Chiunque si dichiari a prescindere e senza contraddittorio dalla parte del bene, del vero e del giusto, chiunque si impanchi nel regno dei liberi considerando tutti gli altri servi – soprattutto se è un giornalista – perde alle mie orecchie il diritto di farsi ascoltare.
Alcuni amici mi hanno però suggerito di vedere (su youtube) il monologo di Daniele Luttazzi dicendomi che era da non perdere. E avevano ragione.
Per far capire però la portata di tanto senno e signorilità, sono costretto a scendere in allusioni poco eleganti. Spero perlomeno che nessuno me ne abbia.
Dunque Luttazzi ha dedicato il suo siparietto a spiegare al colto e all’inclita il motivo per cui gli italiani continuano a votare per Berlusconi nonostante che questi li abbia sempre illusi e turlupinati. E per farlo ha utilizzato la metafora dell’uomo che sodomizza una donna, ricorrendo ad una maniacale descrizione a tutto campo, dal dolore iniziale (vero), alla gioia finale (presunta), in un crescendo di squallido compiacimento per una violenza esecrabile.
E mentre Luttazzi si esibisce nella sua pantomimica satira da fogna, le telecamere (non quelle della Rai per fortuna) indugiano sui volti sorridenti e compiaciuti di Santoro, Ruotolo, Travaglio, Lerner, tutti i paladini della libertà, incantati e soddisfatti. Anche il pubblico è in visibilio, le ragazze, le donne, ridono tutte di gusto; e quando la quintessenza della scurrilità arriva al parossismo, il Paladozza esplode, mentre gli eroici giornalisti liberi (e maschi) si sganasciano dalle risate.
È triste pensare che tali allusioni, gesti e parole siano andati in onda nella “grande festa della libertà”, quella che addirittura Aldo Grasso ha definito la grande svolta della comunicazione politica. Ho voluto riproporre qui la notizia, per chiedermi con voi: dopo un’intera stagione in cui questi stessi conduttori e grandi firme della tv (con super paghe scandalose, rapinate dal canone pagato da famiglie e pensionati con gravi problemi di sopravvivenza) ce l’hanno menata con l’abuso del “corpo della donna nell’era berlusconiana”, con il disprezzo dello “specifico femminino” da parte del Cavaliere, con la “mercificazione della bellezza” nel mondo illusorio e televisivo dello “psiconano”, come mai, dopo tutte queste filippiche, nessuno – dico nessuno di questi signori – ha avuto un sussulto di vergogna mentre applaudiva la laida riproposizione di una sodomizzazione femminile?
E dov’erano Concita De Gregorio, Sofia Ventura, Lidia Ravera e tutte quelle “brave ragazze” che hanno alzato ditino e sopracciglio per tutta una stagione ogni volta che Berlusconi azzardava una barzelletta o una battuta al femminile? Erano anche loro a Bologna ad applaudire? E lo spiritato Lerner, che sulla violazione berlusconiana del “corpo della donna” c’ha messo in piedi una dozzina di puntate dell’Infedele, forse s’è alzato e se n’è andato, oppure è rimasto a godersi lo sguardo attonito dello “scarafaggio schiacciato da Madre Teresa”?
A questo punto io, per parte mia, ho fatto una cosa forse grave, non so: una cosa che forse la mia coscienza mi rinfaccerà: ma ho benedetto di cuore, ho gioito come non mai, per la decisione presa a suo tempo dalla Rai di estromettere da tutte le sue trasmissioni televisive un Luttazzi, personaggio squallidamente coprolalico, maestro di un intrattenimento viscido e vomitevole.
(Administrator, 31 marzo 2010)
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