a fare i professoroni dicendo loro quello che è andato e quello che non è andato)?
La quarta: che fine hanno fatto i vincitori (come si chiamava quello? Scanu?) delle precedenti edizioni? Che fine hanno fatto le loro canzoni (come quella, orribile, di Emma della scorsa edizione)?
La quinta: che senso ha stoppare per un'ora intera un festival di canzoni con una tirata politica di Crozza? Non c'è già abbastanza politica in TV? Inoltre: obbligare i presenti a ridere e applaudire le solite menate di una Littizzetto, “piccola” in tutti i sensi?
La sesta: che senso ha, a poca distanza dalle elezioni, dare ad alcune personalità dello spettacolo (tra l'altro tutte piuttosto etichettate politicamente al pari del presentatore) il potere di intervenire pesantemente sulla politica del paese?
La settima: che senso ha mettere insieme il voto di una giuria di “qualità” (e anche su questa giuria ci sarebbe da dire…) e il televoto?
E mi fermo qui, perché c’è abbastanza da pensare. È vero che c’è roba in giro più importante di Sanremo. Però 13/14 milioni di italiani incollati davanti alla TV per questa cosa qui sono veramente molti! E questo deve ancora più darci da pensare.
 

(MaLa, tratto da: Gianluca Zappa, FB, 17 febbraio 2013)

 

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