Col nuovo decennio il fanatismo islamico ha fatto un salto di qualità: il suo nemico principale non è l’Occidente americano, ma la Cristianità. Una lunga scia di sangue e di attentati, dal Sudan al Pakistan, dalle Filippine al Libano, dall’Irak all’Egitto, mostra che il passaparola è uno: terrorizzare i cristiani, colpirli e perseguitarli. E si teme ora per il Natale copto-ortodosso di venerdì e per il voto in Sudan di domenica. Di ogni strage si è cercato di dare finora una ragione locale, da conflitto interno ai Paesi, come quello egiziano tra copti e islamici. Ma quando i massacri colpiscono i cristiani in Paesi diversi e anche lontani, hai la sensazione che - come ha denunciato il Papa in solitudine - oggi il nemico mondiale dell’islam fanatico sia la civiltà cristiana.
Provo a dare una spiegazione: l’islam fanatico ha bisogno di un nemico per compattare i suoi credenti e richiamare sotto le bandiere feroci di Al Qaida i popoli che si ispirano ad Allah. L’America è stata finora il Nemico Principale, ma ora è caduto in sonno perché Obama non è Bush, e per i fanatici è importante che il Nemico abbia anche un volto e un nome. Al di là delle dicerie sulla sua matrice islamica, il colore della pelle e la provenienza etnica di Obama, e il suo legame più labile con Israele, lo rendono meno indigesto agli arabi e agli islamici tutti. Di conseguenza la Cristianità assurge a Nemico Simbolico, vista come la Religione dell’Occidente; di conseguenza (...) le popolazioni arabe, egiziane, pachistane, sudanesi o egiziane che seguono la religione cristiana sono considerate traditrici. Intelligenza col Nemico, la cristianità come veicolo di occidentalizzazione.
Non ho mai creduto alla guerra di religione ed ho scritto in passato che gli obbiettivi del fanatismo islamico erano sempre rigorosamente laici e riguardavano l’Occidente della finanza e del materialismo americano. Non a caso l’11 settembre colpirono le due Torri a New York e non la basilica di San Pietro a Roma. E così gli obbiettivi seguenti, da Londra a Madrid ai tentativi sparsi in Occidente, colpivano la metro e la City, non la cattedrale di Saint Paul o la Sagrada Familia di Barcellona. Ora qualcosa è cambiato, si avverte una svolta e questo ci chiama in causa anche in quanto europei. Perché, anche se noi non lo ricordiamo, l’Europa è comunque vista nell’islam e nel mondo come la culla della cristianità, cattolica e protestante. L’Europa, lo scrivevo già prima della strage di Alessandria, dovrebbe far sentire la sua voce, accompagnare l’appello del Papa che parla nel nome di una grande religione disarmata, senza pasdaran. Perché, al di là delle confessioni, c’è la nostra civiltà, e noi non possiamo tirarci indietro nel difendere in quei cristiani massacrati anche la nostra civiltà, il nostro rispetto per i diritti delle persone e dei popoli e la loro libertà di culto. Un regista iraniano in cerca di pubblicità-martirio, variante islamica della pubblicità-progresso, desta da giorni in Occidente una vistosa solidarietà perché è stato condannato a sei anni dallo stesso regime che ha finanziato fino a ieri i suoi film, ma è a piede libero perché è solo al primo grado di giudizio. Intanto decine di cristiani vengono massacrati nel silenzio dell’Occidente, milioni di cristiani che rischiano la vita solo per andare in chiesa vengono considerati come un affare interno ai Paesi sovrani. Quando penso a quella gente uccisa solo perché crede in Cristo, quando rivedo quell’immagine di Cristo d’Alessandria schizzata di sangue dei suoi credenti, ripenso al nostro Paese e ai suoi tetri scristianizzatori. Ripenso per esempio alla scuola elementare di Livorno dove il direttore ha vietato i canti religiosi per Natale, per non offendere gli islamici. Ripenso al consiglio d’istituto di Cardano al Campo, nel Varesotto, che ha vietato al parroco di entrare nelle scuole di ogni ordine e grado per la benedizione natalizia (e poi s’indignano per settimane intere per i simboli leghisti di Adro). Ripenso alle insegnanti della scuola elementare Santa Caterina di Cagliari che hanno disertato e fatto disertare la recita natalizia «per rispetto dei bambini musulmani». Ripenso alla scuola materna Casa del Bosco di Bolzano che ha cancellato le canzoni natalizie che citano Gesù, noto terrorista come Battista. Ripenso ai presepi cancellati, a Verona e non solo. E potrei a lungo continuare con uno sciame di idioti, tra insegnanti, collettivi e genitori democratici che fanno del male ai bambini, islamici inclusi, privandoli del piacere di una festa pacifica, serena, gioiosa, che unisce e non discrimina nessuno. E violentano le nostre tradizioni, si vergognano della nostra civiltà cristiana, si prostituiscono all’islam che nemmeno gradisce l’offerta. […] Ripenso tutti insieme questi incivili di ritorno, questi buonisti sterminatori di innocue tradizioni di fratellanza mentre vedo quei cristiani massacrati dall’odio del fanatismo islamico ad Alessandria. E dico nel nome di quella gente, di quei bambini uccisi, di quelle facce ridotte a maschere di sangue e di quel Cristo che ha ripreso a sanguinare: vergognatevi.
(Fonte: Marcello Veneziani, Il Giornale, 4 gennaio 2011)
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