Carla Fracci 74 anni, dicasi 74. Una vita piena di successi e immagino di quattrini, di certo non lavora per mantenere la famiglia, la sua reazione contro il sindaco Gianni Alemanno, mi ha ricordato molto quella di un altro "blasonato" intellettual-artista sinostroide, l'arch. Fuksas.
Toccagli l'orticello a questa gente, e perdono tutto l'aplomb.
Alla Fracci, Alemanno ha sfilato il "cadreghino" da sotto il sedere ossuto...e l'étoile, si é trasformata in un arpia.
Ma dico, ma andare in pensione? Così per sbaglio...
Sante parole...quelle dell'articolo di Vittorio Macioce:
Questo è un Paese dove i vecchi si sentono immortali. E sono voraci.
Non rinunciano a nulla. Non smettono mai di ballare.
È una mattina grigia. All’Opera di Roma i sindacati hanno organizzato una giornata di protesta contro il decreto di riforma delle fondazioni liriche. Gianni Alemanno, sindaco di Roma, ha appena finito di parlare. Si muove per tornare al suo posto ed è in quel momento che l’eterna etoile lo intercetta. È il canto di rabbia del cigno. "Vergogna, vergogna, farabutto". L’accusa: «Per due anni non mi hai ricevuto».
La Fracci perde l’equilibrio. È rossa in faccia. Urla.
Guarda Alemanno come un bestemmiatore, uno che insulta le dee, gli intoccabili, le leggende che si ribellano al tempo, in questa Italia dove il presente e il passato non passano mai.
Cosa ha fatto Alemanno?
Ha scelto. Ha detto no alla Fracci. Non ha rinnovato il suo contratto di direttrice del corpo di ballo. La Fracci ha 74 anni, il suo mandato è scaduto dopo 10 anni, ma lei si sente inamovibile.
Alemanno non parla, più tardi dirà poche parole: "Rispetto la sua storia e la sua arte, ma il rapporto con lei è ormai superato. Non è lesa maestà voltare pagina".
Qualche stagione fa Roberto Bolle disse una piccola verità.
La Fracci dovrebbe essere meno egoista, mettersi da parte e lasciare la direzione del corpo di ballo di Roma. "Questo sistema frena il ricambio generazionale, condiziona la resa coreografica, il ritmo". La risposta della Fracci fu al veleno. Disse che Bolle era finito. Non cresce più. Ha perso equilibrio. Non ha credibilità.
Aggiungo che la Fracci, è anche assessore alla Cultura in una terra come la Toscana.
Ma evidentemente non le basta.
Chissà che bel sospirone di sollievo hanno tirato coloro che da decenni aspettano il loro turno, per fare carriera.
Questo è un paese per vecchi, suddivi in caste, attaccati ai loro privilegi come cozze agli scogli: è ora di lasciar spazio ai giovani e di togliere i suddetti privilegi.
Quando la coperta è corta, i soldi si usano per chi ne ha realmente bisogno.
(Fonte: Orpheus, 18 maggio 2010)
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