sabato 10 marzo 2012

Margherita Hack vuole insultare la chiesa in parrocchia e di venerdì santo

A Benedetto XVI è stato impedito di partecipare ad un invito presso l’Università La Sapienza, ma la papessa atea, Margherita Hack, pretende di criticare la Chiesa in una sala parrocchiale il giorno del Venerdì Santo. I membri del consiglio parrocchiale di Mezzolombardo (TN), assieme ad uno comunale, hanno tuttavia respinto la richiesta e in questi giorni è scattata la ben collaudata macchina del fango contro la Chiesa, la quale passa ancora una volta per intollerante.
È un bel giochino organizzato da associazioni laiciste e dall’assessore Roberto Guardagnini per mettere in difficoltà la parrocchia; quest’ultimo infatti, dichiaratamente laicista, sapeva bene che la sala parrocchiale «non è disponibile per proiezioni e manifestazioni apertamente in contrasto con l’insegnamento cristiano». Ha quindi voluto dare risalto alla cosa invitando la Hack a presentare in prima nazionale il suo nuovo libro contro la bioetica cristiana nel piccolo paesello in provincia di Trento, proprio all’interno del teatro parrocchiale e proprio il giorno in cui i cattolici ricordano la Passione di Cristo. Uno scherzo mica male; «Guardagnini ha potuto infatti organizzare la grancassa per fare la vittima. Bastava si rivolgesse, a due chilometri, al prestigioso e laico auditorium Rotari, alla Cittadella del vino», fa notare Avvenire, il quotidiano della CEI, e nessuno avrebbe avuto nulla da eccepire.
Ma chi è Margherita Hack? È una scienziata? Ma scienziato, fino a prova contraria, è uno che si dedica alla ricerca per tutta o per gran parte della vita; al contrario la Hack ha fatto poco più di nulla, né ha mai scoperto qualcosa. È stata semplicemente una docente di astrofisica, come tante altre; per carità! ha diretto molto bene l’Osservatorio Astronomico di Trieste, ma nulla di più. È decisamente sconosciuta all’estero e in Italia la si ricorda più per le sue violente posizioni ideologiche contro Dio e la Chiesa che per la sua attività scientifica. Viene comunque divinizzata, qualcuno vorrebbe appendere il suo faccione nelle scuole come simbolo stesso della Scienza. La Hack è diventata nota alle telecamere nel 1971 quando firmò il manifesto contro il commissario Luigi Calabresi (definito “torturatore”); da allora si è mescolata alla militanza politica nei comunisti italiani, e ad apparizioni fugaci a tavole rotonde organizzate sempre dalle solite combriccole sinistrorse e mangiadio. In questo modo le è stata riconosciuta da parte dei media quell’aura di sacralità di cui ancora oggi orgogliosamente si fregia. È arrivata perfino a pretendere la cittadinanza onoraria di Firenze per il terrorista curdo Abdullah Ocalan.
La signora Hack, donna intelligente, non ha sempre accettato di essere strumentalizzata: proprio l’anno scorso ha aperto al nucleare, divenendo «da guru dei girotondini a mito da rottamare»; nel 2011 ha fatto inorridire gli atei che la seguono affermando: «Scienza e fede possono benissimo convivere [...] È quello che dico sempre, anche essere atei, come essere credenti, è una fede». Su Facebook la definiscono “Maga Magò“, la “Vanna Marchi del nucleare” e “Margherita Crack“, e anche i gruppi contro di lei sono triplicati.
Qualche duro colpo gliel’hanno rifilato anche i suoi colleghi (loro sono in attività), correggendo più volte gli innumerevoli errori scientifici (anche grossolani) che pullulano nei suoi libri. La sua visione del mondo è sempre rimasta fortemente scientista e ormai anacronistica; recentemente è stata definita (assieme al suo compare Odifreddi) «nipote ritardata del positivismo». L’astrofisico italiano Paolo Maffei - lui davvero scienziato - cattolico e praticante, si è spesso lamentato con la Hack , perché la collega si serve da anni della scienza per negare la fede, mentre lui non ha mai voluto usare la scienza per difendere la sua fede. Due approcci diversi, molto significativi: il primo fondamentalista e il secondo laico.
Come dicevamo all’inizio, oggi la ex astrofisica vorrebbe entrare nella sala parrocchiale di Mezzolombardo (Trento) per insultare i credenti, la religione e la Chiesa, accusandola senza alcun contraddittorio di essere retrograda, promuovere l’eutanasia, l’aborto, l’omosessualità, la fecondazione artificiale e tutte le belle cosine che ha in mente. Oltretutto, non in un giorno qualsiasi, ma il 6 aprile, ovvero il Venerdì Santo. Uno dei membri parrocchiali, Andrea Bezzi -che è anche preside delle scuole primarie “Darwin” di Mezzolombardo- ha detto: «Nel regolamento del teatro è detto chiaramente che spettacoli che possano ledere la sensibilità cattolica non saranno ospitati al San Pietro. Come dirigente scolastico, del personaggio invitato alla serata non ho nulla da dire. Anzi, esprimo la mia massima stima alla Hack come astrofisica e, se venisse a parlare di questi temi, la ospiterei anche a scuola. Ma come cattolico, nel ruolo che al momento rivesto, sono chiamato a prendere posizione [...]. In questo libro la Hack prende una posizione dura nei confronti della religiosità. A titolo personale, credo che la serata si potrebbe fare, ma non di venerdì santo, data che escluderebbe di fatto i cattolici, e con un contraddittorio». Condividiamo la posizione espressa anche da Italia oggi, ma ci viene decisamente da ridere leggendo che il sostegno alla Hack arriva perfino dal leader dei satanisti italiani Marco Dimitri, che la definisce: «Quanto di più prezoso abbiamo [...]. Una stella che guarda le stelle». Una strumentalizzazione che cade nel ridicolo!
 
(MaLa da: www.uccronline.it, 5 marzo 2012)


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