giovedì 6 maggio 2010

La pedofilia nella Chiesa: i numeri

La conta degli effettivi di casi di pedofilia da parte degli ecclesiastici non serve per sminuire il fenomeno, ma per capirlo nelle sue giuste dimensioni.
Usa: Secondo lo studio del 2004 del John Jay College of Criminal Justice i sacerdoti accusati di relazioni sessuali con i minori sono dal 1950 al 2002 circa 4.392. Massimo Introvigne in un articolo sull’Avvenire ha fatto notare che di questi, quelli accusati di effettiva pedofilia sono 958. I condannati in tutto 54, poco più di uno all’anno (i sacerdoti e i religiosi negli Stati Uniti sono circa 109.000). Nello stesso periodo negli USA, sono state 6.000, le condanne relative a professori di ginnastica e allenatori giudicati colpevoli dello stesso reato dai tribunali statunitensi. Uno studio commissionato dall Conferenza Episcopale Nord Americana dichiara che i casi in esame al 2009 sono solo 6, su 109.000 sacerdoti.
Il periodico Newsweek ha registrato che le compagnie di assicurazione americane non fanno pagare un premio maggiore per assicurare contro gli abusi nelle istituzioni cattoliche: stando ai dati non c'è un maggiore rischio.
Germania: in un articolo del Giornale, Andrea Tornielli, riporta che in Germania dal 1995 sono stati denunciati 210mila casi di reati contro minori, i casi sospetti avvenuti nell’ambito della Chiesa cattolica sono 94 (1 su 2000).
Irlanda: il Rapporto Ryan del 2009 ha registrato le testimonianze di casi di violenze (non solo sessuali ma soprattutto fisiche e psicologiche) nel sistema scolastico dell'isola dal 1914 al 2000, riscontrando 381 persone che hanno dichiarato di aver subito abusi sessuali da parte di personale scolastico, visitatori, alunni più grandi e solo in piccola parte da chierici. Il Rapporto Murphy sulla diocesi di Dublino ha registrato dal 1974 al 2009 le testimonianze di 440 persone che accusano sacerdoti.
Malta: secondo i dati forniti da una Commissione istituita ad hoc dagli anni '70 ad oggi sono stati accusati 45 sacerdoti. In 19 casi le accuse sono state respinte perché infondate, 13 casi sono ancora da esaminare e 13 sono sotto processo. Di questi ultimi 4 son stati condannati, 7 devono essere ancora ascoltati dalla Santa Sede e 2 sono deceduti.
Congregazione dottrina della fede: Mons. Scicluna (foto), della Congregazione per la Dottrina della Fede, in un'intervista ha dichiarato che dal 2001 al 2010, la Congregazione si è occupata di circa 3000 casi di sacerdoti diocesani e religiosi che riguardano delitti commessi negli ultimi cinquanta anni. Solo nel 10 per cento dei casi si tratta di atti di pedofilia, quindi circa 300 in tutto il mondo. Il numero complessivo di sacerdoti diocesani e religiosi nel mondo è di 400 mila.
Documenti e disposizioni esplicite
Nei discorsi sulla pedofilia si tirano in ballo alcuni documenti dando l’informazione errata che conterrebbero istruzioni per la copertura dei casi di pedofilia. In realtà tutti i documenti sono ufficiali e pubblici, e l’atteggiamento di condanna agli abusi è chiaro e forte. Le incomprensioni nascono da cattive traduzioni e imprecisioni dovute al fatto che i documenti sono redatti in latino e non vi erano fino a poco tempo fa traduzioni ufficiali in altre lingue.
Il primo è l’istruzione “Crimen sollicitationis” un testo del 1922 riedito da un Giovanni XXXIII nel 1962 che si occupa del reato di istigazione a cose turpi da parte dei confessori. Il documento, che tratta principalmente di altri abusi, fa un riferimento anche alla pedofilia chiamandola crimen pessimum. Nel documento è esplicito l’obbligo di denunciare i crimini.
Il secondo è il "De delictis gravioribus" firmato da Joseph Ratzinger e Tarcisio Bertone nel 2001, fu redatto per dare corso al motu proprio “Sacramentorum sanctitatis tutela di Papa Giovanni Paolo II che, proprio per evitare insabbiamenti e pasticci locali, assegna la competenza in materia di pedofilia alla Congregazione per la dottrina della fede.
La conferma di tutto ciò l'hanno data anche le Linee guida che seguirono l'istruzione: informare la Santa Sede, seguire le disposizioni della giustizia civile, allontanare il sospetto dalle attività pastorali.
Se ci sono stati insabbiamenti e omissioni, essi si devono a una mancanza di fedeltà alle disposizione del Papa e del Magistero.
L'azione di Benedetto XVI
Papa Benedetto XVI, prima come Prefetto della Dottrina della Fede poi come Papa è, senza dubbio colui che più si è impegnato a correggere questa piaga nella Chiesa. Da leggere la recente Lettera ai cattolici irlandesi. In essa c’è una chiara condanna del fenomeno e un forte invito ai vescovi a prendersi le proprie responsabilità per riparare e far sì che non accada in futuro. Stessa chiarezza e determinazione che il Papa ha mostrato durante il suo viaggio negli USA (qui una rassegna dei suoi interventi sulla pedofilia) e in Australia (qui una rassegna dei suoi interventi).
I casi di cui si e' parlato sui media
Finora sulla stampa sono stati tirati in ballo alcuni casi di pedofilia che in qualche modo sembrano toccare il Pontefice. Ognuno, visto da vicino, dimostra da parte di Ratzinger una condotta limpida e cristallina:
1. Padre Murphy a Milwakee: è il caso di un sacerdote macchiatosi di reati di pedofilia negli anni ’70. Le carte dicono che la Congregazione per la Dottrina della Fede (di cui era prefetto allora Ratzinger) fu consultata 20 anni dopo i fatti per una accusa di crimine di sollecitazione (e non per gli abusi). La Congregazione invitò a tenere il sacerdote comunque alla larga dalle attività pastorali nonostante fossero passati così tanti anni senza evidenze di altri crimini e nonostante la stessa giustizia civile aveva archiviato il caso.
2. Padre Kiesle a Oakland: è il caso di una lettera del 1985 in cui il Card. Ratzinger invita a non concedere in fretta la dispensa dal celibato a un sacerdote accusato di pedofilia e già sotto processo per l'espulsione dal sacerdozio. Alcuni media hanno confuso le due cose: la dispensa dal celibato (che è una concessione) dall'espulsione dal sacerdozio che è una.
3. Padre H nella arcidiocesi di Monaco e Frisinga: un pedofilo trasferito nella diocesi all’epoca in cui Ratzinger era arcivescovo. Il caso risale al 1980. È emerso nel 1985 ed è stato giudicato da un tribunale tedesco nel 1986. Il cardinale Ratzinger era estraneo alla vicenda come ha ammesso il suo vicario dell'epoca.
4. Il fratello del Papa: è sembrato che due casi di abuso avvenuti a Ratisbona intorno al ’58 che è sembrato toccassero il fratello del Papa. In realtà i casi sono entrambi noti, giuridicamente chiusi e riguardanti un periodo diverso dalla direzione del coro da parte di Georg Ratzinger dal 1964 al 1994 (vedere già citato articolo di Tornielli che spiega i due casi).
Il celibato non c'entra con la pedofilia
Si è sentito anche parlare di un nesso tra pedofilia e celibato. Lo psichiatra Manfred Lutz, uno dei maggiori esperti del tema, in una recente intervista ha spiegato come questo nesso non ci sia affatto, anzi, gli esperti affermano che chi vive l’astinenza sessuale è meno a rischio di commettere abusi rispetto a chi è sposato. Nel già citato articolo di Introvigne si riportano gli studi di Jerkins che hanno registrato come i casi di pedofilia siano presenti in misura maggiore tra le diverse denominazioni protestanti ove i pastori possono contrarre matrimonio. Anche il dato già citato dei 6.000 casi di abuso negli Stati Uniti nello stesso periodo di quelli ecclesiastici sono ad opera in maggioranza di persone sposate. Insomma un nesso tra celibato e pedofilia non sembra esserci.

(Fonte: Bruno Mastroianni, www.documentazione, 30 aprile 2010)

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