Il 1° e il 2 maggio, il mondo si è fermato per la beatificazione di Giovanni Paolo II, la cui cerimonia in San Pietro è stata seguita da milioni di telespettatori e da un numero significativo (ben oltre un milione) di pellegrini che hanno letteralmente invaso la capitale per rendere omaggio al Pontefice. Giornali, radio e televisioni hanno approfittato della opportunità mediatica con trasmissioni, rubriche e approfondimenti di ogni tipo, mentre molti politici e personaggi pubblici non hanno mancato l’occasione di unirsi al coro dei sostenitori di Papa Wojtyla.
Una domanda sorge spontanea: il mondo, in particolare l’Italia, è divenuta improvvisamente cattolica? Certo, non si direbbe vista la magrissima percentuale delle persone che assistono con regolarità alla Santa Messa domenicale, dato il vertiginoso calo delle vocazioni in tutti gli ordini religiosi (fatte salve rare ma significative eccezioni), considerato il dileggio o l’indifferenza a cui è sottoposta continuamente la dottrina sociale della Chiesa da parte della stragrande maggioranza dei politici, pur presenti a San Pietro il primo maggio.
Eppure, Giovanni Paolo II non era un uomo qualunque o semplicemente una brava persona; era il Sommo Pontefice, il vicario di Cristo in terra. Dunque, un personaggio non separabile dal suo ruolo, dalla dottrina di cui egli era il custode.
A ricordarcelo è stato un noto calciatore romano, Francesco Totti, che durante un’intervista televisiva trasmessa in diretta dalla Domenica Sportiva, ha risposto alla domanda dell’intervistatore che gli chiedeva di dire qualcosa sul Papa beato. Poche e scontate parole sul grande personaggio polacco e di getto la dichiarazione spontanea: «sono cattolico e contento di aderire a questa religione». Nessun altro, ben più preparato di lui, ha saputo esprimere con disarmante semplicità la carta d’identità del cattolico apostolico romano. Non sappiamo se Totti frequenta regolarmente la Messa domenicale oppure se vive con coerenza gli insegnamenti della Chiesa, ma gli siamo grati per questa bella e coraggiosa testimonianza di fede che è di esempio a tutti.
Una domanda sorge spontanea: il mondo, in particolare l’Italia, è divenuta improvvisamente cattolica? Certo, non si direbbe vista la magrissima percentuale delle persone che assistono con regolarità alla Santa Messa domenicale, dato il vertiginoso calo delle vocazioni in tutti gli ordini religiosi (fatte salve rare ma significative eccezioni), considerato il dileggio o l’indifferenza a cui è sottoposta continuamente la dottrina sociale della Chiesa da parte della stragrande maggioranza dei politici, pur presenti a San Pietro il primo maggio.
Eppure, Giovanni Paolo II non era un uomo qualunque o semplicemente una brava persona; era il Sommo Pontefice, il vicario di Cristo in terra. Dunque, un personaggio non separabile dal suo ruolo, dalla dottrina di cui egli era il custode.
A ricordarcelo è stato un noto calciatore romano, Francesco Totti, che durante un’intervista televisiva trasmessa in diretta dalla Domenica Sportiva, ha risposto alla domanda dell’intervistatore che gli chiedeva di dire qualcosa sul Papa beato. Poche e scontate parole sul grande personaggio polacco e di getto la dichiarazione spontanea: «sono cattolico e contento di aderire a questa religione». Nessun altro, ben più preparato di lui, ha saputo esprimere con disarmante semplicità la carta d’identità del cattolico apostolico romano. Non sappiamo se Totti frequenta regolarmente la Messa domenicale oppure se vive con coerenza gli insegnamenti della Chiesa, ma gli siamo grati per questa bella e coraggiosa testimonianza di fede che è di esempio a tutti.
(Fonte: Corrispondenza Romana n.1190 del 7/5/2011)
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