Attacco
frontale del mondo cattolico al ministro Elsa Fornero, che ieri nel corso di un
convegno sulla famiglia ha invitato a riflettere sui diritti delle coppie di
fatto e delle convivenze tra persone omosessuali e ha detto che la famiglia
tradizionale rischia ormai di diventare un’eccezione.
Dopo
le critiche di ieri di vari esponenti del Pdl, oggi L’Avvenire, nell’editoriale
di prima pagina, lascia trapelare la speranza che il ministro si autocorregga.
La famiglia, scrive il giornale dei vescovi italiani, è ancora «il centro della
società italiana, quel che tiene in piedi tutto il Paese». «È troppo - conclude
l’editoriale - chiedere che chi ci governa, anche col “camice bianco” dei
tecnici, mostri di adoperarsi per tenere insieme e dare un futuro al Paese, e
non per incoraggiarlo a precarizzarsi e disgregarsi?».Ancor più duro il Forum delle associazioni familiari, organizzazione cattolica promotrice del Family Day: «Quello del ministro Fornero è stato un gran brutto scivolone, tanto più perché‚ piovuto su un evento istituzionale che nel nome della Giornata internazionale della Famiglia dell’Onu, per la prima volta riusciva a mettere insieme istituzioni e societ… civile attorno alla famiglia» scrivono in una lettera aperta.
Insorge anche il Movimento cristiano dei lavoratori (Mcl): «la famiglia non è superata, e va sostenuta dallo Stato. È gravissimo che un ministro della Repubblica, per di più componente di un Governo “tecnico”, si lanci in considerazioni personali che scivolano sul terreno della politica, arrogandosi un ruolo di pretesa rappresentanza di interessi collettivi che, peraltro, non può competere in alcun modo a chi non Š stato eletto» ha detto il presidente Carlo Costalli, che parla addirittura di «dichiarazioni oltraggiose» e attacca: «Si rassegni il ministro Fornero e rispetti la Costituzione italiana che sancisce una “società naturale fondata sul matrimonio”. Si rassegni e pensi piuttosto a fare bene il suo lavoro di ministro tecnico, evitando sviste madornali come quella sugli esodati, che non giovano n‚ al Paese n‚ alla sua popolarità personale».
Non si sbilancia invece come al solito il ministro titolare della delega delle politiche familiari, Andrea Riccardi, che interpellato sulla questione risponde: «Non commento i discorsi di un ministro del Governo, ogni ministro dice quello che vuole. Il problema è la crisi del legame della società italiana, fatto da donne e uomini più soli. Questo mi sembra il problema». (Vatican Insider, 17 maggio 2012).
L’On. Eugenia Roccella, dal canto suo, risponde invece alla Fornero con il seguente Comunicato Stampa : «Mi dispiacerebbe pensare che il Ministro Fornero che non ha mai cercato facili consensi sulle riforme per il lavoro, ne cerchi invece sul fronte della famiglia e del riconoscimento pubblico delle unioni di fatto.
Se il Ministro leggesse i dati, scoprirebbe che la situazione italiana è profondamente diversa da quella di gran parte del resto d’Europa: la famiglia tradizionale è ancora la regola, i figli nascono all’interno del matrimonio avendo quasi sempre un padre e una madre, resiste una rete parentale di sostegno e di affetti e tutto questo ha costituito, come il Ministro certamente sa, l’ammortizzatore sociale fondamentale che ha permesso a questo paese di resistere nella bufera della crisi economica.
Altrove spesso ci sono ormai altissime percentuali di madri single e questo produce povertà femminile e infantile e volatilità del ruolo paterno, i divorzi sono in qualche caso addirittura più dei matrimoni e le relazioni familiari sono instabili e poco durevoli.
Non chiedo a Elsa Fornero di condividere delle idee o dei principi, le chiedo però di tenere nel dovuto conto il dettato costituzionale che riconosce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio e le chiedo, come Ministro del Welfare, di considerare le ricadute sul piano dello stato sociale di provvedimenti che rendono la famiglia più fragile e precaria, smagliando le reti di sostegno e di solidarietà così tipiche del nostro paese.
Il richiamo del Cardinal Bagnasco al divorzio breve arriva alla vigilia della discussione in Aula sulla proposta di legge. Si tratta di una questione importante e complessa, non riducibile alla sola problematica dei tempi di scioglimento del matrimonio. E’ necessario interrogarsi sul tipo di società e di futuro che vogliamo, capire se intendiamo promuovere una cultura di stabilità degli affetti o al contrario, accanto alla precarietà del lavoro, vogliamo favorire anche un'idea di precarietà dei legami e quindi un'idea di famiglia instabile e fragile.
La questione, inoltre, ha anche importanti ricadute economiche. In questo grave momento di crisi la famiglia ha rappresentato un eccezionale ammortizzatore sociale nel nostro paese; favorirne la disgregazione significa indebolire un collante sociale, e appesantire ancora di più il nostro sistema di welfare che ha già problemi di sostenibilità» (www.eugeniaroccella.it).
(MaLa,
17 maggio 2012)
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