giovedì 21 giugno 2012

Omosessuali: la caccia alle streghe contro Cassano e Fioroni

Ci perdoneranno se ancora una volta ci occupiamo di questioni legate all’omosessualità, ma il tema in questo periodo è molto caldo e tante cose ci sono e ci saranno da dire. Ogni giorno arrivano da tutto il mondo notizie di violenza e discriminazione omosessualista nei confronti di chi ha idee differenti sul comportamento omosessuale e sulle nozze gay. Spesso ne abbiamo dato notizia, proprio per sottolineare l’incoerenza di una lobby che finge di essere discriminata -nonostante il completo sostegno del potere mediatico- e invoca tolleranza (e privilegi vari), ma poi aggredisce con una feroce intolleranza chi osi pensarla differentemente.
E’ nota a tutti la risposta del calciatore della Nazionale Antonio Cassano ad una domanda sulle frasi di Alessandro Cecchi Paone (per qualcuno satiricamente Checca Paone), secondo cui in Nazionale ci sarebbero «due gay, un bisessuale e tre metrosexual». Cassano, divertito da queste ossessioni omosessualiste, ha risposto: «Se dico quello che penso sai che cosa viene fuori… mi auguro che non ci siano veramente froci in Nazionale». Come ha fatto notare Emmanuele Michela su Tempi.it, il clima tra i giornalisti (si veda il video sotto) era di allegria rispetto alla spiritosa schiettezza e bonaria spontaneità del giocatore azzurro. Spenti i microfoni, è invece subito piombato il dovere di strumentalizzare il caso per la solita marchetta al mondo gay: i bigotti moralisti hanno appeso al muro Cassano per aver usato il termine “frocio” (lo stesso era capitato a Beppe Grillo quando ha parlato di “busoni”, per fortuna l’omosessuale Nino Spirlì ha dichiarato: «Crocifiggerlo per il termine frocio nel 2012 mi sembra veramente fuori dalla grazia di Dio»), il gay onnipresente Franco Grillini ha sostenuto che il giocatore ha violato i diritti umani e perciò «Prandelli deve lasciare a casa Cassano dagli Europei», mentre la lesbica onnipresente Paola Concia si è offerta per “rieducare” e “allineare” Cassano alla mentalità e al pensiero unico del politicamente corretto. Tra le poche difese a Cassano, quella di Giuseppe De Bellis, videdirettore de Il Giornale: «Cassano dice solo quello che pensa, senza la pretesa che sia giusto. Quelli che lo attaccano, invece, vorrebbero che lui dicesse ciò che pensano loro».
L’altra recente vittima della lobby omosessuale si chiama Beppe Fioroni, deputato del Partito democratico (Pd) ed ex ministro dell’Istruzione durante il secondo governo Prodi. Il motivo della discriminazione? Ha agito con coerenza opponendosi alla plateale apertura del leader del PD Pier Luigi Bersani alle unioni omosessuali (stesso partito in cui milita Paola Concia), e al testamento biologico, a cui hanno seguito le dichiarazioni di tanti altri esponenti democratici, come quella del condirettore di “Europa” (quotidiano ufficiale del Partito Democratico) Federico Orlando, militante dei radicali. Fioroni ha ufficializzato la sua posizione in un’intervista per “Avvenire”: «se Bersani dovesse dimenticare le priorità, sarei costretto a riflettere e, magari, a muovermi [...], su questioni che non sono da tessera di partito, ma interpellano la nostra coscienza e sulle quali – le assicuro – non ci saranno blitz. Io ho sempre avuto una posizione chiara e continuerò ad averla. Ho sempre detto i miei “sì” e i miei “no” e continuerò a farlo. Senza timore di essere messo alla porta e consapevole di non essere solo. C’è un’area vasta nel Pd pronta a dire no a derive eutanasiche e coppie gay» (una vasta area tanto silenziosa che pare inesistente, a dir la verità).
Fioroni si è beccato una serie di insulti e inviti ad abbandonare il Partito Democratico, tanto che il direttore di “Europa” Stefano Menichini è dovuto intervenire: «Fioroni lo si può criticare, ma insultarlo è esagerato». Il deputato del Pd Andrea Sarubbi ha tentato timidamente di farsi sentire a sua volta: «Dura vita dei cristiani Pd. A sinistra mi danno del talebano, nell’Udc mi danno del laicista. E noi qui, qui nel mezzo, finche ce n’è. Evitiamo questo clima da curve contrapposte, il Pd, come d’altronde il Paese, è il frutto dell’incontro di culture diverse, in cui quella cattolica rivendica la sua dignità, ma si deve parlare nel rispetto reciproco». Lo stesso Fioroni, su Twitter: «Mi indigna profondamente sentirmi da alcuni chiamare omofobo quando per storia e cultura il rispetto dell’Altro è la mia vita».
Lo stesso copione di sempre, insomma: chi osa pensarla diversamente dal mainstream omosessuale viene coperto di fango.

(Fonte: UCCR, 15 giugno 2012)

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