giovedì 26 maggio 2011

Ancora contro De Mattei: ma la Civiltà Cattolica, svegliatasi all’improvviso, fa una brutta figura!


Penso che i lettori ricorderanno  bene il caso del prof. Roberto de Mattei, il quale dopo una trasmissione a Radio Maria, fu oggetto di attacchi furiosi e di richieste di dimissioni dalla sua carica di vicepresidente del CNR da parte della solita rappresentanza della cultura sinistrorsa, da parte dei radical chic della UAAR (Unione Atei e Agnostici Razionalisti) e simili, nonché, udite udite, da parte di Avvenire, accorso incredibilmente a dare man forte e appoggio a quanti diffamavano uno dei nostri studiosi più illustri, cattolico esemplare.
Abbiamo ripetutamente parlato delle contestate argomentazioni sul mistero del dolore e del male del Prof. De Mattei, esternate a commento della violenta catastrofe che ha colpito il Giappone nel recente terremoto; ci permettiamo di riproporle per sommi capi, a beneficio di chi le avesse dimenticate: “De Mattei giustamente distingueva riferendosi alla barbara uccisione del ministro pakistano cattolico Shahbaz Bhatti   un dolore procurato dall’uomo con la persecuzione (da combattere) e un dolore che l’uomo non provoca ma che inerme subisce (da accettare e a cui rassegnarsi). Questo ha imbestialito tanti. Che c’entra Dio con quel dolore inerme, quale il terremoto giapponese, che con proporzioni spaventose ed impreviste ha provocato morte e sconquassi ed una radiazione nucleare allarmante? Se così è, il Dio cristiano allora è un dio crudele, hanno detto. Altri invece: se il terremoto è affare di Dio, che permette il disastro per punire il male del peccato e salvare gli uomini dalla miseria più grave, allora de Mattei non ha diritto di cittadinanza nell’universo scientifico (meglio scientista). Porterebbe una questione di fede (?) nel mondo dei terremoti, e banalizzerebbe (?) il terremoto che ha una causa naturale verificabile in una distruzione così massiccia.
Il vero problema, che sta a monte di tutto e che invece è stato volutamente banalizzato, è il seguente: in una distruzione così massiccia, Dio dov’è? Sta semplicemente a guardare? Chiude gli occhi per non vedere? Sono queste le domande che il Prof. de Mattei poneva ai credenti, ma che guarda caso ha insospettito i non credenti e i diversamente credenti. Domande a cui la fede cattolica, illuminata da una ragione forte, aveva già riposto da tempo, da molti secoli: Dio non è la causa del male, di nessun male, né di quello morale (il peccato) né di quello fisico (la malattia, terremoto, ecc.). La causa del male morale è la perversa volontà dell’uomo peccatore; la causa del male fisico è nella contingenza della natura umana (ferita dal peccato). Ma siccome Dio è Padre e Provvidenza d’amore, sa trarre da ogni male un bene: mentre non ha nessun legame col male: essendo però la Causa prima e necessaria di tutto, tollera o permette il male (morale o fisico) per un fine di bontà; e questo in ragione del fatto che le cause seconde (le cause dipendenti nell’essere da Colui che è l’Essere e la Vita: gli uomini, gli eventi naturali, ecc.) sarebbero incapaci di agire senza la Causa prima, la quale tutto governa. Il vero male da temere è il peccato dell’uomo, punibile col castigo eterno. Per sfuggirlo, Dio che è Padre, permette ad esempio un male fisico, affinché l’uomo si ravveda. Ma né dell’uno né dell’altro è la causa”. Questa in estrema sintesi la materia del contendere.
Nel silenzio (purtroppo) di tante gerarchie, abbiamo proposto il pensiero di illustri teologi, che hanno spiegato e ribadito l’assoluta correttezza dottrinale dell’intervento del prof. De Mattei a Radio Maria (Cito a titolo di esempio . Padre Serafino Lanzetta, Padre Giovanni Cavalcoli, Mons. Antonio Livi, Padre Paolo Siano, il prof. Corrado Gnerre ecc. A dare manforte alle critiche si univa apertamente al coro dissonante anche il Padre Cantalamessa, nella sua omelia pronunciata alla presenza del Papa il venerdì santo; e anche di questo abbiamo dato riscontro.
Sembrava infine che la questione fosse chiusa una volta per tutte quando, improvvisamente, si sveglia Civiltà Cattolica che, con un articolo di Padre Giandomenico Mucci, riprende argomentazioni già trite e ritrite. Ecco alcuni stralci: «Pur ammettendo che il Signore voglia punire le colpe degli uomini non riusciamo a capire con quale giustizia egli potrebbe aver punito un popolo a prevalenza scintoista e non, poniamo, l'Europa che ha dimenticato e misconosciuto la sua vocazione cristiana e sembra avviarsi a un'ampia scristianizzazione»; e sottolinea che «in realtà, la sofferenza umana ha qualcosa di incomprensibile che può placarsi soltanto pensando e credendo che Dio non è indifferente al dolore degli uomini, tanto che vi ha preso parte nel Figlio» e, di conseguenza, per il credente la sofferenza è «non castigo, ma misteriosa elezione». Più in generale, il gesuita afferma che alle «opinioni private» di De Mattei «la stampa laica ha reagito con eccessiva enfasi, quasi si trattasse del pensiero della Chiesa». L'intenzione dell'articolo, che appare sul prossimo numero di Civiltà cattolica, è invece quello di «riparare allo scandalo provato da coloro che, nella Chiesa e fuori di essa, sono meno informati sulla sua dottrina che ci vuole “pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza” cristiana purché “questo sia fatto con dolcezza e rispetto”». Conclude padre Mucci: «La dottrina cattolica può essere accettata o respinta, ma, in tutte le sue parti, come non manca di nobiltà, così non è priva di coerenza, e non merita di essere derisa e incautamente esposta a essere diffamata».
Insomma, secondo la Rivista dei Gesuiti il prof. Roberto de Mattei ha addirittura provocato uno “scandalo” al quale ora, meno male!, provvedono loro a riparare.
Il prof. De Mattei ha prontamente battuto il seguente comunicato stampa: «In risposta all’articolo diffuso oggi dalla Civiltà Cattolica dal titolo “La verità e lo scandalo” a firma del padre Giandomenico Mucci s.j., il prof. Roberto de Mattei, vice-presidente del CNR, dichiara quanto segue: “La Civiltà Cattolica è stata smentita dal Papa nello stesso giorno in cui mi attacca». Il prof. de Mattei cita in proposito il discorso di Benedetto XVI sulla preghiera di intercessione di Abramo per Sodoma e Gomorra tenuto all’udienza generale del 18 maggio. “In questo discorso il Papa ha affermato tra l’altro che “non è il castigo che deve essere eliminato, ma il peccato, quel rifiuto di Dio e dell’amore che porta già in sé il castigo”. «L’esistenza di un castigo, sia sul piano individuale che su quello collettivo, come manifestazione di un Dio infinitamente misericordioso ma anche infinitamente giusto, sta nel cuore della rivelazione biblica e cristiana», aggiunge il prof. de Mattei, affermando che «probabilmente il padre Giandomenico Mucci non conosce il testo dei miei interventi a Radio Maria: tutto ciò che ho affermato, infatti, è basato, parola su parola, sul Catechismo della Chiesa Cattolica, sulla teologia di sant’Agostino e di san Tommaso d’Aquino e sulle parole di innumerevoli santi. Se c’è qualcuno che deride ed espone incautamente ad essere diffamata la dottrina cattolica, è quindi proprio l’estensore dell’articolo della Civiltà Cattolica».
Non aggiungiamo una riga alle parole del prof. Roberto de Mattei, più che chiare e sufficienti. Però ci poniamo una domanda legittima: perché mai Civiltà Cattolica si è svegliata all’improvviso dal letargo per intervenire sull’argomento? Cui prodest? Di sicuro non hanno avuto bisogno di due mesi per meditare e stendere le poche righe sopra pubblicate, non molto impegnative, visti poi gli argomenti trattati dalla rivista (cito tra gli altri: Islam e democrazia, Variazioni sul tema Gesù, i 50 anni di Amnesty International, Immigrati e ricchezza dell’Italia, Alcuni aspetti della società italiana). C’era forse qualche altro motivo “politico”? Non vogliamo fare strane dietrologie; è solo un’ipotesi, dettata dall’abitudine di chiederci il perché delle cose… È comunque una vicenda assai triste, e al prof. Roberto de Mattei, allo studioso illustre e cattolico esemplare, non possiamo che ribadire la nostra affettuosa e totale solidarietà. Sappiamo che saprà sopportare questo ulteriore e inutile attacco, con la stessa serenità con cui ha affrontato a testa alta i laicisti urlacchianti, alleati, ahimè, con alcuni cattolici un po’ confusi.

(Rielaborazione da: Paolo Deotto, Riscossa cristiana, 19 maggio 2011)
 

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