Mi sono imbattuto in questi giorni in una storia, riportata da alcuni quotidiani, che mi sembra un significativo segno dei tempi. Pare che alla scuola elementare “Jean Piaget” di Roma fosse in servizio, fino a poco tempo fa, un’insegnante buddista la quale era solita impartire in classe lezioni di yoga, far sdraiare i bambini in cerchio sul pavimento, far disegnare loro dei mandala e recitare dei mantra... Anche se queste pratiche religiose sono ben poco espressive del retaggio culturale del popolo italiano, non si erano mai registrate contestazioni di sorta da parte dei genitori cattolici (è proprio vero che i cattolici sono più tolleranti ed inclusivi…).
La suddetta insegnante però si veniva a trovare nella necessità di esser sostituita e le subentrava, con regolare procedura, Annalisa Falasco, una religiosa della Congregazione di S. Maria Consolatrice. La nuova maestra non aveva neppure il tempo di farsi conoscere che già un gruppetto di fanatici si organizzava e scatenava la gazzarra. Alla testa dei genitori democratici una signora che si definiva “cassaintegrata dell'Alitalia” e che rilasciava la seguente battagliera dichiarazione: “La nostra è una scuola pubblica, una scuola statale, perciò se serve faremo ricorso al Tar. (...) La suora sarà pure bravissima ma io contesto l'istituzione che rappresenta. Cioè la Chiesa. Voglio vedere cosa dirà la maestra a mio figlio quando le chiederà come è nato l'universo. Sono atea e credo che la scuola pubblica debba essere quantomeno laica. O no?”.
Strano concetto di laicità: la sorella sarà pure bravissima, ma dato che è cattolica non deve insegnare in una scuola pubblica, e poco importa se ne ha i titoli, e poco importa se è stata chiamata dalla regolare graduatoria cui attinge l’Ufficio Scolastico della Provincia di Roma! Per “scuola pubblica”, con ogni evidenza, si vuole intendere che l’istituzione è solo di lorsignori, dell’elitario gruppuscolo degli adoratori del nulla... Si precisa che la suora in questione era da poco arrivata, non aveva avuto modo di insegnare nulla sulle origini di alcunché ed entrava in classe rinunciando ad indossare quel piccolo crocefisso attorno al quale, pure tanto animatamente, si discute. Di conseguenza, fa riflettere il fatto che una persona dal comportamento così discreto si sia attirata addosso la fatwa da parte di chi non aveva avuto nulla da eccepire riguardo le pratiche religiose proposte ai bambini dall’insegnante precedente. A proposito, chissà cosa insegnano riguardo le origini dell’universo gli insegnanti buddisti… Esempi analoghi di intolleranza si possono individuare, al giorno d’oggi, solo in paesi dominati da forme di fondamentalismo religioso o di totalitarismo politico-ideologico e, in un suo articolo, Renato Farina ricordava come mobilitazioni di questo genere fossero assolutamente tipiche dei regimi comunisti, dove si incoraggiavano le denuncie nei confronti del finto compagno o dell’insegnante non sufficientemente in linea con la posizione ufficiale del partito. La cassintegrata Alitalia, naturalmente, si rappresenta come vestale della laicità e della democrazia, ma la sua battaglia pare piuttosto rivelatrice di una pericolosa vocazione totalitaria. E’ solo un caso?
E già che ci siamo, si deve sottolineare che la storia della scuola elementare "Jean Piaget" puzza in effetti di razzismo. Come ai tempi dell’America dei WASP (piena cittadinanza solo a chi fosse White, Anglo-Saxon and Protestant) a qualche sedicente democratico starebbe bene che, oggi come allora, l’identità cattolica tornasse a rappresentare una sorta di pregiudiziale negativa ai fini di un pieno inserimento nella vita sociale e di un pieno riconoscimento civile.
(Fonte: Stefano, La Cittadella, 10 gennaio 2010)
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