mercoledì 15 giugno 2011

«L'Omofobia? Una grande bufala». Parola di ex gay militante

Cinquecentomila persone per le strade, 41 linee del trasporto pubblico deviate, entusiasmo crescente, confusione ed esibizionismo imperanti. È questo l’EuroPride 2011, che è andato in scena nelle strade della capitale, e che ha vissuto il suo culmine con una Lady Gaga (pagata da chi?), invitata nientepopodimeno che dall’ambasciatore statunitense, scatenata sulle note di «Born this way», inno alla naturalità della diversità (tanto perché sono "discriminati!".
La manifestazione dell’orgoglio omosessuale, si legge nello statuto politico, sottolinea che «Essere orgogliosi significa scegliere a testa alta i propri percorsi di vita con consapevolezza e libertà, nel riconoscimento del medesimo spazio di libertà di qualunque altra persona». Ma questa definizione non convince, soprattutto chi l’ha frequentata per 20 anni, come Luca di Tolve. Quarantenne, sposato con Teresa, oggi Di Tolve gestisce il gruppo Lot, un gruppo cattolico che promuove incontri di preghiera per persone che rifiutano il proprio orientamento omosessuale e offre supporto a chi porta dentro di sé ferite e dipendenze a livello emotivo. Nel suo libro «Ero gay. A Medjugorje ho ritrovato me stesso», edito da Piemme, ha raccontato la sua storia e la sua esperienza vissuta all'interno dell'Arcigay, storica associazione che, si legge nel suo statuto «si propone di promuovere e tutelare il diritto all’uguaglianza tra ogni persona sia essa gay, bisessuale, lesbica, transessuale o eterosessuale».
D. Di Tolve, che cosa è Europride ?
R. «Una manifestazione egocentrica, una pura ostentazione, una giornata di folle divertimento. Tutto quello che si fa normalmente nei punti di ritrovo la notte, viene riproposto nelle strade di giorno. Non è, come si vuol far credere, una battaglia sociale, ma solo un mettersi in mostra attorno all’unico elemento di coesione: il sesso. Per capirlo basta accedere al sito di arcigay.it, si trova una serie di locali, sparsi in tutta Italia, con la denominazione cruising, ovvero ricerca e offerta di sesso casuale, anonimo e vario. Nessuna associazione che promuove diritti si sognerebbe mai di organizzare un maxi festino per le strade, tranne i movimenti omosessualisti. Il loro unico scopo è sdoganare un modello di pensiero, negando tutti quelli che lo contraddicono».
D. In che senso?
R. «Non prendono nemmeno in considerazione l’ipotesi che una persona in un dato momento abbia un problema con la proprie identità sessuale, danno per scontato che la strada sia quella dell’omosessualità, e su quella indirizzano tutti, soprattutto i più giovani e i più fragili. Noi crediamo che l’essenza della persona non sia omosessuale, che ci possano essere delle tendenze, dei problemi psicologici, delle ferite, ma non se ne può parlare. Non si può dire nulla se non nel modo in cui Arcigay propone, perchè subito si è tacciati di omofobia. Ma lo spettro dell’omofobia è una grande, gigantesca bufala. Omofobia significa avere paura, io non ho paura dell’omosessualità e nemmeno degli omosessuali: lo sono stato per 20 anni! Questo è soltanto un tentativo di zittire chiunque si permetta di esprimere un’opinione diversa».
D. Qualcuno potrebbe obiettare che alcune persone non si riconoscono nella propria identità sessuale biologica...
R. «Conosco bene questo stato d’animo, per averlo provato. Porta con sè un carico di dolore, di rabbia, di sofferenza inimmaginabile. Di fronte a questa sensazione di freddo smarrimento viene naturale avvicinarsi al mondo gay, e poi ne si viene travolti. Noi vogliamo offrire un’alternativa, con il gruppo Lot vogliamo dare voce alle persone che non si sentono in sintonia con quello che provanno, andare incontro agli adolescenti che chiedono di capire cosa sta succedendo. Il percorso è lungo e complesso, ma bisogna essere chiari: siamo maschi o femmine. E la normalità è essere eterosessuali».
D. Quindi secondo Lei non ci sono diritti da tutelare per quanto riguarda gli omosessuali attraverso i GayPride?
R. «L’unico risultato di queste manifestazioni è il proliferare di locali dove si offre sesso. A me dispiace tantissimo perché so che i ragazzi più giovani ci credono davvero, e il loro entusiasmo viene alimentato di continuo, facendo loro credere che si cambierà il mondo, ma non è così e ai vertici lo sanno bene. E’ il sesso il motore del mondo gay, come in una sorta di cannibalismo ci si nutre di una cosa che non si ha. Ed è questo che personalmente ha fatto scattare in me un campanello d’allarme. Il sesso. Perché non esiste la fedeltà nel mondo gay, esiste la ricerca compulsiva di qualcosa che si vuole possedere, ma non la si ottiene perché ci si ostina a cercare nell’uguale a noi. Non esistono persone serene, o piene, nel mondo gay. Al contrario quando l’individuo scopre il mistero della complementarità, tutto acquista una luce diversa… ».
D. Quale è stata la molla che Le ha fatto pensare che qualcosa non andava nel mondo gay?
R. «Ad un certo punto, dopo anni di ricerca sfrenata, non solo non avevo trovato nulla, ma non avevo nemmeno capito bene cosa stavo cercando, e nemmeno se lo avrei trovato mai. Esausto, mi sono fermato, ho staccato. Poi ho scoperto che c’erano altre possibilità: con grandissimo stupore e altrettanta sofferenza ho scoperto una cosa che nessuno, in 20 anni di Arcigay mi aveva mai detto, e cioè che potevo diventare eterosessuale. Perché non me lo avevano detto? Mi hanno rubato 20 anni di vita. Ho cominciato a leggere i libri di Nicolosi, psicoterapeuta americano, che da anni negli Stati Uniti si occupava di terapia riparativa. Non sono stato convinto da subito, ma ho voluto tentare anche quella strada. Ho capito che la mia vita era cambiata quando ho cominciato a percepire la profondità del mistero della complementarità, e ho sentito dentro di me un desiderio, che nessuno mi aveva detto che avrei potuto sentire: quello di essere padre. Fino ad allora nessuno mi aveva mai detto che avrei potuto generare una vita».

(Fonte: Raffaella Frullone, La Bussola Quotidiana, 10 giugno 2010)

  

1 commento:

Anonimo ha detto...

Intensifichiamo le nostre umili e indegne preghiere al Buon Dio,affinchè sia sempre più "lento all'ira".

Dico questo perchè temo proprio che siamo alla vigilia di una nuova ineluttabile e devastante "sodoma e gomorra".

La cosiddetta "ideologia di genere",con le sue aberranti,agghiaccianti e raccapriccianti istanze, sta preparando il castigo di Dio....comunque purificatore!

Fiat voluntas tua!

Tommaso Chierico