Povera Italia! Costretta da inchieste e giornali e da una strategia politica che ormai non si ferma più davanti a niente, ad appassionarsi alle mutandine delle donne del Premier! A misurare la morale pubblica sul privato di un uomo, sulle sue debolezze personali, sui suoi vizi, più che sulla sua azione di governo.
Povera Italia! Costretta da inchieste di magistrati politicizzati e giornali e televisione di Stato a rimestare nel fango di una vicenda che non ha nulla a che fare con i problemi veri, quelli di cui sarebbe bene discutere.
Poveri italiani, sputtanati ovunque certo, sì, dalla condotta privata del premier (che se fosse diversa di certo sarebbe meglio), ma soprattutto da chi ha l’interesse ad amplificare la vicenda, a metterla in barzelletta, a parlarne tutti i santi giorni, a diffonderla nel mondo. come se i problemi dell’Italia si riducessero ai trascorsi della signorina Ruby.
La strategia è chiara: stornare l’attenzione generale dall’attività e dai programmi riformatori del governo, da questioni importanti quali il federalismo, la riforma della giustizia e del fisco, perché con l’acqua sporca venga buttato via anche il bambino. Una strategia da bombaroli, da kamikaze, un suicidio collettivo.
Strana Italia, bigotta Italia, dove la morale sessuale sembra contare più di ogni altra cosa. Questo almeno sui giornali e nei salotti televisivi, perché non sembra invece che il Paese reale sia sulla stessa linea. E allora ecco quelli che si scandalizzano perché il premier dà il proprio cellulare a delle signorine che fanno le carine con lui con la speranza di diventare veline, letterine, professorine e via dicendo. E nessuno a scandalizzarsi con la stessa veemenza se il politico dà il proprio cellulare allo scagnozzo che gli procura i voti e che ottiene il posto pubblico (a spese di tutti) per sé e i propri parenti. C’è una differenza sostanziale: Berlusconi paga di tasca propria, mentre in Italia, per decenni, sono stati collocati nella pubblica amministrazione personaggi squallidi, di basso profilo, di dubbie doti morali e capacità lavorative, solo per perpetuare il sistema di potere, ai danni del pubblico bilancio, ingrossando il debito pubblico.
Oggi come oggi, in Italia, se fosse un Paese normale, i giornali dovrebbero parlare solo ed esclusivamente dell’inchiesta sui rifiuti in Campania, dove esiste un esercito di addetti ai lavori che conta più del doppio di quello che servirebbe, per il disservizio che è sotto gli occhi di tutti. Questo sì che è un problema morale, questo sì che è un problema vero! Chi ha governato in Campania in tutti questi anni dovrebbe avere il nome sparato con titoloni su tutti i giornali. Le trasmissioni di approfondimento politico (quelle dove si manifesta la tanto decantata libertà di stampa) dovrebbero stare continuamente sul pezzo, andare a scavare lì, nella monnezza. Un processo esemplare, pubblico, una continua riprovazione di certa politica degenerata dovrebbero costituire il centro di ogni attenzione, dovrebbero dare segnali importanti, dovrebbero mettere alla berlina i comportamenti negativi per educare i giovani a fare diversamente. Invece...
Invece da Santoro si dà spazio ad una signorina dalla dubbia moralità, dai dubbi trascorsi, dalla dubbia credibilità. Una, cui non crede né la madre, né l’ex fidanzato, e nemmeno gli stessi magistrati, diventa per una sera la protagonista assoluta, la bocca della verità, la rivelatrice di chissà quali segreti. Salvo essere poi smentita il giorno dopo dalle sue stesse contraddizioni. Chi riparerà al torto, all’idiozia, al male fatto da quella trasmissione televisiva pagata dagli italiani?
Meglio parlare della Macrì che di Bassolino, comprendo benissimo. Capisco la strategia, capisco il senso dell’operazione. E per questo ripeto e grido: povera Italia!
(Fonte: Gianluca Zappa, La Cittadella, 30 gennaio 2011)
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