C’è una notizia che viene dal Belgio, da Liegi, dove quest’anno è stata ripristinata la processione con l’eucaristia, caduta in disuso dagli anni Settanta.
Il 2 giugno, il quotidiano della città “La Meuse”, ripreso il giorno dopo da “Le Soir“, il più diffuso quotidiano del Belgio francofono, ha chiesto a varie persone se approvavano o no il ripristino della processione.
E tra quelli che hanno risposto no chi c’è? Monsignor Aloysius Jousten, il vescovo di Liegi. Il quale ha detto: “Riguardo a questa processione ho delle riserve, perché penso che sia di natura tale da dividere invece che unire”.
Jean Hermesse, docente di antropologia e animatore del Comité de la Lune Barrée che è stato tra i promotori della processione, grande ammiratore di papa Benedetto XVI e del nuovo arcivescovo di Bruxelles, il conservatore André Léonard, ha detto di non essere stupito: “Quella del vescovo di Liegi è la logica del nascondimento, che vuole che i fedeli spariscano come il lievito nella pasta”.
Nel nome di questa logica e soprattutto del “non dividere”, nella scorsa Quaresima nella cattedrale di Liegi hanno fatto predicare il quaresimale a intellettuali non credenti e a un paio di cattolici in dissenso con la Chiesa: Gabriel Ringlet, José Reding
Iniziativa non nuova né isolata, quest’ultima. Basta vedere cosa capita dentro il Duomo di Milano. Dove, ad esempio, a un quaresimale di qualche anno fa invece dei quattro Vangeli si leggevano testi di Oscar Wilde, Marguerite Yourcenar, Pier Paolo Pasolini e Jack Kerouac. Il tutto accompagnato dalla cantante Alice e da videoinstallazioni di Bill Viola e Michiel van Bakel.
(Fonte: Sandro Magister, Settimo cielo, 10 giugno 2010)
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