La formula del «finché morte non vi separi» sembra non funzionare più e ogni tre matrimoni celebrati uno finisce con una separazione. A dirlo sono i dati impietosi del ministero della Giustizia: quasi 300 coppie sposate ogni mille chiedono la separazione, soprattutto consensuale. E a questa media bisogna aggiungere i 234 divorzi richiesti nel frattempo. Sociologi e teologi pastoralisti si interrogano sulle cause. La ragione principale è il mutamento della società secondo la quale l'idea della separazione è entrata a far parte del senso comune collettivo. Anche l'emancipazione femminile ha aiutato il processo per cui le donne non hanno più paura di separarsi potendo contare, altresì, su una maggior indipendenza economica e nutrendo molto meno timore di affrontare la vita senza un compagno.
Inoltre, qualcuno attribuisce il fenomeno non solo al fatto che in Italia le coppie hanno iniziato a separarsi più tardi rispetto al resto d'Europa, ma anche perché nel nostro Paese ci si sposa ancora molto, mentre nel in Europa, soprattutto in quella del Nord, si preferisce la convivenza.
Oggi, trovare una coppia decisa a unirsi in matrimonio unico, fede e indissolubile, espresso con un consenso convinto, libero e irrevocabile non è facile in questo mondo tanto egoista. Le unioni coniugali sono in genere celebrate per piacere e interesse, o per convenienza economica o sociale. Di fronte a tanti matrimoni falliti e a coppie e a famiglie turbate da eventi così penosi (in quanto non dimentichiamo che comunque sia ogni separazione è un fallimento personale!) è doveroso chiedersi il perché e quale sia la causa?
Lungi dall’indulgere in facili moralismi sembra proprio che il perché e il motivo di tanti fallimenti delle unioni matrimoniali sia da ricercare nel materialismo e nell'egoismo smodato che esiste nella società di oggi che è orientato a ricercare il bene esclusivo di sé e dei propri cari senza avere in mente il bene degli altri cittadini. Tutto ciò genera ingiustizia, discordia, infedeltà, dolore, divisione, separazione e divorzio a tutti i livelli umani. Disimpegna, separa, allontana e produce invidia, rancore, odio, discordia, lotte e litigi. In buona sostanza l’egoismo è la causa di tutti i mali dell'uomo.
Quanti di noi hanno incontrato una persone così egoiste e grette che in apparenza avevano tutto, ma alle quali mancava l’amore e la compassione? L’egoismo materialistico ed esacerbato portato a vivere da sola e nella tristezza. Quanti di noi hanno incontrato egoisti benestanti ai quali mancavano l'amore e la pace.
Ebbene, la società di oggi ha bisogno di sostituire l'egoismo disordinato e materialista con l’amore altruista e solidale umano e cristiano che addolcisce la vita e rende dignità alle persone, alle coppie, alle famiglie. Questo amore è principio ragione e scopo della vita; esso produce gioia, pace, misericordia, compassione, sostegno, perdono e comunione di beni spirituali e materiali.
L’amore è forza potente che genera la vita, fa andare avanti il mondo, unisce e condivide i bisogni, le gioie, i dolori, i successi e gli insuccessi nel rispetto della libertà personale di ciascuno degli individui e dei coniugi, preservando la fedeltà, base e misura della felicità domestica. L’amore rende gentili, coraggiosi, altruisti e sacrificati al lavoro e combattivi insieme nella stessa direzione per il raggiungimento dello stesso obiettivo. L’amore muove le persone alla verità, alla bontà e alla bellezza, e le fa essere pazienti, disponibili, fedeli, sicure, tolleranti e solidali con gli altri.
Gesù di Nazareth riassume tutta la Legge mosaica nell’amare Dio e il prossimo, e insegna: "Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli" (Gv 13, 35). Giovanni Evangelista dice: "Dio è Amore, chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio in lui" (1Gv 4,16). Inoltre: "Se uno dicesse: «Io amo Dio», e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede” (1Gv 4,20). E Paolo di Tarso scrive: "La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità” (1Cor 13, 4-6).
Teresa di Calcutta ha detto: "Dio ci ha creati per amare ed essere amati". Dante, nell'ultimo verso del Paradiso della Divina Commedia, ha scritto: "L'amor che muove il sole e l‘ altre stelle". San Giovanni della Croce ha detto: "L'anima che cammina nell'amore nonannoia gli altri né stancasé stessa." Lacordaire disse: "L'amore è prima di tutto, la ragione di tutto e il fine di tutto". Francesco de Quevedo disse: "L'amore è l’ultima filosofia del cielo e della terra". Infine S. Agostino di Ippona, il più importante dottore e padre della Chiesa, scrisse: “Ama, e fai ciò che vuoi: se tu taci, taci per amore. Se tu parli, parla per amore. Se tu correggi, correggi per amore. Se tu perdoni, perdona per amore”. (Conf. 13, 9)
(Fonte: Umanesimo cristiano, 12 gennaio 2011)
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